sabato 25 dicembre 2010

Auguri cioccolatosi!

CIOCCOLATINI NATALIZI

Tanti auguri!!!!!!

E per festeggiare, tanti cioccolatini! Oddio, sono impazzita, cosa vado scrivendo????
È un mese che tempero quintali di cioccolato, e mi sono lanciata in una produzione di cioccolatini semi-industriale, offrendomi addirittura di regalarli alle maestre dei miei figli... che sono nove in tutto (ma cosa avete capito??? Le maestre sono nove, i figli sono due ed è perfetto così... Nove figli.... mi corrono i brividi lungo la schiena).
Dicevamo quindi delle nove maestre... Quindici cioccolatini a testa... Più altri 15 per quella che l'ultimo giorno era malata e glieli rifarò freschi per la befana... O Marianna! 150 cioccolatini!!!! Mi saprete comprendere se in questi giorni aveva quasi cominciato a piacermi il maestro unico della nostra genialista Gelmina la ministra.

E ne sono rimasti anche per quelle boccucce dei miei cari, soprattutto il caro grande, che quando non lo guardava passava casualmente dove avevo occultato i preziosi beni (perché alla fine avevo dovuto occultarli, potendo li avrei messi sotto chiave) e.... Zac! se ne faceva fuori uno. Uno?!?!?! Anche due o tre... E io tempero... E i cioccolatini calano invece che aumentare.... Un'epopea.

Per fortuna che l'ultimo giorno di scuola sono riuscita a consegnare i doni alle destinatarie, e a mettere da parte spatole & termometri. Messi da parte si fa per dire: presa dal sacro fuoco... ho temperato pure ieri!

Insomma, Natale all'insegna del cioccolato. E per fortuna che non mi piace, il cioccolato... vero Nanni? ;-)

Dopo i Rochers dell'altro giorno, oggi tocca al Mendiants.

Per la ricetta originale sempre da lui, qui, io ho dovuto attuare una piccola variazione perché noi celiaci i fichi secchi non li possiamo mangiare (vengono infarinati per non farli appiccicare), e li ho quindi sostituiti con l'arancia candita, peraltro fatta da me.

Mendiants

Mendiants
Ingredienti (per 20/25 pezzi)
  • 300 g di cioccolato fondente (¶)
  • 20/25 mandorle pelate
  • 20/25 nocciole pelate tostate
  • 20/25 pezzi di arancia candita (¶)
  • 40/50 chicchi di uvetta
Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.

Preparazione
Sciogliere il cioccolato e temperarlo, distribuirlo a cucchiaiate su un foglio di carta forno formando dischi di 5 cm circa di diametro (il Nanni diceva 6cm, io li ho fatti un po' più piccoli).

Aggiungere rapidamente la frutta secca ed i semi.
Io ho messo su ciasun disco: una mandorla ed una nocciola intere, un pezzetto di arancia candita e due chicchi di uvetta.

Lasciar asciugare il cioccolato.

Conservare in luogo fresco e buio.

mercoledì 22 dicembre 2010

La carabaccia di cipolle di mia nonna

carabaccia di cipolle con fleuron al sesamo
Non credo che riuscirò a fare un altro post prima di Natale, sono giornate, come credo per tutti, frenetiche, però ci tenevo a pubblicare questa ricetta.

Non è un piatto particolarmente natalizio, ma l'ho tirato fuori, come tanti altri in questo anno di blog, dal cappello della memoria. Tant pour changer, lo faceva sempre mia nonna.
Non so da dove l'avesse tirato fuori lei, visto che credo sia una ricetta toscana, e mia nonna era trentina, immagino da una qualche amica di gioventù.
Il quaderno di ricette di mia nonna non è rimasto a me, ma ricordo benissimo la sua scrittura, lunga e piena di riccioli, veramente da libro Cuore. Un mondo che non esiste più, di signore e signorine, di riviste di moda in carta grossa, dove al posto delle foto ci sono i figurini, di transatlantici che attraversano l'Oceano e di tailleur di lana buona.

Mia nonna era una signora, ma ogni mattina si lavava con l'acqua fredda, si svegliava sempre alle sei, ma a tavola serviva la domestica, quando voleva farmi un regalo mi portava dal suo gioielliere di fiducia ma andava in giro con certi vestitucci comprati ai grandi magazzini, che duravano un'eternità. Era molto generosa, non solo con me, sua unica nipote, ma con tutti quelli che le stavano intorno, ma apparteneva a un tempo in cui lo spreco era un peccato mortale, l'era in cui anche fra i ricchi la parola consumismo sarebbe parsa un'eresia.

