lunedì 28 ottobre 2013

Bitterine senza glutine per bambini esigenti


Forse con mio figlio sono spesso troppo indulgente. Anzi, è una certezza.
E dire che io sarei la kattiva di casa. Quella che mette freni. Impone limite. Vieta addirittura.

Quando ti guarda con quei suoi occhioni da gatto-con-gli-stivali, diventa molto difficile dirgli di no.
Anche perché non è che si sprechi. Non si sdà in coccole, manifestazioni di affetto, dichiarazioni d'amore. No, lui si fa pregare.
Così tutti gli concedono sempre quello che vuole.

Salvo poi incavolarsi di brutto perché risponde, non rispetta le regole, fa quello che gli pare.

Che è il minimo. Se uno non viene mai contenuto, diventa incontenibile. Poi ci lamentiamo.

C'è però un posto dove le sue esigenze passano sempre in secondo piano. Questo posto è la cucina.
A lui non piace quasi niente, se non tre cose, sempre quelle (pasta al pesto, polpette e puré, fagiolini e torta al cioccolato).
Come si fa a tenerne conto, se le possibilità sono così ristrette?
È come "Al lupo! Al lupo!", alla fine nessuno lo ascoltava, il povero Pierino. 
Così mio figlio.
Io cucino a prescindere da lui, prendendo con filosofia il fatto che non gli piaccia quasi niente.
Tengo in frigo dello stracchino, del Philadelphia, un po' di prosciutto cotto e se proprio non c'è versi di fargli mangiare quello che ho preparato, qualcosa da mettere sotto i denti lo trova. Crescendo, imparerà.

Però non sono una mamma sempre così cattiva. Ogni tanto lo accontento.
Ad esempio sulle merende.
La settimana scorsa vi ho parlato della semolina

Oggi è il turno della bitterina.
Che altro non è che una semplice frolla cotta in bianco e riempita con ganache al cioccolato.
Niente di più, niente di meno.
Niente lamponi: sarò poco raffinata, ma l'abbinamento cioccolato e lamponi, più volte sperimentato, non mi piace, Roux non me ne voglia. E poi figuriamoci se mio figlio mangerebbe cioccolato e lamponi!

La frolla è una normalissima frolla, per la quale ho utilizzato il preparato per dolci della ditta Senz'Altro, che mi ha mandato una serie di prodotti da provare. Per ora ho sperimentato questa farina per dolci, e devo dire che mi ha soddisfatto pienamente. Al contrario di altri prodotti già miscelati, non ha retrogusto alcuno, ed è comunque molto lavorabile. Ci ho fatto anche una torta morbida con risultati positivi anche in questo caso. 

Bitterine
Ingredienti
Frolla classica 
  • 250 g di farina per dolci Senz'altro  (¶)
  • 125 g di burro
  • 120 g di zucchero semolato (¶)
  • 1 uovo
  • un pizzico di sale
  • la buccia grattata di mezza arancia
Ganache al cioccolato di Paul Young (da Avventure al cioccolato)
  • 250 g di cioccolato fondente al 70%  (¶)
  • 250 g di panna fresca
  • 100 g di zucchero muscovado light
Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili, o riportare sulla confezione la scritta SENZA GLUTINE.

Preparazione
Frolla classica
Mescolare il burro freddo con la farina con la punta delle dita, ottenendo un briciolame fine. Incorporare, senza mescolando poco con la punta delle dita, lo zucchero.
Fare la fontana sulla spianatoia e mettere in mezzo l'uovo sbattuto, la buccia di arancia e il pizzico di sale. Amalgamare raccogliendo il briciolame al bordo della fontana, finché l'uovo non sia totalmente amalgamato. Compattare a palla, impastando il meno possibile. Fare la palla e mettere in frigo avvolta nella pellicola per almeno mezz'ora.

