mercoledì 27 giugno 2012

Scaloppine invernali con porri e il mio amato Gewurztraminer


Non era proprio previsto partecipare con due ricette all'MTC di giugno, ma la tentazione era forte: come dicevo nel precedente post, qui le scaloppine vanno per la maggiore. Certo, nella quotidianità le facciamo sempre negli stessi tre o quattro modi, ma sono comunque una pietanza veramente familiare, ed arrivato il tormentone MTC, non me lo sono tolto dalla mente.
Se la ricetta precedente era assolutamente estiva, questa invece è invernale, e nasce da una serie di casualità. Vera ricetta-serendipity, come spesso accade in cucina, d'altronde.
Veniamo per ordine. Lunedì vado al mercato. Vedo dei porri. O che ci fanno dei porri a giugno-quasi-luglio? I porri qui piacciono da morire, non resisto, qualcosa ci farò (in realtà lo sapevo già cosa ci avrei fatto).
Viene a cena un amico, faccio zucchine ripiene e pilaf. Pilaf ai porri ovviamente :-)  
Il giorno dopo, quando mi appresto a preparare la cena, in frigo trovo: delle scaloppine di maiale (io in assoluto sono quelle che preferisco, ottenute da fettine sottili di arista) che mi erano casualmente rimaste appiccicate al mercato, non so come non so perché (firulì... firulà...), un avanzo del pilaf della sera prima, mezza bottiglia di Gewurztraminer (vino da me amatissimo, anche se di non facile abbinamento, da quant'è profumato e quasi dolce), un paio di porri.
Non siete d'accordo anche voi che la cena era già bell'e che fatta? E così fu.

La foto fa schifo perché è stata fatta molto di fretta con pochissima luce.

Ringrazio nuovamente Elisa per averci proposto questa bella ricetta sulla quale continuerei a variare all'infinito.
Precisazione: il pilaf l'ho fatto con del Carnaroli, riso assolutamente inadatto a questo tipo di preparazione, che vorrebbe risi dai chicchi lunghi tipo il Patna o il Basmati che rimangono ben sgranati e rilasciano poco amido. Però avevo una confezione del mio amatissimo Carnaroli semi-lavorato di Corte Bà aperto, e con questo caldo  mi dispiace lasciarlo in pasto alle malefiche farfalline. Appena fatto non era così sgranato come dovrebbe, ma il giorno dopo era perfetto.

Scaloppine di maiale con i porri al profumo di Gewurztraminer con accompagnamento di riso Pilaf

Ingredienti
(Per 4 persone)
  • 8 fettine di arista di maiale, tagliate sottilie battute
  • farina di riso (¶)
  • 3 porri
  • Gewurztraminer
  • burro 
  • olio EVO
  • brodo vegetale hand-made (io lo faccio con le classiche verdure, carota, sedano, cipolla, zucchina, falda di peperone + mazzetto di prezzemolo e poi lo surgelo a cubetti, per averlo sempre a disposizione per ogni evenienza)
  • 350 g riso Carnaroli semi-lavorato
Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.
 
Preparazione
Preparare il brodo vegetale e tenerlo in caldo.
Preriscaldare il forno a 180° circa.
Preparare il Pilaf: lavare ripetutamente il riso per fargli perdere l'amido. Nel frattempo mondare e tagliare un porro (grosso) sottile sottile (io con la mandolina) e farlo appassire in un paio di cucchiai d'olio a fuoco basso. Quando è un po' appassito aggiungere mezzo bicchiere di vino e farlo sfumare, quindi aggiungere il riso, e farlo cuocere girando spesso finché non diventa translucido. Aggiustare di sale.
A questo punto versare sul riso 650 ml circa di brodo bollente, incoperchiare (io lo faccio in una pentola di pirex) e infornare coperto, senza più mescolare, per 25-30 minuti circa. Io uso un riso semi-lavorato, che quindi richiede un tempo di cottura più lungo di quello normale, per il quale basterebbero 15-20 minuti.
Passato questo tempo togliere dal forno, far riposare un po' scoperto, sgranare bene con una forchetta e servire.
In questa ricetta io ho utilizzato il riso fatto il giorno prima, e l'ho riscaldato in padella con un filo d'olio. L'effetto è stato ottimo, perché la rosolatura ha accentuato l'effetto croccantino del riso. 

