lunedì 31 maggio 2010

Pane senza glutine al latticello e lievito madre per un sobrio compleanno

pane semi girasoleQuesto post ho cominciato a scriverlo tre giorni fa. Che guarda caso era il mio compleanno. Quarantaquattro...
... Gatti in fila per sei col resto di due!

No, ma che avevate capito, io di anni ne ho circa 20. Circa perché bisogna appunto moltiplicare per 2 e aggiungere 4. Che volete che sia, in epoca di scuola gelminian-tremontiana, commettere un errore del 220%? Quisquilie e pinzillacchere, direbbe Totò...

Certa gente non ce l'ha fatta a rovinarmi il compleanno. Malgrado i tagli alla scuola pubblica, la riforma delle superiori e la notizia che nella scuola dei miei figli il tempo pieno diventerà, di qui a un paio d'anni, un'araba fenice.
Forse fra qualche anno i miei figli andranno a scuola per 12 ore alla settimana e io insegnerò a Cefalù (nel qual caso ti verrò a trovare spesso, cara Stefania!) ma per ora cerchiamo di mantenere una certa serenità... magari partecipando alle proteste in corso e soprattutto al temutissimo sciopero degli scrutini.

Ritornando a noi, potrei pubblicare i dolci che ho preparato per il compleanno.

Potrei ma non lo faccio. Non sarà un banale compleanno a farmi stravolgere la regola che mi sono imposta: seguire, nella pubblicazione delle ricette, un ordine antipasto-primo-secondo-lievitato-dolce.
Almeno in questi banali cose, lasciatemi un po' di rigore, che per il resto la mia vita tende al casino estremo.... Compreso il filo logico di questo post, che sembra quello di una matassima di tagliatelle :-)

Malgrado le tagliatelle, è indubitabile che sia oramai diventata una signora: a 44 anni non ci si può più definire ragazza, e si tende velocemente verso l'età matura, più che adulta. Cominciate a darmi del lei, quindi.
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(Se magari lo facessero anche i miei allievi, ogni tanto, ne sarei felice)

Insomma, da brava signora, per di più molto sobria, pubblicherò un pane.

Un pane povero, a base di semi e farina di mais, una cosa del secolo scorso.

Come me.

Editing di qualche ora dopo:
Il post è stato pubblicato stamattina ma in realtà l'avevo scritto ieri notte in un momento di insonnia. Il che giustifica, almeno in parte, il testo delirante.
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Non giustifica invece per niente che io abbia sbagliato a scrivere la ricetta!!! In effetti non l'ho proprio sbagliata, ma ho scritto la ricetta di un altro pane ai semi di girasole che avevo fatto tempo fa.
In quello che vedete nella foto ci ho messo il latticello. Mi sembrava corretto dirlo.

Vado subito a correggere, e scusatemi.


Pane senza glutine ai semi di girasole con lievito madre (... e latticello)Ingredienti
  • 220 g di farina senza glutine mix B della Schar (¶)
  • 100 g di farina senza glutine Pandea (¶)
  • 120 g di farina senza glutine Coop (¶)
  • 50 g di fioretto di mais (¶)
  • 50 g di farina di grano saraceno (¶)
  • 350 g di lievito madre, rinfrescato due volte da poco (¶)
  • 50 g di semi di girasole
  • olio extra vergine di oliva
  • sale
  • 200 ml di latticello
  • acqua
Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.

Preparazione

    Per quanto riguarda il lievito madre rinfrescato due volte, per fare il pane a lievitazione naturale io solitamente procedo nel seguente modo:
    parto da 50 g di pasta madre, e la rinfresco con 50 g di farina senza glutine (che contenga un 10% di farina di grano saraceno) e 50 g di acqua tiepida. Attendo il raddoppio, quindi rinfresco nuovamente sempre utilizzando pari peso di pasta madre, acqua e farina senza glutine. Al raddoppio, prelevo i 350 g che mi servono per l'impasto del pane e il resto lo ripongo in frigo per successivi utilizzi.

    Sciolgo i 350 g di lievito madre in 250 ml di acqua tiepida.
    Vi aggiungo il latticello, le farine, un bel pizzico di sale e 10 g di olio.
    L'impasto che ne risulta è piuttosto appiccicoso, lo lavoro con un mestolo in una ciotola.
    All'ultimo, dopo che il tutto si è grossolanamente amalgamato, aggiungo i semi di girasole, lasciandone da parte una manciatina per decorare la superficie del pane.