Ganache classica
Tagliare il cioccolato a pezzetti piccoli.
Mettere in una ciotola la panna e lo zucchero. Mettere nel micro-onde e far prendere il bollore per un minuto. Tirare fuori dal micro-onde, e lasciar riposare un altro minuto. Versare quindi nella ciotola il cioccolato e spatolare: il cioccolato si scioglierà a contatto con il calore della panna.
Spatolare finché diventa bella lucida, quindi mettere far raffreddare a temperatura ambiente.

Cottura in bianco dei fondi
Stendere la frolla sulla spianatoia leggermente infarinata ad un'altezza di mezzo cm circa.
Foderare degli stampini monoporzione precedentemente imburrati e infarinati (a me ne sono venuti 12), bucherellare con una forchetta il fondo.
Mettere in ogni stampino un fogliolino di carta-forno e coprire con dei fagioli secchi.
Far cuocere in forno preriscaldato a 180° C per una 10-15 minuti, quindi estrarre dal forno gli stampini, togliere i fagioli e la carta-forno e completare la cottura in forno per altri 15 minuti.

Togliere dal forno, aspettare qualche minuto che perda il bollore e sformare i fondi facendoli raffreddare completamente su una gratella.

A questo punto farcirli con la ganache preparata, e mettere in frigo a compattare.

Servire togliendo dal frigo almeno una mezz'ora prima.

Mie note: 
  • Si potrebbe anche fare una torta intera ma secondo me sarebbe "troppo" nel senso che personalmente, non amando troppo il cioccolato, lo tollero solo se è sapientemente mescolato ad altri ingredienti, e in una torta unica la ganache sarebbe per me troppo dominante.
  • La cottura in bianco in realtà, con gli stampini mono-porzione, si può fare anche senza fagioli e carta-forno: io una volta avevo fretta, ho cotto ugualmente i fondi senza tutto l'ambaradan, incrociando le dita, e sono venuti benissimo lo stesso, senza gonfiarsi e senza precipitare. 
  • Io uso stampini antiaderenti, e si può gioiosamente evitare di imburrarli e infarinarli.
Domani troverete anche una mia ricetta su Le ricette di D.


    lunedì 21 ottobre 2013

    Semolina senza glutine con frolla all'olio d'oliva


    Mio figlio non vuole mai la merenda a scuola. Cede solo quando gli compro una tortina al bar accanto alla scuola. In realtà di tortine che gli piacciono ce ne sono due: la bitterina e la semolina.
    Si può dire di no a un bambino? Solo che le tortine suddette costano 2,5€ e come merenda per tutti i giorni mi sembrano un po' carucce. Ho pensato bene di provvedere home-made, così posso anche tenere d'occhio anche la qualità degli ingredienti e farle più "sane".
    Cosa intendo per sane? Ad esempio la quantità di grassi di origine animale. Si può? Si, avete mai provato a fare la frolla con l'olio invece che con il burro? ;-)
    Io si, e non mi era piaciuta. Quest'estate ho scoperto un modo nuovo per farla, e il mio giudizio sulla frolla all'olio è cambiato radicalmente: buonissima!

    E qui casca a fagiolo il fatto che sono stata invitata  a partecipare all'iniziativa ExtraDOLCEMENTE sui dolci con l'Olio Extravergine organizzata da Dolcemente Pisa, e cosa di meglio che sperimentare i dolci proprio in questa occasione?

    L'idea è -credo- di Montersino, e comunque si trova nel suo libro Golosi di Salute (Anelli farro e cioccolato).
    In sintesi: come si fa a sostituire il burro con l'olio in quelle preparazioni, come la frolla, dove conta tanto la consistenza, ovvero il fatto che l'uno sia solido e l'altro liquido (ovviamente a temperatura ambiente)? Montersino propone di fare un'emulsione, in pratica di montare i tuorli con l'olio come se fosse una maionese. In questo modo si ottiene una consistenza più simile al burro che si può sperimentare con preparazioni nelle quali di solito l'olio non è consigliabile. Lui mette in pratica queste sue intuizioni in una frolla al farro e cacao che usa per realizzare dei biscotti.
    Io l'ho sperimentata in una crostata alla frutta, quest'estate, con ottimi risultati, e volevo vedere cosa succedeva con la torta semolina.