Nel frattempo mondare gli altri due porri e tagliarli sottili sempre con la mandolina, e farli appassire in padella con un paio di cucchiai d'olio. Quando sono un po' appassiti aggiungere mezzo bicchiere di vino e farlo sfumare, e continuare a cuocere i porri, aggiustando di sale, continuando ad aggiungere via via del brodo vegetale finché non sono quasi sfatti. Tenere al caldo.

All'ultimo preparare la carne: infarinare con la farina di riso le fettine di arista, che dovranno essere sottili.
Mettere in una padella (io anti-aderente, nella mia esperienza il fondo di cottura si forma lo stesso) una grossa noce di burro, accendere il fornello a fuoco vivo e quando il burro schiuma mettere giù le fettine, facendole ben rosolare da entrambe le parti. Quando sono rosolate, versare sulle scaloppe un bicchiere di Gewurtztraminer, girarle da entrambe le parti, affinché si insaporiscano bene, quindi metterle da parte  in un piatto coperto.
Deglassare il fondo di cottura con un altro mezzo bicchiere di vino, quindi allungarlo con qualche cucchiaio di brodo vegetale.
Rimettere le scaloppine di pollo nella padella pochi secondi, aggiustare di sale e comporre i piatti con un po' di riso, e le scaloppine con il loro sughetto. Cospargere la salsina di porri sulle scaloppine, mettendone anche una cucchiaiata sul riso.
Servire immediatamente.


Con questa ricetta partecipo alla sfida di giugno dell' MTC di Menu Turistico.
La ricetta originale di Elisa di Sapori di Elisa
MTC di Giugno  2012

giovedì 21 giugno 2012

Biscottini al cocco (naturalmente senza glutine) per la fine di un ciclo


L'ultima settimana di scuola è stata piuttosto impegnativa, sia per il lavoro che per gli impegni extra.
Essendo l'ultimo anno delle elementari di mia figlia grande, è stato tutto un susseguirsi di festeggiamenti, manco fosse il compleanno di HMTQ.
L'ultimo giorno di scuola, manco a dirlo, hanno fatto l'anche una festicciola in classe.
Ovviamente ogni genitore era caldamente invitato a portare qualcosa.
Ancor più ovviamente io non potevo esimermi, se volevo che la piccola avesse qualcosa da mangiare.
Peccato che siamo tornati a casa alle sette di sera, e dopocena avevo un impegno.
Ci voleva una soluzione rapida, rapidissima, che quasi si faceva da sola. 
Sono stata salvata dalla Manu, e in origine dall'Araba, ma in origine origine da Marta Stewart, una ricetta veloce e gustosa che è piaciuta moltissimo ai bambini. Credo di aver fatto dei dolcetti più piccoli rispetto a quelli indicati nelle loro ricetta, perché con dose doppia sono venuti 40 biscottini, mentre a quanto scrivono loro ne sarebbero dovuti venire 20. Poco importa, così erano veramente dei bocconcini deliziosi.
Ovviamente bisognava, in questo clima di grandi festeggiamenti, rivolgere le attenzioni anche al piccino, che è, come dire, un po' permaloso e preda ultimamente di grandi gelosie.
Complici i ricordi dell'infanzia e del tempo che fu, degli imminenti Europei, della patria passione per il calcio che non c'è verso di evitare, soprattutto in una classe in cui ci sono 17 maschi, in casa nostra ha fatto il suo ingresso un evergreen: il Subbuteo (anche se non si chiama più così).
Ed è stato un ingresso trionfale.
Ormai ogni giorno si fanno delle partite, è stato organizzato pure un torneo casalingo, a cui partecipano tutti fuorché la sottoscritta, che in un'ottica molto famigliola-anni-cinquanta all'ora del Subbuteo è tipicamente a preparare la cena...
Il subbuteo occupa tutta la casa, le sue statuite compaiono in ogni angolo... Il campo è finito anche sul tavolo da cucina.
Pare infatti che in un momento di stanchezza, i giocatori abbiano gradito... alcuni Coconut macaroons :-)))