    Lascio lievitare nella ciotola coperta con la pellicola, in questa stagione direttamente fuori, d'inverno dentro il forno in cui ho solo acceso la lucina. Per quanto tempo? Fino al raddoppio. È il primo anno che uso la pasta acida, e d'inverno ci metteva una nottata a fare il suo dovere, negli ultimi giorni che è più caldo ho notato che i tempi si sono notevolmente accorciati, quindi non vi do un'indicazione precisa.
    Insomma, quando è raddoppiata, metto sulla spianatoia una generosa manciata di farina di mais, ci rovescio sopra l'impasto, lo lavoro velocemente formando i pani.
    Metto sulla spianatoia anche la manciata di semi di girasole rimasti, e ci rotolo sopra i pani, per farli aderire.
    Prelevo una pallina di impasto e la metto in un bicchier d'acqua, e faccio lievitare nuovamente coperti, su carta forno, i pani.

    Nel frattempo accendo il forno alla massima temperatura mettendoci dentro, come suggerisce Felix di CeliachiaInSimpatia, per me una vera maestra della panificazione gluten-free, la teglia in cui si intende cuocere il pane. Sul fondo del forno metto anche un pentolino con dentro dell'acqua.

    Quando la pallina di impasto viene a galla, ci siamo: alcuni minuti ed è giunto il momento di infornare.

    Tolgo la teglia dal forno, ci depongo delicatamente sopra i pani e inforno.

    Dopo una decina di minuti abbasso la temperatura a 200° e cuocio per un'oretta, o finché battendo sul fondo del pane non ne viene fuori un rumore sordo, come se fosse vuoto.

    Lascio raffreddare coperto da un panno.


    La ricetta è una delle tante ricette che potrete trovare sul mio nuovo libro Il pane gluten free.


    Il pane gluten free
    Pubblicato da Giunti Editore

    domenica 23 maggio 2010

    Una cenetta per due, senza glutine e un po' di fretta

    antipasto di caprini
    Prima di tutto una doverosa precisazione: i crostini con i caprini sono un antipasto che facciamo spesso, ma questa splendida presentazione l'ho copiata spudoratamente da Vale di In cucina senza glutine, precisamente qui. Diamo a Cesare quel che è di Cesare, e alla Vale quel che è suo!

    Non è che a casa nostra capiti spesso di fare una cenetta romantica, anzi, di situazioni del genere risalgono alla notte dei tempi. Che coincide a quel periodo mitico, a volte visto come l'età dell'oro, in cui non avevamo figli.

    Adesso di figli ne abbiamo due, non proprio piccolissimi ma ancora non abbastanza grandi da lasciarli soli la sera.

    Una serata libera è un evento abbastanza eccezionale chez nous, e non mi viene proprio in mente di passarla a cucinare. Magari andiamo a cena fuori, o più frequentemente, al cinema, che è una delle cose dell'età dell'oro pre-figli di cui sento più la mancanza. All'epoca andavo al cinema spessissimo, anche più di una volta a settimana, e essermi ridotta ad andarci una volta ogni tre mesi mi dispiace un po'.

    Però l'età dell'oro non era tutt'oro, e l'oro del tempo presente è più splendente è profondo, e non tornerei mai indietro.

    Certo qualche cinemino in più, e qualche cenetta romantica.... "Maaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaamma! I tuoi nipotini adorati mi hanno detto che vorrebbero tanto venire a dormire dalla nonna" ... faccia dei miei figli perplessa... "Che ne dici di stasera?" .... ;-)

    Insomma, in modo un po' fortunoso sono riuscita a partecipare, con questo post, decisamente all'ultimo tuffo, al contest Una cenetta per due a soli... 15€ di Rossa di sera.
    Non credevo che ce l'avrei fatta a preparare tutto in tempo. Invece l'abbiamo sfangata. Ne sono contenta, così diamo anche il nostro contributo gluten-free a questa bella iniziativa.
    Visto che il periodo è un po' frenetico, il tempo è poco, e mi sono ridotta all'ultimo, le ricette che propongo sono semplici, veloci e fattibili. L'unica un po' più lunga da preparare è il dolce, ma si può fare benissimo in anticipo, sia le tartellette, che anzi ci guadagneranno come tutte le frolle a starsene lì un giorno, che la crema.


    raccolta una cenetta per due di rossa di sera
    Ed ora, il conto della spesa :-)

    Antipasto di caprini
    caprini, una confezione: 1,6€
    semi di sesamo BIO (58€/kg) - 10 g: 0,58€
    erbe aromatiche, semi e spezie, a forfait: 0,5 €
    TOTALE: 2,68€

    Orata al finocchietto
    due orate (13,3€/kg), totale 500g: 6,65€
    patate novelle BIO (1,95€/kg), 400g: 0,78€
    olio EVO BIO (8€/l), 50ml: 0,4 €
    TOTALE: 7,83€

    Tartellette alla frutta
    farina senza glutine Bi-Aglut (6,5€/kg) 100g: 0,65€
    burro BIO (6,72€/kg), 50g: 0,34€
    uova BIO, 2: 0,54€
    maizena (4,48€/kg), 50g: 0,22 €
    zucchero (0,59€/kg), 100g: 0,06 €
    latte fresco BIO (1,6€/l), 100ml: 0,32 €
    fragole + kiwi (3,64€/kg), 50 g: 0,18€
    TOTALE: 2,31€

    TOTALE CENA: 12,82€

    Non sono pochi, ma c'è il pesce, è senza glutine e molti ingredienti sono bio.