Mia nonna cucinava da dio. Una cucina ricercata, studiata sulle riviste, sui libri di cucina, sui quaderni delle cugine e nella memoria delle parenti. Mia nonna è la principale responsabile del fatto che io amo cucinare. Se ho questo blog, il merito è suo.

Le dedico questa ricetta, una sua ricetta, perché a Natale riaffora nei pensieri più che mai. Non ho cambiato una parola, è così come me l'aveva data quasi trent'anni fa, quando già raccoglievo ricette.

È una preparazione povera, ma quasi elegante, la definirei raffinata.
Le mandorle, che sono, come si sarà ormai capito, uno degli ingredienti che preferisco, la ingentiliscono e le danno sostanza.

Carabaccia di cipolle con fleuron al sesamo
Ingredienti (per sei persone)
  • 6 cipolle
  • 200 g di mandorle
  • brodo (un bicchiere abbondante a testa)
  • parmigiano
  • sale, pepe
Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.

Preparazione

Si pelano le cipolle e si tritano finemente, si pelano e si tritano le mandorle (meglio bollirle in precedenza, così si sbucciano meglio).

Si mette tutto nel brodo a cuocere. Lasciar bollire per un’ora.

Si passa quindi il tutto al setaccio e si rimette a bollire finché non è nuovamente ben caldo.

Fare in modo che la minestra risulti abbastanza liquidina, se no è troppo pesante.

Si serve nella zuppiera, o nei piatti, sul cui fondo siano state poste delle fette di pane fritte nel burro e cosparse di parmigiano, e di una spolveratina di pepe nero.

In alternativa al pane si possono utilizzare delle crepes tagliate a listarelle.

Io ho fatto dei fleuron di sfoglia cosparsi di sesamo.

Ho usato la finta sfoglia di Loriana alias La mercante di spezie, che potete trovare qui nella versione originale, qui nella rivisitazione di Adriano di Profumo di Lievito, che è poi il procedimento che ho seguito io, ovviamente nella versione senza glutine della solita mitica Felix di Uncuoredifarinasenzaglutine. A questo giro, è sfogliata benissimo!

martedì 21 dicembre 2010

Lettera

In tema con quanto scritto ieri, perché è tutto collegato...

Di solito rifuggo da uscite dal sapore populista e ritengo che il "sono-tutti-uguali" sia il brodo di coltura del fascismo più deteriore.

Però l'uso distorto che viene fatto in questi ultimi tempi delle Istituzioni sta cominciando a farmi venire una forte nausea, e mi sembra che ci troviamo in una situazione che somiglia sempre più a quando Caligola fece diventare Senatore il proprio cavallo.

È proprio per il grande rispetto che nutro per le Istituzioni, il Parlamento in primis, che è il luogo dove si dovrebbe praticare la forma più alta di democrazia, che penso che sia il caso di dare un segnale forte, anche se ascoltato da una manciata di food-blogger.

Al Parlamento Italiano
(630 Deputati e 321 Senatori - licenziamo anche quelli a vita)


Raccomandata A.R.

Oggetto:
notifica di licenziamento


Egregi Signori,
siamo spiacenti di informarVi che abbiamo deciso di rinunciare alla Vostra collaborazione. Tale provvedimento viene adottato per la seguente motivazione:

  • sottrazione di beni aziendali nell'esercizio delle proprie mansioni (specie se fiduciarie)
  • condotta extralavorativa penalmente rilevante ed idonea a far venir meno il vincolo fiduciario
  • abbandono ingiustificato del posto di lavoro
  • reiterate violazioni del codice disciplinare di gravità tale da condurre al licenziamento (basterebbe la rissa dell'altro giorno)
  • rifiuto ingiustificato e reiterato di eseguire la prestazione lavorativa/insubordinazione


Per i giorni di mancato preavviso non Vi verrà corrisposta alcuna indennità sostitutiva.
Vi invitiamo a prendere contatto con l'Ufficio Personale per il ritiro delle Vostre spettanze e dei documenti lavorativi.

Distinti saluti.