Coconut macaroons
(da Cookies
di Martha Stewart, visti da Manu che a sua volta li aveva visto dall'Araba)
Ingredienti
(per una quarantina di biscottini)
  • 150 g di farina di cocco (¶)
  • 160 140 g di zucchero semolato 
  • 2 albumi
  • una presa di sale
Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo(¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.
Preparazione
Per la ricetta lascio la parola a Manu e Stefania.
Mettere in una ciotola la farina di cocco, l'albume, lo zucchero, il sale. Mischiare il tutto con le mani, stringendo l'impasto tra le dita.
Non sarà particolarmente compatto,  va bene così.
Accendere il forno a 160°
Bagnarsi le mani con acqua fredda, scolarle dall'eccesso e formare delle...montagnette o palline che andranno poggiate su una teglia coperta con carta forno.
Non stringete troppo le montagnette, devono rimanere un po' traballanti.
Infornarle a 160 gradi per un tempo variabile tra i 16 ed i 20 minuti, finchè la base e la punta saranno leggermente coloriti (io un po' troppo, ma erano buoni lo stesso).
Tirare la teglia fuori dal forno e non toccarli assolutamente (da caldi potrebbero rompersi), non vi preoccupate che quando si freddano si consolidano.
Servire a temperatura ambiente.
Dice che si conservano fino a una settimana, qui non abbiamo avuto modo di verificare perché la mattina dopo il vassoio è finito dritto a scuola... e non è tornato nemmeno il vassoio :-)

martedì 19 giugno 2012

Scaloppine ai peperoni e balsamico per l'MTC del solleone


Siamo già a giugno. La scuola è finita, gli scrutini pure. Solo pochi impegni scolastici, e poi... se ne riparla a settembre (in realtà quest'anno le cose non andranno proprio così, ho un sacco di impegni che mi terranno sui libri tutta l'estate, ma è un'eccezione).
Si, lo so, è quasi vergognoso parlarne, di queste lunghissime vacanze degli insegnanti. 
Me lo ricordo bene invece, quando facevo l'altro lavoro, cosa voleva dire avere tre risicatissime settimane di vacanza. E per fortuna che i pargoli erano ancora piccoli, e potevo rimpinguarle con il santo, santissimo congedo parentale. Era a stipendio zero, ma tanto finisce fra centri estivi e baby-sitter, si deve tirare fuori una tale quantità di soldi, che il congedo a stipendio zero è quasi un guadagno.
Solo che il congedo mica è ad libitum, sono sei mesi. Un po' te lo giochi dopo la maternità obbligatoria, che tornare a lavorare quando il pargolo ha solo tre mesi, soprattutto se allatti, non è proprio cosa, e poi te lo centellini.
Io almeno facevo così, me lo centellinavo, anno dopo anno, ogni giugno a fare i conti della serva, "Prendo tre settimane di congedo... No, ne prendo quattro, e chi se ne frega... Si, ma poi l'anno prossimo, e quello dopo, e quello dopo ancora... Via, meglio prenderne tre... L'anno prossimo saranno più grandi, diventerà più semplice, magari la nonna se li tiene una settimana al mare" Fare quella benedetta domanda era un parto veramente difficile. E vogliamo parlare della prole che, piccolissima, si trovava a passare anche buona parte dei mesi estivi, dopo il lungo inverno, in situazioni instituzionalizzate?
Certo, si cercava di scegliere i posti che più ci ispiravano, certo potevano giocare con altri bambini, ma erano sempre regole, orari di risveglio antelucani, impegni fissi. Troppo.
Adesso è bellissimo :-)
Certo, mi ci vuole una settimana ad abituarmi ad averli tutto il giorno intorno, settimana nella quale non risparmio urli e partacce al centesimo paio di ciabatte abbandonate in cucina, l'altro giorno anche un apparecchio ortodontico sul bordo del bidet!
Però vederli sbracati tutto il giorno, senza sveglia, nè obblighi, è impagabile. Ci mettono ore, ad approntarsi il gioco con cui consumeranno tutta la giornata, che sia lo spettacolo di magia o la messa in scena stile horror per quando tornerà il babbo. Non hanno (quasi) bisogno di me, se non in momenti critici.
Lo so, presto arriverà la noia, ma per ora se la godono, eccome se se la godono.
E questo tempo senza lacci né lacciuoli lo considero un regalo preziosissimo.
Chi mi conosce sa che non è che l'insegnante sia proprio la mia vocazione, e tutti gli anni faccio parecchia fatica a barcamenarmi fra classi che non riesco a tenere, programmi che non riesco a finire e frustrazioni che non riesco a trattenere, ma quando si avvicina la fine di giugno, tutto cambia colore, e le quotazioni di questo lavoro salgono vertiginosamente.
Come recitava una bellissima vignetta:
Three reasons to be a teacher: june, july and august
Insomma, in onore di quest'estate che per me sarà più faticosa di altre ma che per i bambini sarà una lunga, svaccata e meritatata vacanza, vi propongo queste scaloppine ai peperoni, con cui partecipo alla sfida dell'MTC di giugno.
La ricetta è stata proposta da Elisa, e mi è piaciuta subito. Le scaloppine sono la carne per elezione di questa famiglia. Per i bambini, scaloppine e purè è il piatto preferito, la loro madeleine di quando saranno adulti.
Se la giocano quasi alla pari con le milanesi, ma le scaloppine alla fine sono meglio, con quel sughetto da mescolare con il purè e da tocciare alla fine direttamente dalla padella, con litigata d'ordinanza.