    E ora le ricette!

    Antipasto di caprini

    antipasto di caprini
    Ingredienti
    • caprini freschi
    • semi, spezie, erbe aromatiche varie: io ho usato
    • erba cipollina fresca, sesamo, cumino, barlauch blatter (non mi chiedete altro, è una specie di erba cipollina che però sa di aglio, che mi ha fatto comprare mamma Iana in un comune acquisto di spezie online, dice che è tipica della cucina tedesca, per quel che ne so io me potrebbe pure essere una cosa che si fuma :-), come vedete mi faccio influenzare facilmente )
    • si potrebbero anche usare:
    • pepe di vario tipo, curry, semi di papavero, peperoncini, semi di finocchio, timo...

    Preparazione

    Ricordo nuovamente che per questa presentazione mi sono spudoratamente ispirata alla Vale di In cucina senza glutine, precisamente qui.


    È difficilissimo: si versa un po' di semi/spezie/erbe aromatiche tritate su un tagliere, ci si rotolano sopra i caprini... Et voilà, è fatto!

    Orata al finocchietto selvatico con patate sfogliate

    orata al finocchietto selvatico

    Ingredienti
    • 2 orate da 250g l'una circa, o 1 intera da 0,5 kg
    • 400 g di patate a pasta gialla
    • finocchietto selvatico
    • 1 limone
    • sale grosso
    • olio extra vergine d'oliva

    Preparazione

    Preriscaldare il forno a 200°.

    Sbucciare le patate, tagliarle a fette sottili con la mandolina, e metterle a bagno in acqua fredda.

    Asciugarle ben bene in un canovaccio asciutto e metterle in una teglia da forno, col fondo cosparso di un filo d'olio. Salare e mescolare con le mani, in modo che l'olio si sparga su tutte le fettine di patate.

    Infornare per una ventina di minuti.

    Nel frattempo lavare e asciugare le orate, se necessario squamarle, e farcirle con abbondante finocchietto, sale grosso e una fetta di limone.

    Togliere la teglia delle patate dal forno, disporvi sopra le orate e farle cuocere 10 minuti per parte.

    Tartellette alla frutta


    tartellette alla frutta

    Ingredienti
    Per la frolla
    • 200 gr di farina senza glutine (ho usato la Sfornagusto Bi-Aglut) (¶)
    • 80 g di burro + poco burro per la teglia
    • 80 g di zucchero
    • 1 uovo intere
    • un pizzico di sale
    • scorza di limone grattata
    Per la crema
    • 250 ml di latte intero
    • 20 g di maizena (¶)
    • 1 uovo intero
    • scorza di limone
    Per la finitura
    • farina di riso per infarinare le formine per tartellette
    • frutta fresca a piacere (fragole, kiwi, uva, arance)
    Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.

    Preparazione

    Pasta frolla
    Tagliare il burro a tocchetti e
    amalgamarlo con la farina e lo zucchero, formando un briciolame fine (maneggiare il tutto in punta delle dita, il minimo indispensabile). Aggiungere l'uovo, un pizzico di sale e la buccia di limone grattata fine. Lavorare poco con le mani, per evitare che "bruci", cercando di compattarla il più in fretta possibile. Quando è diventata omogenea farne una palla, avvolgerla in un foglio di pellicola e mellerla a riposare in frigo almeno una mezzoretta.

    Nel frattempo preparare la crema: far bollire il latte con la buccia di limone grattata.
    Nel frattempo battere le uova con lo zucchero ed amalgamare quindi la maizena. Quando il latte sta per bollire, aggiungerlo al composto filtrandolo attraverso un colino, un mestolino alla volta, sempre mescolando.

    Mettere sul fuoco molto basso sempre mescolando finché il composto non si addensa (basteranno pochi minuti).
    Far raffreddare scoperto mescolando ogni tanto per evitare che faccia il velo.

    Imburrare e infarinare con la farina di riso degli stampini per tartelletta (se usate quelli in silicone, vi risparmierete anche questa operazione), io ne avevo 15 ma mi è avanzato sia l'impasto che la crema.

    Tirare fuori dal frigo la frolla, batterla inizialmente con il mattarello per spianarla un po' e poi cominciare a stenderne una (mattarello e spianatoia sempre lievemente infarinati) avendo cura di ricompattarla sempre con le mani, se si dovesse sbriciolare ai bordi.
    Si deve ottenere un disco alto circa mezzo cm, anche qualcosina meno.
    Coprire gli stampini con il disco, e spingere con le mani in modo da ritagliare la frotta a misura di ciascuno stampino. Far aderire l'impasto agli stampi, e far cuocere in bianco nel forno precedentemente riscaldato a 180° per una ventina di minuti.