    Ma che cos'è la semolina? È un classico dolce da credenza toscano, una torta fatta con un guscio di frolla, nel quale si mette a cuocere un semolino abbastanza denso, e quando è cotta e freddata si ricopre con cioccolato in qualche forma (la mia migliorabile, decisamente, la prossima volta ci metto una ganache o una glassa a specchio).

    Mi sono interrogata a lungo su che olio usare per la frolla, se del Garda, Ligure o quant'altro, ma alla fine mi sono buttata su un olio toscano tradizionale, l'olio prodotto dall'Azienda Agricola dell'Università di Firenze Villa Montepaldi. Si tratta di un olio dal sapore abbastanza deciso, prodotto con olive Frantoio, Moraiolo, Pendolino e Leccino.
    Sembrerà strano usare un toscano per una simile preparazione, ma non me ne sono pentita, la frolla era molto profumata ma non aveva un aroma troppo intenso, e l'effetto è stato più che positivo.

    Precisazione sulla quantità  di olio:
    Non si può sostituire il burro con l'olio in una proporzione 1:1 perché nel burro vi è circa l'83% di grassi, mentre nell'olio la percentuale di olio è il 92% (dati facilmente ricavabili dalle etichette dei prodotti, ma che sono caratteristici del burro e dell'olio, e quindi non variano da marca a marca).
    Va quindi fatta una terribile proporzione, per la quale immagino già torme di food-blogger terrorizzate al ricordo della professoressa di matematica delle superiori.
    In realtà è semplicissimo: basta dividere la quantità di burro prevista dalla ricetta per 92 e moltiplicare il risultato per 83. Facile, no?
    C'è però un'altra precisazione da fare: che per quanto si possa rendere "solido" l'olio facendone un'emulsione insieme ai tuorli (processo chimico peraltro molto divertente, ma ve lo risparmio), resta comunque un grasso molto morbido, tipo il burro pomata. Se vogliamo ottenere una frolla montata, è perfetto, se invece vogliamo una frolla per crostate, le cose diventano un po' più complesse,



    La ricetta è l'elaborazione di una ricetta con glutine della mia amica Chiara.

    Torta semolina
    Ingredienti
    Frolla all'olio 
    • 150 g di farina di riso finissima  (¶)
    • 50 g di amido di tapioca  (¶)
    • 100 g di fecola di patate  (¶)
    • 50 g di farina di mais fioretto (¶)
    • 120 g di olio extravergine di oliva
    • 180 g di zucchero a velo  (¶)
    • 3 g di xanthano  (¶)
    • 5 tuorli 
    • 1 albume  
    • 50 g di acqua fredda
    • un pizzico di sale
    Crema al semolino
    • 80 g di semolino di riso  (¶)
    • 750 g di latte
    • 150 g di zucchero
    • 1 baccello di vaniglia
    Finitura della torta semolina
    • 150 g di cioccolato fondente  (¶)
    • latte
    Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili, o riportare sulla confezione la scritta SENZA GLUTINE.

    Preparazione
    Frolla all'olio senza glutine
    Montare i tuorli d'uovo versando l'olio a filo come si fa per la maionese. Si deve ottenere un'emulsione dalla consistenza piuttosto soda.
    A questo punto aggiungere l'acqua fredda, lo zucchero a velo, le farine setacciate e impastare velocemente. Fare la palla e far riposare in frigo un paio d'ore.