Ho evitato le ricette standard (limone, vino bianco, marsala) perché mi sembravano troppo scontate.

Ho scelto questa versione super-estiva, con i peperoni e l'aceto balsamico, perché l'abbinamento fra pollo, aceto balsamico e peperoni è davvero vincente, e perché, lo confesso, mi piaceva tirarmela a scrivere concassè di peperoni :P (che poi non lo so mica se il termine è giusto!)

Per quanto riguarda l'aceto balsamico, ho la fortuna di avere parenti modenesi, proprio nella zona di produzione, e quindi conservo gelosamente delle microscopiche boccettine di aceto balsamico vero (credo sia il DOP) denso come melassa, nero e profumatissimo.
Quando voglio concedermi un lusso per fare le scaloppine uso proprio questo aceto, ma devo confessare che tengo anche in casa sempre una bottiglia di aceto balsamico di Modena IGP, che effettivamente ha poco a che fare con l'altro, ma se ne può trovare di più che commestibile e adatto alla cucina di tutti i giorni. Ovviamente non bisogna prendere il primo che mi capita a tiro ma si deve scegliere.
Altrettanto ovviamente, se si usa quello vero, se ne deve usare meno. 




Scaloppine di pollo all'aceto balsamico con concassé di peperoni rossi

Ingredienti
(Per 4 persone)
  • 8 fettine di petto di pollo, tagliate il più possibile sottili
  • farina di riso (¶)
  • 2 peperoni rossi
  • aceto balsamico
  • basilico
  • burro 
  • olio EVO
  • brodo vegetale hand-made (io lo faccio con le classiche verdure, carota, sedano, cipolla, zucchina, falda di peperone + mazzetto di prezzemolo e poi lo surgelo a cubetti, per averlo sempre a disposizione per ogni evenienza)
Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.
 
Preparazione
Mondare i peperoni e tagliarli a falde. Grigliarli  e, quando saranno ben bruciacchiati, metterli in un sacchetto di carta, farli intiepidire e quindi togliere loro la buccia. Tagliarli a dadini molto piccoli e metterli a marinare con un paio di cucchiai di olio EVO, un cucchiaio di aceto balsamico, sale e qualche foglia grossolanamente tagliuzzata di basilico.