(Questo post aderisce all'iniziativa di Viviana)

sabato 18 dicembre 2010

Beni di lusso

Caro Babbo Natale,
questo è stato un anno difficile per la nostra famiglia, abbiamo temuto per mesi che mio marito perdesse il lavoro.
E così i suoi colleghi, tutti uniti nel terrore di quello che sarebbe potuto accadere.
L'angoscia era tanta, anche perché mio marito, e i suoi colleghi, non sono nemmeno dipendenti, ma splendide partite IVA, quindi non ci vuole molto a cacciare una persona, che si trova così la porta sbattuta in faccia nel tempo di dire "Amen" e senza nemmeno uno straccio di ammortizzatori sociali.

Sei stato molto generoso, caro Babbo Natale, con i regali di Natale quest'anno.
Alla fine il lavoro mio marito non l'ha perso, ma l'hanno perso la sua più cara amica, nonché compagna di lavoro da quasi dieci anni, e un altro collega.
Due storie normali, una donna senza marito che adesso deve far tornare i conti a fine mese senza stipendio, e un padre con due figli e una moglie da mantenere.
Poi ci sono gli altri colleghi cacciati, o meglio disdettati, come si dice in gergo, in tutto una quindicina in tutta Italia. Anche loro vite normali, scaravoltate da un tornado che non si vede ma distrugge l'esistenza delle persone.

Niente di significativo, nell'economia del mondo. Niente da prime pagine dei giornali. Cosa sono quindici persone?
Per i dirigenti dell'azienda anzi è solo una splendida notizia, e festeggeranno come sempre il Capodanno con salmone caviale e champagne della miglior marca, godendosi il premio ottenuto per essere riusciti a ridurre i costi ed aver realizzato una perfetta riorganizzazione aziendale.

Cosa conteranno nel bilancio della sua azienda, che fattura centinaia di milioni di euro ogni anno, i pochi spiccioli risparmiati con questa mattanza?
Perché di mattanza si tratta, quando mandi a casa 15 persone, mettendole sul bordo di un baratro, dove cadranno inesorabilmente se non riescono a ritrovare un lavoro in tempi molto rapidi.
Mutui da pagare, bambini da nutrire, pannolini da comprare, cibo, gas, magari una madre malata che ha bisogno di medicine.

Ma chissenefrega!

È il mercato, cari miei, ed ovviamente questo è il migliore dei mondi possibili.

All'amica di mio marito ho regalato una scatola di cioccolatini, fatti con amore in questa settimana, per non pensare a quello che forse stava per accadere a noi e che non è invece accaduto a noi, ma a chi ci stava molto vicino. Mi vergogno quasi, di averglieli dati, perché l'unica cosa di cui lei ha bisogno urgentemente è un lavoro, e non il cioccolato, il pane e non le rose, si sarebbe detto anni fa, ma secondo me, proprio in un momento come questo, ci vuole ogni tanto anche qualche rosa.

Scrivo qui questa storia privata, perché è anche politica, un orribile segno dei tempi.
Nessuno ne parlerà, e ho voluto parlarne io.
Il lavoro, un bene di lusso in questo sfavillante ventunesimo secolo.

Per inciso, sotto la mannaia della disdetta, mio marito e gli altri colleghi miracolati non faranno nemmeno un'ora di sciopero, perché tanto non sono dipendenti, ed anzi si faranno un mazzo tanto, cercando di dimostrare ai capi quanto sono bravi, efficienti, gran lavoratori.
In attesa della prossima mattanza.

Rochers
I cioccolatini si chiamano rochers, e sono a base di mandorle tostate.
Sono (erano) molto buoni, la ricetta l'ho copiata pari pari qui, dal Nanni.

Rochers
Ingredienti
  • 200 g cioccolato fondente (ho usato un 70% di cacao) (¶)
  • 200 g di mandorle sgusciate e pelate
  • 50 g di zucchero
  • 100 g di acqua
  • 40 g di zucchero a velo (¶)
Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.

Preparazione
Tagliate a filetti (leggi bastoncini) le mandorle una ad una per il verso della lunghezza (io addirittura le avevo con la buccia, e ho pure dovuto pelarle gettandole in acqua bollente per qualche minuto).