    Estrarre dal forno, far raffreddare, togliere dagli stampi e versarvi sopra la crema fredda, e quindi guarnire con la frutta fresca.

    venerdì 21 maggio 2010

    Cheese cake dell'agriturismo Casa Aurora

    cheese cake dell'Agriturismo Aurora
    Questa torta l'ho copiata spudoratamente. Da Silvia, dell'agriturismo Casa Aurora a Bussolengo, a due passi da Verona e dal lago di Garda. Un posto bello ed accogliente, dove ti accudiscono, e dove a colazione ti può capitare di mangiare un cheese cake come questo.

    Con Silvia ci siamo conosciute in un sito di genitori. Uno di quei luoghi (virtuali) dove si condividono le fatiche, gli entusiasmi, le difficoltà, le gioie, le paure e le soddisfazioni dell'essere genitori. In quel luogo ho imparato a riflettere, ad essere più consapevole e soprattutto ho imparato che non ha senso cercare di essere genitori perfetti, ma bisogna cercare di essere genitori umani. Un po' come cucinare, che non dovrebbe essere una competizione con se stessi e con gli altri, bensì un modo per rendere più felici se stessi e gli altri.

    Ah.. Ma eccolo l'agriturismo Casa Aurora (la foto non è mia, l'ho presa dal loro sito, qui)

    Agriturismo Aurora

    Tornando al nostro cheese cake. È naturalmente privo di glutine. Non l'ho modificato io, era già così. Io, lo ribadisco, ho solo spudoratamente copiato da ricetta. Spero che Silvia non se la prenda... Mi ha detto di no, per fortuna.

    L'altra cosa carina di questa ricetta è che è velociiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiissima. Elemento di non trascurabile importanza se si gestisce un agriturismo, ma anche se si gestisce la propria vita familiare.
    I cheese cake sono delle torte che fanno sempre la loro bella figura, con quella salsa colorata sopra, la forchetta che affonda nell'impasto cremoso, e il profano si immagina che richiedano chissà quali lavorazioni. In genere non sono particolarmente impegnative, ma questa, senza base, è veramente sprint. E malgrado la velocità, è ottima.

    Con questa torta partecipo, veramente all'ultimo tuffo, al contest Cheese cake... dal dolce al salato di Dolci a go go!!




    Cheese cake dell'agriturismo casa AuroraIngredienti
    • 500 g di mascarpone
    • 500 g di yogurth bianco intero (io ho usato tre confezioni da 170 g di yogurth greco)
    • 5 cucchiai rasi di fecola di patate (¶)
    • 6 cucchiai di zucchero semolato
    • 3 uova
    • 1 bustina di lievito per dolci (¶)
    • burro e farina di riso (¶) per la tortiera (eventualmente eliminabili se si usa la carta-forno o uno stampo di silicone)
    Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.

    Preparazione

      Preriscaldare il forno a 180°.

      Sbattere con le fruste le uova intere con lo zucchero.

      Quando sono belle gonfie incorporare prima il mascarpone, un cucchiaio alla volta, e poi lo yogurth, sempre un cucchiaio alla volta.

      Per ultimi ho aggiunto la fecola e il lievito, mescolando bene.

      Nel frattempo imburrare e infarinare con farina di riso una tortiera grande (30 cm di diametro, bordi alti). Si può evitare questa operazione se si usa la carta forno, precedentemente bagnata e strizzata, o stampi in silicone.

      Infornare per 30 minuti, e poi tirare fuori dal forno e far raffreddare completamente.

      Cospargere con la marmellata (fragole, frutti di bosco, frutta rossa insomma), oppure con un coulis della stessa frutta.
      Se ci si mette la relativa frutta sopra, e mègliora, come direbbero i vecchi toscani.

      Io ho realizzato anche un paio di tortine piccole. Che sono quelle che vi faccio vedere. Quella grande la lascio per la cena di domani sera. Se ne starà in frigo quasi ventiquattr'ore, e credo che non le farà altro che bene.


      Se ti piacciono i cheese-cake puoi provare anche la torta San Marino.

      La ricetta è tratta dal mio libro, pubblicato da Giunti Editore.

      http://www.giunti.it/libri/cucina/pasticceria-gluten-free/

      mercoledì 19 maggio 2010

      La mia torta preferita senza glutine

      torta amaretto
      Questa torta l'ho scoperta da pochi mesi, se ne stava rimpiattata in un librino, In dolce compagnia, di Federica Giusti.