    Crema al semolino
    Far prendere il bollore al latte in cui si è versato lo zucchero, i semini e le bucce del baccello di vaniglia.
    Quando il latte bolle, versare a pioggia, mescolando con una frusta, il semolino, e farlo cuocere finché si rapprende.
    Far raffreddare completamente prima di usare per farcire le torte.

    Composizione e finitura della torta
    Estrarre dal frigo (sarà comunque un frolla tendente al morbido) e stenderla a circa 5 mm di altezza. 
    Rivestire una tortiera, preferibilmente con il fondo sganciabile, oppure delle monoporzcione, il tutto imburrato e infarinato. Io con questa dose ci ho fatto una torta semolina intera del diametro di 20 cm, e 5 semoline monoporzione, più alcuni biscottini.
    Riempire con la farcia ormai fredda e far cuocre in forno preriscaldato a 180° per una mezzoretta le tortine mono-porzione, 50-60 minuti la torta intera.
    Una volta cotte, estrarle dal forno e farle raffreddare nello stampo (è una torta delicata, bisogna fare attenzione a non romperla).
    Nel frattempo preparare la decorazione al cioccolato.
    Scaldare il qualche cucchiaio di latte nel micro-onde, versarvi sopra il cioccolato tagliato a pezzetti, mescolare e rimettere nel micro-onde a bassa potenza per scioglierlo definitivamente. Mescolare con attenzione. Quando è lucida, versarla sia sulla torta che sulle tortine. Aspettare che raffreddi, ma senza mettere in frigo, e servire.

    Mie note: 
    • La frolla all'olio fatta in questo modo risulta ottima: leggera e friabile, senza retrogusto (malgrado l'uso di un olio dal sapore deciso) e poco sbriciolosa. Decisamente promossa, una soluzione che adotterò spesso in futuro.
    • La finitura al cioccolato è un po' troppo sbrigativa, la prossima volta preparerò una vera e propria ganache, che si mantiene più morbida. 
    • La crema al semolino è perfetta per le tortine monoporzione, resta un po' troppo morbida nella torta intera, per la quale la prossima volta userò un po' più di semolino (ma credo che tutto dipenda dalla qualità del semolino, altre volte avevo fatto la stessa torta con la stessa ricetta ma con un'altra marca di semolino di riso, ed era venuta perfetta)

    Con questa ricetta partecipo all'iniziativa ExtraDOLCEMENTE sui dolci con l'Olio Extravergine organizzata da Dolcemente Pisa.

    martedì 15 ottobre 2013

    Metti un celiaco a cena


    La conoscete tutti, no. È lei, la Stefania più famosa e più scatenata del web.
    Quando è uscito il suo libro, insieme il suo editore le ha regalato anche una giratempo, e lei, più wonder-woman di wonder-woman, riesce a fare presentazioni ovunque, svolgere egregiamente il suo lavoro di insegnante, essere una mamma esemplare (non so bene cosa pensi in merito il pargolo n. 3, costretto a passare intere giornate alle presentazioni dei libri di mamma), arricchire il blog di ricette una più buona dell'altra, fare foto bellissime, andare in giro per l'Italia per iniziative gastronomiche di alto livello.

    Ma la cosa che mi scolvolge più di tutte è che, a leggere su FB, va pure spesso fuori a cena e a divertirsi con i suoi amici.

    Ma come fa, dico io?

    È semplice, è celiaca :-))) Essere celiaci mette una marcia in più.
    Soprattutto se, come lei, siete un asso in cucina, un mago del forno, una regina dei fornelli.

    Vorrete pure imparare qualcosa da questa donna incredibile, cuoca senza glutine favolosa, comunicatrice eccezionale?!?! Certo che sì.

    E allora, come dicevano in uno spot di tanti anni fa, accattatevillo chishto libro, che vi sarà davvero utile: dice che noi celiaci siamo oramai più dell'1% della popolazione, sicuramente conoscerete qualcuno di noi, magari vi sarà capitato di invitarne uno a cena. 
    Mica vorrete fare una brutta figura? Mica vorrete avvelenarlo, il malcapitato?
    No, vero? Allora comprate il libro della Fornostar, e cucinerete senza glutine per celiaci e per non celiaci con splendidi risultati.