Fare uno sciroppo sciogliendo lo zucchero nell'acqua, portare all'ebollizione e mantenerla per 5' circa. Spengere e lasciar raffreddare.
Bagnare i filetti con lo sciroppo e passarli poi nello zucchero a velo.

Disporli sparsi su una placca coperta di carta forno e mettere in forno a 170° circa, sorvegliando la cottura per pochi minuti. Appena cominciano a dorare girarli con una spatola cercando di cuocerli uniformemente sopra e sotto.
Togliere dal forno e lasciar raffreddare.

Sciogliere il cioccolato e temperarlo, nel frattempo intiepidire appena i filetti di mandorle e mescolarli al cioccolato girando bene con una spatola finché sono tutti coperti.

Raccogliere il composto a cucchiaiate e fare dei piccoli mucchietti su un foglio di carta forno aiutandosi anche con un dito.
Lasciar solidificare e staccare poi delicatamente dalla carta forno.

Conservati al fresco e lontano dall'umidità si mantengono croccanti a lungo. Se non vengono prima mangiati.

Sul temperaggio leggete il precisissimo e dettagliatassimo post del solito Nanni.

martedì 14 dicembre 2010

Il tronchetto di Natale di due matte celiache...

tronchetto di Natale Il merito di questa pericolosa avventura va tutto a Glu.Fri, alias Simonetta. È stata lei a contattarmi per propormi di partecipare insieme al contest Aggiungi un blogger a tavola di Genny.

Io mi sentivo (tanto per cambiare) un po' in difficoltà, Simonetta è brava, piena di iniziativa, spumeggiante. Una vera milanese (nel senso buono del termine ;-) ), ma a testa in giù. Lei infatti abita a Buenos Aires, insomma, è un onore per me avere quest'amica quasi emigrante.

Anche perché Buenos Aires è per me densa di ricordi di famiglia, anche se non ci sono mai stata: la mia nonna, quella trentina, delle torte, delle mele, del cuore, da ragazzina è emigrata a Buenos Aires con la sua famiglia.

Mia nonna aveva un ricordo meraviglioso del suo soggiorno argentino, nel quale doveva aver respirato una grande libertà, e così diventare amica di Simonetta è stato per me anche far rivivere i miei racconti di bambina.

Però adesso sono altri tempi, e la blog-amicizia fra me e Simonetta è nata sul web: siamo entrambe celiache, abbiamo un blog di cucina, è stato facile farsi contagiare dalla sua creatività ed entusiasmo.

Il suo è uno dei blog che guardo ogni giorno, l'ho visto crescere ogni giorno di più, sperimentiamo assieme le potenzialità delle nostre schifose farinacce, cerchiamo di fare informazione sulla celiachia e su come cucinare gluten-free a un celiaco senza avvelenarlo :-)

L'idea del tronchetto di Natale è nata dopo uno scambio di mail ad argomento il cioccolato. Io non l'avevo mai fatto, e non stavo tranquillissima, a me poi le decorazioni riescono sempre da schifo... Ci siamo messe di buzzo buono, abbiamo modificato un po' la ricetta originaria prima di tutto trasformandola in gluten-free, ma questo ormai per noi è un gioco da ragazzi, e sostituendo la crema al cioccolato all'interno con una più fresca crema all'arancia, una rivisitazione della crema al mandarino di quel pasticcione dello zio Piero.

Durante la realizzazione ci siamo sentite un sacco di volte via mail, a onor del vero io ho stressato lei con le mie mail ansiogenizzanti... "Secondo me è meglio metterci un tuorlo in più, la crema è troppo fluida..." "Mi raccomando, inumidisci il canovaccio in cui arrotoli il biscuit, se no si sbriciola..."....
Fare un contest del genere con un'amica ansiosa dev'essere veramente faticoso.
Grazie a Simonetta per avermi sopportato comunque e con pazienza!
In questi giorni ha pure avuto dei problemi alla rete, secondo me è andata in tilt per i miei troppi messaggi!

Insomma, la ricetta è questa, ed il risultato è venuto splendido e squisito. Ne ho fatti addirittura due, uno per una cena fra amici e uno per un pranzo in famiglia.

Tutti mi hanno chiesto "Ma non è un po' presto per il tronco di Natale?"

Ho glissato.... Mica potevo rispondere che stavano facendo le cavie per un contest di cucina! Già con ste foto non mi sopporta più nessuno!