      Il librino me lo sono visto recapitare dal postino un paio d'anni fa, era il regalo di compleanno di una mia cara amica, che è sempre in giro per il mondo, e che ciononostante trova sempre il modo di ricordarsi di me. Grazie Luisa!

      Ho tanti libri di cucina, quindi c'è voluto un po' perché lo mettessi alla prova. Una frolla non mi aveva entusiasmato, e il libro rischiava di restarsene lì in eterno, nascondendo questo tesoro.

      Poi una domenica mattina, dovevamo andare da amici in campagna, una di quelle giornate meravigliose d'inverno terse, fredde ma piene di sole. Cosa portare? E, soprattutto, cosa portare che si facesse in poco tempo?
      Sfoglia di qua, sfoglia di là, ho trovato questa ricetta. Mi ha attratto subito, amo molto i dolci alle mandorle.

      E in effetti è stata una rivelazione. Praticamente è come mangiare uno di quegli amaretti morbidi, ma su un letto soffice e saporito. Squisita! Non è solo la mia opinione, ma anche di tutti quelli che l'hanno assaggiata, bambini compresi (che è sempre una prova del nove).
      E poi i colori, questa esplosione di giallo nella base (e nella mia versione senza glutine l'effetto è acuito dall'utilizzo del fioretto di mais, che ci metto praticamente apposta...)!

      Da allora è diventata la mia torta preferita. l'ho rifatta più volte, e sempre con successo. La rifarò sicuramente per il mio compleanno. Da quando ho fatto questa torta le mandorle non mancano mai nella dispensa.... Fosse mai che mi venga voglia di una fetta di torta amaretto e non ho gli ingredienti in casa!

      Ovviamente la versione che vi propongo è gluten free, ma non cambia molto: è pure di quelle torte adattissime ad essere liberate dal fardello del glutine :-)

      Ve la regalo, è perfetta per allietare un momento un po' buio, condividendola con quelli a cui vogliamo bene. Un raggio di sole d'inverno, o in questo buio e piovoso fine maggio.



      Torta amaretto senza glutineIngredienti
      • 2 cucchiai di fecola di patate (¶)
      • 1 cucchiaio di fioretto di mais (¶)
      • 1 cucchiaio di farina di riso + quella per infarinare la tortiera(¶)
      • 200 g di mandorle sbucciate
      • 200 g di zucchero semolato + 4 cucchiai
      • 110 g di burro + quello per imburrare la tortiera
      • 4 uova
      • 1/2 bustina di lievito per dolci (¶)
      Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.

      Preparazione

        Per la base:
        separare le chiare dai tuorli
        e tenere da parte le chiare per la farcitura.

        Sbattere i tuorli con 4 cucchiai di zucchero. Aggiungervi 110 g di burro fuso intiepidito, e per ultima la fecola di patate, la farina di riso, il fioretto di mais e il lievito.

        Imburrare e infarinare una tortiera da 28cm di diametro e versarvi l'impasto. Ne verrà uno strato piuttosto sottile. Va bene così.

        A parte tritare finemente le mandorle nel mixer e mescolarle a 200 g di zucchero.

        Montare le chiare a neve ben ferma e incorporarle un cucchiaio alla volta al miscuglio di mandorle e zucchero.

        Versare il composto così ottenuto nella tortiera, sopra l'impasto, e far cuocere nel forno precedentemente scaldato a 180° per 40 minuti (la ricetta originale diceva 30, ma io l'ho sempre lasciata qualche minuto in più).

        Lasciar raffreddare e servire. Come molti dolci il giorno dopo è pure più buona.

        lunedì 17 maggio 2010

        Pollo? Sì, ma in fricassea e con gli asparagi

        pollo in fricassea agli asparafi
        Di nuovo pollo?!?! E fatto praticamente sempre allo stesso modo, per di più? Che p.....ollo!

        Il fatto è che così ci piace sempre. A tutti. Che in una famiglia con due bambini, una celiaca e uno che non mangia formaggi non è cosa di poco conto.
        Se ci metti il riso diventa un piatto unico, veloce.
        Insomma c'è poco da fare, io al pollo fatto così non rinuncio. Ultimamente, dopo una serie di documentari terroristici, ho cominciato a comprarlo biologico, ovvero a svenarmi, ma non riesco più a tollerare di sapere che schifezze ingurgitiamo, e soprattutto facciamo ingurgitare ai pargoli, che devono ancora crescere e quindi sono più vulnerabili. Con buona pace di Bressanini, che ci dirà che il pollo agli ormoni/antibiotici fa bene, ma non ci posso credere.

        Questo, oltre ad essere sempre il solito pollo, è pure una ricetta antica, che più antica non si può. Però in giro si vede poco, anche nei libri di cucina e nelle riviste, quindi penso che possa essere un'idea carina, quasi utile, pubblicarlo.