    Per parte mia di ricette della Fornostar ne ho provate tante, e ci ho sempre fatto una gran figura.

    domenica 13 ottobre 2013

    According to Cristoforo Colombo, native indians' breakfast. Naturally gluten free. Dosas senza glutine




    Che ci fai già qui oggi che è solo il primo giorno? Ti senti bene?

    Certo che mi sento bene. È il Monsone che mi fa sentire benissimo!

    Il Monsone? E che c'entra il Monsone? Guarda che la sfida di questo mese, le meravigliose uova alla Benedict che ha proposto quella matta della Roberta è sugli Stati Uniti... 

    Qualche ora fa, 521 anni fa, Cristoforo Colombo posava il piede sull'isola di San Salvador, nei Caraib.

    Sei la solita ignorante. Non era il 12 ottobre, ma il 21, c'entrano di mezzo papi, calendari, e moti solari.  Ma non eri una scienziata tu?

    No, io sono un'insegnante.

    Ancora peggio!  

    Smettila! 
    Come tutti sappiamo, il mitico Cristoforo nazionale, che è pure nato a Zena (sicuramente per omaggiare retroattivamente le nostre gentili ospiti) non sapeva di essere finito nelle Americhe, delle quali non sospettava nemmeno l'esistenza, ma era convinto di essere arrivato in Asia: quella che lui cercava infatti, era una via commerciale via mare per le Indie.

    Ma che dici? Non è mica un gara di storia, questa! È un sfida culinaria! Che poi... almeno tu la sapessi, la storia... 

    Appunto. Cucina. Cucina del luogo dove 521 anni credeva di essere arrivato Colombo.
    Insomma, se Colombo voleva andare in India, e credeva di esserci arrivato, chi sono io per smentirlo?
    Il vero American Breakfast non può che essere un Native Indians' Breakfast, ovviamente riveduto e corretto per soddisfare le regole imposte da Madame La president, che sono sempre più complicate, come peraltro avevamo ampiamente previsto.

    (Ditele di si, assecondatela, potrebbe essere pericolosa)
    Si cara, hai ragione cara, è tutto a posto cara

    Non lo so mica se è davvero tutto a posto. Ricapitoliamo:
    • uova in camicia: celo
    • una salsa di accompagnamento (preferibilmente a base di uova, e qui casca l'asino): celo
    • un qualche tipo di pane di accompagnamento (e nelle istruzioni c'è scritto a chiare note pancakes, ricordatevelo bene perché è la chiave di volta della mia non cacciata a calci nel sedere): celo
    • una bevanda: celo
    Si si ci siamo... È tutto regolare. Secondo Colombo, ovviamente :-)

    Ma sai che questo piatto è naturalmente gluten free e senza rischi di contaminazioni? A parte la presenza di un cucchiaino di curcuma, che si può tranquillamente eliminare. Una figata pazzesca che ci evita pure di impelagarci in prontuari, spighe barrate e simili. E pure abbastanza equilibrato dal punto di vista nutrizionale.
    Infatti i cereali usati sono senza glutine, ovviamente, ma sono pure usati in chicchi, niente farine.
    E ci sono i legumi. Le lenticchie rosse in particolare. Le cui proteine vengono "nobilitate" dall'utilizzo congiunto con i cereali.

    Scusa, ma che ti è preso oggi? Sei fuori? Di cosa stai parlando?

    Ma dei dosas, ovviamente, le focaccine a base di riso e lenticchie fermentati tipiche dell'India meridionale dove -udite! udite!- vengono spesso proposte a colazione.
    Sono note come i pancakes indiani!!! 
    I dosas saranno l'accompagnamento delle nostre uova in camicia. E cose ci mettiamo assieme?