Insomma, ringrazio Simonetta per avermi coinvolto in questa divertente avventura. Davvero non ci resta che vederci... magari per mangiare insieme una fetta del nostro Tronchetto di Natale.

Ah... Questo post sta diventando interminabile (e dire che pure la ricetta è lunga!) ma volevo rompervi le balle con una notazione tecnica: la crema per la farcitura è una crema senza latte, fatta con l'amido di mais. Le creme fatte con gli amidi sono una gran risorsa per gli intolleranti, ed è molto suggestivo realizzarle, una delle dimostrazioni della fisica in cucina. Il composto va scaldato e quando raggiunge la temperatura di circa 75°, avviene una trasformazione di fase sol-gel molto spettacolare: prima era torbido e perfettamente liquido, improvvisamente diventa lucido e gelatinoso. Non c'è trucco, non c'è inganno, è a questa temperatura che la soluzione di acqua e amidi gelifica. A quel punto, anche se la crema viene raffreddata, non torna più allo stato liquido ma resta in quello gelatinoso.
Ganzo, vero?

Tronchetto di Natale
Tronchetto di Natale gluten-free all'arancia e cioccolatoIngredienti
Per il biscuit al cacao
  • 4 uova
  • 100 g di zucchero
  • 75 g farina (25 g amido di mais, 30 g farina di riso, 20 g di fecola di patate) (¶)
  • 25 g di cacao in polvere (¶)
  • 1 cucchiaio di miele
Per la crema all'arancio
  • 150 ml di succo d'arancia
  • 150 gr zucchero
  • 3 tuorli
  • 60 gr amido di riso (in alternativa amido di mais) (¶)
  • 400 gr acqua
Per la ganache al cioccolato
  • 250 ml di panna da montare
  • 200 g di cioccolato al 70% (¶)
Per la finitura
  • 60 g di gocce di cioccolato (¶)
  • 200 ml di succo d'arancia
  • 150 g di zucchero
  • 60 g di arancio candito (¶)
Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.
Preparazione
Biscuit al cacao
Scaldare il forno a 220 gradi

Battere 4 tuorli con 100 gr di zucchero in polvere ed un cucchiaio di miele fino a che siano bianchi e spumosi.

Settacciare 75 gr di farina (50 % di amido di mais e 50% di farina di riso) con 25 gr di cacao in polvere e incorporare il mix ai tuorli.

Montare le chiare a neve ferma, aggiungere 1/3 all' impasto e il resto con molta delicatezza.

Spalmare l'impasto sulla leccarda coperta con carna forno imburrata e infarinata, infornare per 8-10 minuti.

Quando si toglie dal forno si mette su un canovaccio bagnato, con la sua carta forno, e si arrotola. Si srotola dopo qualche secondo, si stacca dalla carta forno, si mette un nuovo foglio di carta forno e si riarrotola tutto assieme, finché non è freddo.

Sciroppo all'arancia
Versare 200 ml di succo di arancia in un pentolino con 150 gr di zucchero e portarlo a ebollizione, togliere dal fuoco e lasciare raffreddare.

Crema all'arancia
Sbattere i tuorli con lo zucchero, l'amido e quindi l’acqua riscaldata. Infine il succo d'arancia.
Mettere sul fuoco e girate con la frusta fino a quando raggiunge la consistenza desiderata e freddare.

Ganache al cioccolato
Portare a ebollizione 15 cl di panna, toglierla dal fuoco, tagliare 200 gr di cioccolato al 70% di cacao e incorporarlo alla panna.

Montare in una ciotola gelata 10 cl di panna e incorporarla delicatamente al cioccolato

Composizione del dolce
Mettere il biscuit su una pellicola elastica, inumidirlo bene con lo sciroppo all'arancio. spalmare sopra la crema all'arancio, spargere sopra 60 g di gocce di cioccolato.

Arrotolare il tronco stringendolo bene con la pellicola. Metterlo in frigo per almeno 2 ore (io ce l'ho tenuto una notte)

Togliere il film di plastica e coprire il tronco con la crema di cioccolato. Passare sulla crema i rebbi di una forchetta per imitare il legno, decorarlo con striscioline di arancia candita e lasciarlo 2 ore in frigo prima di servirlo.