Nel frattempo preparare la carne: infarinare con la farina di riso le fettine di petto di pollo, che dovranno essere sottili (se non lo fossero, si possono tagliare a metà o eventualmente battere con il batticarne, con delicatezza perché il pollo tende a sfibrarsi).
Mettere in una padella (io anti-aderente, nella mia esperienza il fondo di cottura si forma lo stesso) una grossa noce di burro, accendere il fornello a fuoco vivo e quando il burro schiuma mettere giù le fettine, facendole ben rosolare da entrambe le parti. Quando sono rosolate, versare sulle scaloppe l'aceto balsamico, girarle da entrambe le parti, affinché si insaporiscano bene, quindi metterle da parte  in un piatto coperto.
Allungare il sughetto con qualche cucchiaio di brodo vegetale, per sciogliere ben bene il bruciaticcio rimasto nella padella, (questa roba detta in termini tecnici suonerebbe più o meno "deglassare il fondo di cottura con qualche cucchiaio di brodo vegetale" ma se lo dico io non risulto credibile) quindi versare nella padella i dadini di peperone con la loro marinata, e saltarli a fuoco vivo.
Rimettere le scaloppine di pollo nella padella pochi secondi, aggiustare di sale e servire subito.


Con questa ricetta partecipo alla sfida di giugno dell' MTC di Menu Turistico.
La ricetta originale di Elisa di Sapori di Elisa
MTC di Giugno  2012

venerdì 15 giugno 2012

Rifatte senza glutine: la cheesecake al limone di Anna Lisa


Oggi è il 15 giugno e, puntuali come sempre, eccoci all'ottava puntata delle RIFATTE SENZA GLUTINE!

A questo giro abbiamo fatto una torta, buonissima, proposta da Anna Lisa di Senza glutine per tutti i gusti: un freschissimo cheesecake, veloce e perfetto per l'estate: il cheesecake al limone.

Per fortuna che era veloce: le ultime settimane, fra scrutini e altri impegni, sono state densissime, e non avrei saputo come fare se si fosse trattato di un piatto più impegnativo. Cosa c'è di meglio invece di una torta squisita, che mi ha fatto fare una porca figura, per dirla alla Raravis, senza sforzo?
Anche questo post sarà veloce, quindi passo rapidamente alle mie annotazioni.

Dato che il solito marito rompino non mangia formaggi, non ho potuto farla con la ricotta, che ho sostituito con il mascarpone. Ma il mascarpone è molto più grasso della ricotta, quindi ho evitato di aggiungere la panna, che mi pareva a questo punto veramente superflua. Devo dire che non se ne è sentita la mancanza.
Non avendo il Bimby, ho fatto la torta con la planetaria, ma è venuta buonissima lo stesso, e si potrebbe fare tranquillamente anche a mano o con il robot da cucina.
Insomma, grazie Anna Lisa per averci fatto scoprire questa delizia, che riproporrò sicuramente in tavola quanto prima! 


Rifatte senza glutine




Cheesecake al limone
Ingredienti
(per quattro persone)

  • 500 gr di ricotta di pecora mascarpone
  • 100 ml di panna fresca (crema di latte)
  • 220 gr di zucchero semolato vanigliato (me lo faccio da sola, tenendo lo zucchero nel barattolo dove conservo le stecche di vaniglia)
  • 2 cucchiai di fecola di patate (¶)
  • 1 limone non trattato
  • 4 uovo
  • 1 bustina di vanillina (¶) (avendo usato lo zucchero vanigliato, ho omesso la vanillina)
  • 1 noce di burro
Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.

Procedimento
Preriscaldare il forno a 180°.

Imburrare una tortiera da 26cm di diametro, e spargere sul fondo una manciata di zucchero semolato.

Separare i tuorli dagli albumi, e montare questi ultimi a neve ben ferma con un goccio di limone (NO pizzico di sale).
Grattare la buccia del limone e metterla nel mixer con lo zucchero, al fine di ottenere uno zucchero a velo al profumo di limone.
Montare i tuorli con lo zucchero, e, quando sono bianchi e spumosi, aggiungere il mascarpone, un cucchiaio alla volta sempre montando, quindi, il succo di limone e per ultima la  fecola setacciata.
Smettere di montare e amalgamare al composto le chiare montate a neve, delicatamente dall'alto in basso (per mescolare io uso un tarocco) per evitare di smontarle.
Versare il composto nella tortiera e infornare.