    Se non lo sai tu...

    Una salsa ai peperoni, ovviamente.

    Ovviamente?

    Uova e peperoni sono uno dei binomi più frequenti nelle cucine di tutto il mondo. C'è la shackshouka tunisina, piccantissima peperonata (te lo credo, c'è l'harissa!) servita con le uova, la piperade provenzale, uova strapazzate e peperoni, le uova alla greca (uova sode stile devil's egg ripiene di peperoni), e gli huevos rancheros, tipica colazione messicana, e della cucina Tex-Mex, dove non ci sono i peperoni, ma i peperoncini, chili.

    Davvero? Sai che non lo sapevo che uova e peperoni fossero così diffusi! Questa follia sta diventando interessante... 

    Per restare più nelle mie corde, anche alla zia Rossana (quella emiliana della pasta fatta in casa) le uova con la peperonata piacciono un sacco.

    Se lo dice la zia Rossana...

    E sai cosa si portavano nei campi per le lunghe e faticose mattine d'estate i contadini abruzzesi?

    No. Ma ho un sospetto...

    Uova e peperoni, naturalmente: me l'ha detto la nonna Linda, che queste cose le ha viste con i suoi occhi, quando era bambina, nelle campagne di Corropoli.

    Le uova ce l'hai, l'accompagnamento pure, anche la salsa. Ma come bevanda, cosa prepari? 
    È obbligatoria, Madame la President ha detto...

    Lasciamo perdere le elucubrazioni di Madame la President, sulle quali avrei parecchio da ridire.
    Comunque ho preparato anche quella. Visto che siamo in India...

    Aridaje con questa India! Guarda che ti sbattono fuori concorso! 

    Tanto fuori o dentro, 'un vinco mai uguale. Almeno così mi diverto!
    Tornando a noi, visto che siamo in India, non potevo che fare un lassì.
    Alla menta, che si può fare sia dolce che salato, e che completa il piatto con il colore verde.

    Bianco delle uova, verde del lassì, arancione dei peperoni. Abbiamo pure la bandiera indiana.

    Per la gioia di Cristoforo Colombo e di Madama la Presidenta.

    Se lo dici tu... 




    Le ricette le metto separate, si possono cucinare indipendentemente

    Dosas
    (da Il pane fatto in casa, di Christine Ingram e Jennie Shapter)
    Ingredienti
    (per dieci dosas)
    • 150 g di riso basmati
    • 50 g di lenticchie rosse decorticate
    • 250 ml di acqua calda
    • 1 cucchiaino da caffè di sale
    • 1 cucchiaino da té di curcuma (¶) (opzionale)
    • pepe nero di mulinello
    • olio per friggere.
    Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili, o riportare sulla confezione la scritta SENZA GLUTINE.
     
    Preparazione
    Due giorni prima
    Mettere le lenticchie e il riso in una ciotola, lavarle e versarci sopra 250 ml di acqua calda. Coprire e lasciar riposare 8 ore (io l'ho fatto la sera).
    Il giorno prima
    Scolare lenticchie e riso dalla loro acqua, tenere l'acqua da parte, e frullarle molto bene nel mixer: deve venire una pastella molto omogenea. Aggiungere l'acqua rimasta, coprire e lasciar riposare 24 ore (io ho preparato la pastella la mattina)
    Il giorno stesso
    Aggiungere alla pastella di acqua, riso e lenticchie il sale, la curcuma, il pepe nero macinato al momento e mescolare bene. La pastella dovrebbe aver sviluppato qualche bollicina ed emanare un leggero odore di fermentazione.

    Mettere una padella sul fuoco, ungerla con un po' d'olio (tipo pancakes, ma con l'olio invece del burro) e quando è ben calda, versarvi un mestolino di impasto. La dimensione deve essere quella di un pancake, e fanno proprio la stessa cosa, ovvero i buchini in superficie.
    Quando si sono formati i buchini (un paio di minuti) girare la frittellina e farla cuocere un minuto dall'altro lato.
    Metterle impilate coperte da un panno, di modo ché si conservino tiepide mentre si preparano le altre.