Ah... Non so se si era capito, ma con questo post partecipo insieme a Simonetta di Glu.Fri - Cosas varias libre de gluten al contest di Natale di Genny - Al cibo commestibile



giovedì 9 dicembre 2010

Mini quiche al roquefort da porca figura (di Alessandra MT)

mini quiche al roquefort
L'altra sera ho fatto una cena da porca figura, come direbbe Alessandra di Menu Turistico.
Ed infatti la cena è iniziata con una rivisitazione delle sue mini tatin al roquefort, frutto di un fitto scambio di commenti, prese di giro ed incoraggiamenti da parte della suddetta Alessandra.
Gaia: "Vorrei fare le tue mini-tatin al roquefort, mi ispirano un sacco, ma la mia sfoglia senza glutine non sfoglia, come posso fare?"
Ale: "Falle diritte, non rovesciate!"
Gaia: "E se non ho gli stampi da mini-muffins?"
Ale: "Falli negli stampi che hai"
Gaia: "E se viene un tornado e un'invasione di cavallette?
Ale: "Ti terrò la manina..."

E così fu.

Alla fine aveva ragione la ragazza: sono una cosa facile facile, anche a diritto sono venute benissimo, hanno fatto la loro porca figura e sono state spazzolate in un batter d'occhio, pargola buongustaia compresa che se n'è fatta fuori tre!

Come suggerisce la ragazza, con lo stesso procedimento se ne possono fare di tutti i tipi, pesto e pomodorini, pere e gorgonzola, salmone, insomma, una risorsa veramente versatile!

La foto fa schifo, l'ho fatta in fretta e furia con gli ospiti che incombevano con cavallette e bella grazia che sono riuscita a fotografare senza che me le togliessero da sotto l'obiettivo :-)

Mini quiche al roquefort
Ingredienti
  • 1 foglio di pasta sfoglia senza glutine (il mio erano circa 350g) (¶)
  • 150 g di roquefort
  • 1 uovo
  • sale
  • burro e farina di riso (¶) per gli stampi
Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.

Preparazione
Scaldare il forno a 200°.

Stendere la sfoglia in un foglio di qualche mm.

Imburrare e infarinare degli stampini da tartellette (con questa dose io ho fatto 15 stampini da tartellette piccole e 4 da crostatine e mi è avanzata un po' di sfoglia). Se avete quelli in silicone vi risparmiate questa fatica e non sarebbe male.

Mettere la sfoglia negli stampini.

Mettere in fondo ad ogni stampino un pezzettino di roquefort, negli stampi da crostatine io ne ho messi tre.

Sbattere l'uovo con la panna e un pizzicone di sale, e versare il composto negli stampini.

Infornare per una ventina di minuti e servire subito.

Nota: Non riesco a trovare una sfoglia senza glutine già pronta che mi piaccia, così ho usato la finta sfoglia di Loriana alias La mercante di spezie, che potete trovare qui nella versione originale, qui nella rivisitazione di Adriano di Profumo di Lievito, che è poi il procedimento che ho seguito io, ovviamente nella versione senza glutine della solita mitica Felix di Uncuoredifarinasenzaglutine.
L'avevo fatta quest'estate e non mi aveva convinto del tutto, non aveva sfogliato per niente, l'ho rifatta tempo fa e cacciata in freezer senza provarla, e devo dire che a questo giro mi ha dato moltissime soddisfazioni, ha sfogliato un bel po', ed era buona buona buona.

Edit della sera: Barbara di Rossociliegia mi fa giustamente notare che è piuttosto improbabile che uno studente fuori-sede abbia del roquefort in frigo. Alessandra suggerisce che si possa fare anche con il gorgonzola piccante. Ve lo confermo, perché, qui lo dico e qui lo nego, io il roquefort in realtà non l'avevo trovato. E li ho fatti proprio... con il gorgonzola piccante!

Con questa ricetta partecipo al contest di Pomodoro rosso


giovedì 2 dicembre 2010

Muffins senza glutine ma sessisti per la Lipperini

Avete mai provato a leggere i libri di testo dei vostri figli dal punto di vista della differenza di genere?
Io si, questo giochetto l'ho fatto tre anni fa. Per scoprire che nel libro di prima elementare di mia figlia i protagonisti erano cinque bambini, e due bambine (alla faccia del fatto che siamo più o meno metà e metà, su questo pianeta), e due adulti, un mago e una maga.
Il mago è figo, fa un sacco di cose ganze, ed ha un notevole ascendente sui bambini. La maga in realtà non si vede quasi mai, giusto due volte, una mentre cucina e l'altra in cui fa le faccende.
Giuro, non sto scherzando.