Far cuocere per una quarantina di minuti (nel mio forno anche tre quarti d'ora), spegnere il forno e lasciar riposare all'interno per una decina di minuti, con lo sportello semi-aperto.
Estratte dal forno, e far raffreddare completamente prima di sformare.
Lasciarla comunque riposare, meglio se in frigo, un'oretta prima di servire. Ma è ottima anche se la si fa un giorno per l'altro.

Ed eccola pronta e tutta intera. Ci è rimasta per poco, tutta intera ;-)



Ed ecco le fondatrici delle Rifatte:
Adesso le Rifatte vanno in vacanze, ci ritroveremo il 15 ottobre, a casa di Elena, La celiaca pasticciona, che in realtà non è per niente pasticciona ed è una bravissima cuoca, ad assaggiare le sue tagliatelle con crema di peperoni, un piatto morbido e colorato per cominciare l'anno nuovo in allegria.

Eccole qua: appetitose, vero?


sabato 2 giugno 2012

Rotolo o roulade? Sia quel che sia, ma salato e senza glutine


Ieri c'è stata la festa di fine elementari di mia figlia. Malgrado le previsioni (di solito l'idea di andare alle feste di classe dei figli è sempre un po'... faticosa...) è stata una bella giornata, piena di emozioni e occasione di inevitabili bilanci.
Purtroppo sempre ieri c'era la tradizionale festa di fine anno nella scuola dove insegno, un altro bell'appuntamento molto caldo e sentito, ma, dovendo scegliere, non potevo certo mancare alla festa di mia figlia.
Inevitabili bilanci, dicevamo. È proprio vero che questi cicli scolastici rappresentano anche dei cicli di vita. Guardare ieri quei bambini urlanti ma anche ormai così "ragazzini" mi ha fatto una notevole impressione.
Ma come?
O non erano piccoli?
Ma questi non sono PIÙ piccoli!
Non solo i loro corpi cambiano velocissimi (ormai quasi tutti i maschi, e anche parecchie femmine della classe sono più alti di me!) ma i loro pensieri, comportamenti ed emozioni.
Si sta entrando di gran carriera nell'era della squiziaggine, come la chiamerebbe mia mamma: quel lungo periodo che dura almeno una decina d'anni in cui le ragazzine chiacchierano in continuazione, con atteggiamenti che sono una via di mezzo fra lo scafato e lo smorfioso, passando per l'ammiccante, ma soprattutto complice: c'è una complicità nuova fra di loro, più consapevole, una maggiore voglia di stare insieme e di sottolineare le distanze dal mondo degli adulti.
Eppure mia figlia parla. Racconta. Come non aveva mai fatto prima. "Ma zitta non ci stai mai?" penso a volte (ma me ne guardo bene dal dirglielo!) E ripenso con stupore alla bambina silenziosa e solitaria di solo qualche mese fa. Sono veramente fanciulle in fiore, e, almeno per quello che è diventata mia figlia, è davvero una splendida notizia.
Non saranno sempre rose e fiori, ma in questo momento mi trovo ad osservare con stupore e gioia questa figlia che cresce e diventa sempre più bella, fuori e dentro, e ne sono semplicemente felice.

Ovviamente per questa festa, alla quale ognuno doveva preparare qualcosa, ho preparato di tutto di più, con la scusa che non potevo far sentire la pargoletta celiaca l'unica che non aveva niente da mangiare. In realtà c'erano tantissime cose che poteva mangiare dalla frutta al pecorino con i baccelli, passando per almeno tre o quattro torte fatte da sensibili ed empatiche mamme dei suoi compagni, che devo dire si stanno veramente dando da fare per venire incontro alle sue esigenze.