        Rispetto al classico pollo in fricassea, che semmai avrebbe previsto l'accostamento con i carciofi, ho invece pensato che potevano starci bene gli asparagi, che spesso di servono con uova e limone, proprio gli ingredienti principali del pollo in fricassea. Con mia gran soddisfazione Ho visto giusto, perché l'insieme era molto gradevole e armonioso.

        Ah... l'altra cosa carina di questa ricetta è che spontaneamente gluten free, e non c'è nemmeno da fare attenzione agli ingredienti, sono tutti così naturalmente senza glutine che non c'è nemmeno bisogno di andarli a cercare sul prontuario!

        ... E se non conosci i miei polli, eccoli qua :-)

        Pollo in fricassea agli asparagi
        Ingredienti
        • petto di pollo 600 g (però se uno ha pazienza può anche usare qualunque altra parte del pollo, pur di ottenerne dei tocchetti piccolini)
        • vino bianco secco
        • 2 limoni succosi
        • 3 tuorli d'uovo
        • una manciata di prezzemolo
        • olio
        • sale
        • pepe
        • asparagi verdi (un pacco, non so mica quanti ne contenga in peso...)
        Preparazione
        Pulire e lessare gli asparagi lasciandoli abbastanza al dente. Quando sono cotti tagliarli a tocchetti lunghi circa 2 o 3 cm.

        Tagliare il petto di pollo a cubetti piccoli e farli rosolare in un filo d'olio. Quando sono ben rosolati, salare e aggiungere mezzo bicchiere di vino bianco. Far cuocere per un quarto d'ora, eventualmente aggiungendo un po' d'acqua tiepida se attacca.

        Nel separare i tuorli d'uovo dalle chiare (che non servono in questa preparazione), spremere i limoni, e sbattere i tuorli assieme ai limoni.

        Tritare il prezzemolo (che ho omesso perché mio figlio non sopporta di vedere "quelle cosine piccole e verdi" e pretenderebbe che gliele togliessi ad una ad una).

        Quando il pollo è cotto toglierlo dal fuoco, e versare nella padella i tuorli d'uovo col succo di limone. Mescolare bene: l'uovo non si deve rapprendere, ma deve restare una salsisa fluida.

        Spolverare di prezzemolo tritato, mescolare e aggiungere per ultimi i tocchetti di asparagi.

        Servire con riso in bianco di accompagnamento.

        giovedì 13 maggio 2010

        Pasta veloce propiziatoria dell'estate

        spaghetti al tonno
        E siamo quasi alla fine dell'anno scolastico...
        Ma come alla fine dell'anno? Se manca un mese esatto? Eppure è già praticamente finito. Chi ha dato ha dato, chi ha avuto ha avuto, e se sono terribilmente indietro con il programma, ormai è andata. Imparerò anche questo, a regolarmi meglio.

        Per intanto sono di nuovo travolta dalle verifiche, e quindi resta poco tempo per cucinare. Anche perché a volte si cucina pure, ma quando vengono degli spatasci impubblicabili si salta il turno.

        Insomma, oggi vi tocca una pasta veloce, ma non per questo meno buona. Una variazione sul tema della classica pasta al tonno, più leggera e estiva.

        Ah... a parte la pasta, il resto è tutto naturalmente gluten free, quindi non si deve stare a penar tanto con il prontuario.

        Ovviamente sperando che prima o poi, se non l'estate, almeno la primavera arrivi. Non se ne hanno notizie. Secondo me l'ha inghiottita il vulcano dal nome impronunciabile.

        Pasta al tonno, pomodorini e capperi
        Ingredienti (per due)
        • 200 g di spaghetti senza glutine (io ho usato quelli de Le Veneziane) (¶)
        • una confezione di tonno sott'olio, o al naturale, grande
        • una cipolla
        • una bella manciata di capperi sotto sale
        • pomodorini pachino, una quindicina
        • olio EVO
        • basilico
        • sale
        Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.

        Preparazione

        Tagliare grossolanamente la cipolla e farla appassire in un filo d'olio, in padella. Aggiungere il tonno sgocciolato, sbriciolato grossolanamente con la forchetta. Viene decisamente più buono se si usa un trancio di tonno fresco, da cuocere velocemente, o anche del pesce arrosto avanzato dal giorno prima.
        Far dissalare i capperi nell'acqua, aggiungerli in pentola.
        All'ultimo aggiungere i pomodorini pachino lavati e tagliati in due e qualche foglia di basilico fresco.
        Il tutto deve cuocere poco, giusto il tempo di far appassire anche i pomodorini, senza cuocerli troppo.

        Nel frattempo si saranno cotti,
        molto al dente, gli spaghetti in abbondante acqua salata. Tenere da parte una tazzina dell'acqua di cottura della pasta.

        Rovesciare gli spaghetti nella padella dove si è cotto il sugo (cotto... si fa per dire...) e far spadellare un paio di minuti. Se il tutto risultasse troppo asciutto aggiungere un po' di acqua di cottura della pasta.