Se poi ci spostiamo dal mondo serio dei libri scolastici a quello degli altri media, TV, internet, giochi elettronici, le cose diventano ancora più evidenti. Basta guardare le pubblicità che passano nella fascia oraria pomeridiana, piena di piccoli campioni di calcio e veline in formato mignon, che starnazzano sculettando di fronte a trucchi e vestiti alla moda.

L'invenzione di questi giochetti non è farina del mio sacco, ma di Loredana Lipperini, ma soprattutto nel suo libro Ancora dalla parte della bambine. Loredana con le sue trasmissioni su Radio3, con il suo blog Lipperatura, con i suoi libri riesce a guardare dove gli altri non vedono, e a farci da apritrice di occhi, il che non è poco di questi tempi.
...
A proposito, se qualcuno vuole regalarmi per Natale Non è un paese per vecchie non ha altro che da farsi avanti. A buon intenditor... ;-)

Quando ho scoperto che proprio la Lipperini aveva parlato dell'iniziativa Metti un finocchio a cena... su La Repubblica, precisamente qui, ne sono stata veramente orgogliosa. La sua citazione mi ha confermato una volta di più che se ne doveva parlare, che era stato doveroso farlo, insomma, che abbiamo fatto la cosa giusta.
Grazie ancora a tutti, e grazie a Loredana che ci ha dedicato un po' dello spazio che ha sul giornale (mi scuso di aver scritto questo post con così grande ritardo, Norma era stata un po' più solerte di me...)

E dato che mi piace mettere il dito nelle mie contraddizioni (di genere, ma non solo), le offro questi muffins al limone glassati, glassatura fatta insieme a mia figlia (quella che aveva il libro delle elementari di cui sopra).
Pregasi notare il profluvio di rosa, violetto, cuoricini e fiorellini. Ovviamente, come per tutte le ultime foto, il food styling è suo ;-)
Ho la quasi matematica certezza che se li avessi fatti con mio figlio, sarebbero spuntati dei rossi e dei blu, e molte macchinine.

... Chi è immune da comportamenti sessisti, scagli la prima pietra.


muffins al limone
Muffins (senza glutine  e sessisti) al limoneIngredienti
  • 250 g di farina senza glutine (io ho usato un mix composto da 75 g di maizena, 100 g di farina di riso, 75 g di fecola di patate) (¶)
  • 250 g di ricotta
  • 180 g di zucchero
  • 2 limoni non trattati
  • 1 bustina di lievito (¶)
  • 50 g di burro
  • 3 uova
  • 200 g di zucchero a velo
  • coloranti alimentari (¶) (io ho usato quelli della Rebecchi che, pur non essendo in prontuario, ho contattato direttamente e mi hanno assicurato essere esenti da contaminazioni. A questo proposito l'utilissimo post di ValeTork di InCucinaSenzaGlutine)
Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.
Preparazione
Sbattere le uova con lo zucchero, incorporare la ricotta, il burro a pomata e la scorza grattata dei limoni. Aggiungere anche il succo di uno dei due limoni .

In un'altra ciotola miscelare le farine con il lievito.

Incorporare gli ingredienti secchi a quelli liquidi, senza mescolare troppo.

Nel frattempo si saranno imburrati e infarinati degli stampi da muffins, e si sarà preriscaldato il forno a 180°.

Rimpiere gli stampini da muffin fino a 3/4, infornare per una ventina di minuti, quindi estrarli dal forno, lasciarli riposare cinque/dieci minuti e toglierli dalle formine.

Nel frattempo preparare la glassa, mescolando lo zucchero a velo con un paio di cucchiai di succo di limone. Mi raccomando, non farsi fregare dal fatto che sembra troppo solido, aggiungere il limone poco alla volta aspettando che lo zucchero si scioglia, per evitare di ottenere una glassa troppo liquida.

Dividere la glassa così ottenuta in varie ciotoline, da colorare a piacere.

Quando i muffins sono freddi potete decorarli.
Io ho usato anche quelle penne contenenti un gel colorato, non so come si chiamino.

Sono sessisti, ma buoni, molto morbidi, e profumatissimi.

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