Ma tant'è, ormai avevo prodotto... Nell'ordine:
- baci di dama salati (metà alle noccciole, con crema al gorgonzola, e metà alle mandorle, con il pesto)
- panini maialini
- panini al latte semplici, farciti con salumi
- olive all'ascolana (in realtà le fa mia suocera, un giorno le pubblicherò)
- rotolo dolce alla nutella
- bicchierini di cheese-cake al lemon curd, ma in versione mini, nei bicchierini da caffè
 e, last but not least, questo fantastico rotolo. O roulade, che fa tanto più chic.

È tanto che mi frulla in testa l'idea di fare un rotolo salato. Verrà? Non verrà? Venne :-)

Ho preso la ricetta di rotolo dolce che uso di solito ed ho apportato le seguenti modifiche: ho ridotto, ma non eliminato totalmente, lo zucchero (altrimenti non avrei saputo come fare a montare i tuorli) e ho ridotto anche la farina, perché mi immaginavo, come in effetti è accaduto, che il composto di tuorli sarebbe stato meno morbido e spumoso.
La consistenza era esattamente quella del biscuit, ma salato, e quindi perfetto per essere farcito con salse varie, adatto per un pranzo in piedi o un antipasto.

Lo consiglio caldamente. Anche se va mangiato freddo :-))))



Roulade al salmone

Ingredienti
    • 4 uova
    • 20 g di farina di riso (¶)
    • 20 g di fecola di patate (¶)
    • 20 g di maizena (¶)
    • 20 g di zucchero
    • un'abbondante presa di sale
    • succo di limone 
    • burro e farina di riso per imburrare la teglia
    Per la farcia
    • 250 g di formaggio spalmabile o ricotta  
    • 150 g di salmone affumicato 
    • succo di limone
    • erba cipollina
    • timo
    Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.
     
      Preparazione
      Separare i tuorli dagli albumi. Montare gli albumi a neve ben ferma, aggiungengo un cucchiaino da caffè di succo di limone all'inizio. Niente sale.
      Montare i tuorli con lo zucchero, un cucchiaino da tè di succo di limone e un'abbondante presa di sale.
      Quando l'uovo è gonfiato (non diventerà mai spumoso come nel rotolo salato, non c'è abbastanza zucchero, ma ci accontentiamo) aggiungere una cucchiaiate di chiare montate a neve, e quindi le farine mischiate e setacciate. Mescolare bene, quindi aggiungere le chiare montate a neve, un cucchiaio alla volta e spatolando dall'alto in basso per non smontarle.
      Nel frattempo coprire il fondo della teglia (io ho usato la leccarda del forno) con un fogli di carta-forno simburrato e infarinato.
      Preriscaldare il forno a 180°.
      Versare il composto nella teglia, pareggiare (io ho usato il tarocco grande di plastica che uso per il pane) e infornare per 12 minuti a metà altezza.
      Bagnare e strizzare bene un canovaccio bianco, non profumato. Passati i 12' sformare il biscuit sul canovaccio umido, arrotolare stretto con la sua carta forno e lasciare così per un minuto o due.
      Srotolare, togliere la carta forno con cui si era cotto il rotolo e sostituirla con un altro foglio pulito, arrotolare di nuovo e lasciare così finché non si è raffreddato.

      Preparare la farcia: tagliare a pezzetti il salmone e tritarlo bene nel mixer, amalgamare il formaggio spalmabile (se si usare la ricotta setacciarla per renderla più cremosa e togliere l'effetto grumoso tipico di questo formaggio) mescolando bene, e, per ultimi, aggiungere le foglioline di 4/5 rametti di timo e tagliuzzarvi dentro qualche filo di erba cipollina.

      Quando il rotolo si è freddato srotolarlo, spalmarlo con l'impasto preparato e arrotolarlo di nuovo, il più stretto possibile, aiutandosi con il canovaccio (eventualmente sostituire il canovaccio bagnato con uno asciutto).
      Tenere in frigo almeno un paio d'ore (ma se si prepara il giorno prima è meglio)  per consolidare il tutto e permettere ai sapori di amalgamarsi.

      Poco prima di servire, tagliare a fettine e servire.

      Scusate per la ripubblicazione del post, ho fatto confusione!

      È una delle tante ricette che potrete trovare sul mio libro Torte rustiche gluten free.



      Torte rustiche gluten free

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