        Servire fumante.

        Il sugo è abbondante ma con questi sughi asciutti preferisco abbondare, altrimenti si rischia che la pasta non sappia di niente.

        lunedì 10 maggio 2010

        Irish Soda Bread in purezza senza glutine

        Irish Soda Bread
        L'avevo visto da Sabrine, qui, e anche da Mamma Iana, qua, e probabilmente anche altrove.
        Mi aveva parecchio incuriosito. Perché era veloce, perché era irlandese, e perché c'era il latticello.
        Il latticello si sposa particolarmente bene alle farine senza glutine, l'ho usato sia per il pane che per i dolci, e mi dà sempre soddisfazione.

        Però questo pane aspettava. Aspettava da molto. Sapete com'è, la pasta madre è un'amante molto esigente e gelosa, e rinfresco su rinfresco pretende di essere utilizzata in esclusiva. Insomma, l'Irish Soda Bread era costretto ad attendere.

        Finché un giorno avevo fretta, molta fretta, e avevo, ahimè!, finito il pane. Così mi son detta "Questa è la volta buona per il Soda Bread! Ho anche il latticello! Accipicchia che fortuna, tutto si sposa."
        In effetti si sposò, e parecchio velocemente: meno di un'ora! Qualità di notevole rilievo, soprattutto per chi il pane o se lo fa... o se lo fa!

        Il risultato? Decisamente positivo, ma la prossima volta ci aggiungerò qualche cosa. Data la fretta l'ho sperimentato nella sua versione basic che più basic non si può, quella che mi verrebbe sicuramente approvata dalla Society for the Preservation of Irish Soda Bread: farina, latticello, sale e bicarbonato. Oddio! Forse però non me la passano, se si accorgono che la farina è gluten free... Secondo me ci starebbe bene qualcosa che lo insaporisca, magari qualche seme, o qualche farina più alternativa. Non a caso sia Sabrine che Mamma Iana l'hanno arricchito con diversi ingredienti, fiocchi di avena in primis che io però non posso proprio usare.

        A colazione con la marmellata e il miele è perfetto.

        Una note per i celiaci: ho usato il Mix C della Schar perché Sabrine scriveva che si dovevano usare farine per torte, però forse la prossima volta userò il mix di farine dietoterapiche per pani e focacce delle signore del CIS.

        Irish Soda Bread
        Ingredienti
        • 350 g di mix di farine senza glutine bianca (mix C della Schar + Coop) (¶)
        • 150 g di farina senza glutine "scura" (farina per pane rustico della Schar) (¶)
        • 500 ml di latticello
        • 2 cucchiaini di bicarbonato di soda
        • 1 cucchiaino di sale
        Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.

        Preparazione

        Preriscaldare il forno a 180°.

        Mescolare le farine con il bicarbonato e setacciarle.

        Aggiungere il sale e, alla fine, il latticello e mescolare velocemente.

        Versare il composto in uno stampo per pane in cassetta foderato di carna forno.

        Praticare con una lametta una incisione lungo tutto il pane, per favorire la lievitazione.

        Far cuocere 30 minuti nello stampo, sformare e continuare la cottura per altri 10 minuti senza stampo.

        giovedì 6 maggio 2010

        Insalatina per pranzi veloci

        insalata pancetta e formaggio e noci
        Ma voi, a pranzo, cosa mangiate?

        Io per dieci anni e più ho lavorato non vicino a casa, con mezz'ora di pausa pranzo, e quindi ho sempre mangiato fuori. O portandomi dietro un coccino. Si lo so ora si chiama bento e fa figo, ma io me lo ricordo come un coccino, e quando conteneva la pasta avanzata della sera prima scaldata all'ultimo momento nel fetido e insalubre micro-onde aziendale non era figo per niente, faceva mediamente schifo ed era un mangiare per nutrirsi allo stato puro.

        Anche prima di lavorare, quand'ero all'università, mangiavo fuori, e questo trovarmi adesso tutti i giorni a pranzo a casa, magari tardi ma a casa, è una novità che devo dire assaporo con gioia. Sono sola a pranzo, può capitare che si materializzi per caso mio marito, ma in modo estemporaneo. E di questi pranzi a casa seduta a tavola, ancorché solitari, godo.

        Anche se di solito non cucino. Spesso mangio avanzi. Che però digrumati seduta a tavola e riscaldati nel mio, di micro-onde, fanno tutto un altro effetto. Più spesso mi faccio delle gran insalate. Che contengono invariabilmente del formaggio in una qualche forma perché, alla faccia dei salutisti, io mangerei formaggio a pranzo e a cena, mi rende felice, e più grasso è più mi piace. Anche se poi salutisticamente il più delle volte mangio primo-sale, ricotte, caprini, mozzarelle e similia.
        Questa è un'insalata banale ma veloce e risolutiva. E soprattutto buona. La propino anche a voi. Portatevela al lavoro ma mi raccomando, usate un bento :-)

        Spinacini pecorino, pancetta e noci
        Ingredienti
        • Spinacini freschi, un po', a occhio
        • pancetta (¶)
        • pecorino media stagionatura
        • noci
        • olio
        • aceto balsamico
        • sale
        • pepe
        Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.

        Preparazione

        Tagliate la pancetta a dadini e metterla a rosolare in una padellina, senza grassi aggiunti.
        Quando è ben rosolata e croccante scolatela dal grasso che avrà fatto, mettendola in un piattino.

        Sbucciate le noci e tagliatele grossolanamente.

        Tagliate il pecorino a dadini.

        Lavate gli spinacini, e metterli in una scodella. Aggiungere i dadini di pancetta, il pecorino e le noci.

        Condire con olio EVO, sale, pepe, ed aceto balsamico.

        lunedì 3 maggio 2010

        Silvia Polpetta D.

        polpette
        Quando mia figlia aveva un anno decise che non si sarebbe più fatta imboccare. E dato che è una ragazza volitiva, tenne fede al suo proposito. Non fu facile adattare la sua alimentazione a questo nuovo corso. Via tutte le minestre e minestrine, che forse l'avevano stufata (ma adesso invece le apprezza), ci rassegnammo al fatto che mangiasse con le mani, visto che l'utilizzo della forchetta presentava per lei ancora parecchie difficoltà. Poco male.

        Nei vari esperimenti culinari per soddisfare la sua (scarsissima) fame e il suo gusto molto selettivo scoprimmo qual era il suo piatto preferito: polpette! A dire il vero lo scoprì mia madre che, avendo avuto una figlia mangiona, non si rassegnava a questa nipote magra magra, che mangiava come un uccellino, e le tentava di tutte per solleticare il suo appetito.

        Le polpette rimasero per anni il suo cibo preferito, inizialmente cotte al forno, poi fritte come da tradizione, perché una volta assaggiate quelle fritte delle altre non ne volle più sapere (la furbetta...). Così amato che al nido le diedero come soprannome proprio Polpetta, soprannome che ogni tanto, ancora adesso, ricorda con affetto e malinconia. Quando qualcuno le chiedeva come si chiamasse lei immancabilmente rispondeva "Silvia Polpetta D." scatendando non poche affettuose risate.

        Ora la mia Silvia Polpetta è una fanciulla grandigliona, ancorché sempre magra e poco mangiona, di nove anni. Il carattere è rimasto volitivo, come immutata è la capacità di conquistarsi l'amore delle persone che la circondano. A tavola è diventata più curiosa di un tempo, ed assaggia tutto quello che le viene offerto. Ma le polpette, per fortuna, le piacciono ancora...

        Con questo post partecipo al contest di Sapore di vaniglia



        P.S. Quando ho scritto il post mi ero dimenticata di ringraziare Gaia di Profumo di mamma per avermi regalato la prima fava tonka della mia vita e per aver suggerito l'idea di metterla nelle polpette. Da allora a casa nostra si mangiano solo polpette così.


        Polpettine alla fava tonka
        Ingredienti
        • 350 di carne cotta (io ho usato un mix di manzo e pollo lessi, residuato dalla realizzazione di un buon brodo)
        • 1 carota lessa
        • 1 patata lessa
        • 1 uovo
        • pangrattato gluten free(¶)
        • 1/2 bicchiere di latte
        • sale
        • pepe
        • fava tonka
        • la buccia di un limone grattata
        • olio per friggere
        Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.

        Preparazione

        Ho passato nel robot tritatutto la carne tagliata a tocchetti, la carota, la patata. Quando si sono macinati ben bene ho aggiunto gli altri ingredienti: il pangrattato, il parmigiano grattato, l'uovo, e la buccia grattata del limone. Ho riattivato il robot ottenendo un impasto omogeneo. A questo punto ho aggiunto un po' di latte freddo, tanto da raggiungere la consistenza desiderata, abbastanza morbida, una spolverata abbondante di fava tonka (mezza bacca), ho aggiustato di sale e pepe ed ho formato le polpette e le ho rotolate nel pangrattato.

        Io preferisco fare delle polpette piuttosto piccole, o a forma di polpette standard, dei dischetti del diametro di 3 cm, oppure delle palline piccole, 1,5/2 cm di diametro al massimo.

        Le friggo in olio di semi (arachidi) bollente, per pochissimo tempo, trattandosi comunque di carne cotta.

        Le surgelo anche, cotte, come risorsa dell'ultimo minuto per una cena.

        A me piacciono con l'insalata, come tutti i fritti, ma qui vanno per la maggiore accompagnate dal puré.

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