    Uova in camicia
    (secondo le indicazioni della Mapi, in Tip & Tricks su MTChallenge blog)

    Ingredienti
    (per quattro persone)
    • 4 uova 
    • acqua
    • aceto di vino rosso 
    Preparazione
    Tirare fuori dal frigo le uova almeno un paio d'ore prima di utilizzarle.

    Mettere sul fuoco una pentola capace con circa 2 l di acqua, 20 g di sale e 30 ml di aceto.

    Quando l'acqua prende il bollore, creare un vortice nell'acqua con un cucchiaino e versarvi le uova una alla volta: il vortice dovrebbe aiutare l'uovo a rimanere compatto, avvolgendo l'albume sul tuorlo. A me con una ha funzionato, con la seconda no quindi ho abolito il vortice.

    Lasciar cuocere un paio di minuti con l'acqua che appena freme, scolarle con il mestolo forato e servirle subito.

    Salsa ai peperoni
    Ingredienti
    (per quattro persone)
    • 1 peperone rosso
    • 1 pomodoro rosso carnoso (io Cuore di Bue)
    • 1 cipolla rossa piccola
    • sale
    • olio 
    • basilico
    Preparazione
    Lavare il peperone e il pomodoro. Tagliare il peperone a falde e grigliarlo, quindi togliere la pelle e tenerlo da parte.
    Mondare la cipolla, tagliarla a fette alta e grigliare pure lei.
    Tagliare a metà il pomodoro, e grigliare anche il pomodoro.
    Mettere il tutto nel mixer e azionarlo a impulsi, poche volte: si deve ottenere un composto non del tutto omogeneo, ma nel quale si sentono ancora i pezzettini, tipo brunoise ma ancora più piccoli.
    Aggiungere l'olio, le foglie di basilico spezzettate, mescolare e aggiustare di sale. Tenere da parte (non in frigo).

    Lassì alla menta
    Ingredienti
    (per quattro persone)
    • 500 g di yogurth greco bianco
    • 60 g di zucchero
    • 12 foglioline medie di menta fresca
    • 150 ml di acqua freschissima 
    Preparazione
    Mettere il tutto nel bicchiere del frullatore e frullare fino ad ottenere un composto omogeneo e cremoso.


    MIE NOTE: 
    La cucina non è aristotelica, si sa, quindi non è affatto detto che se A sta bene con B, e B sta bene con C, allora A stia bene con C, né tantomeno che A, B e C stiano bene tutti insieme.
    (Ditele di si, ditele di si)
    Per onestà intellettuale, e tirandomi parecchio la zappa sui piedi, vi dirò che questo principio si applica un po' a questo piatto:
    uova a peperoni, OK (e si sapeva)
    dosas e peperoni, OK (anzi, sublime!)
    uova, dosas e peperoni... insomma.
    Soprattutto sono le uova con i dosas che ci azzeccano poco. Non mi ci sarebbero piaciuti nemmeno i pancakes, tanto per dire. È questione più che di gusti, di consistenze: con le uova preferisco un accompagnamento che assorba il tuorlo d'uovo colante, quindi qualcosa di più panoso. Ci vedrei bene degli scones, ad esempio, dei paninetti al latte, anche una bella fetta di pane casereccio abbrustolito, ma questi aggeggi tipo frittelle non mi sembrano la morte sua.

    I dosas invece sono davvero una bella invenzione. Li rifarò presto. Li ho visti anche più sottili, proprio come crepes, e mi sembra un'idea ottima. Hanno un buonissimo sapore, delicato ma ben definito.
    Per renderli ancora più fermentanti, la prossima volta proverò ad aggiungere il fieno greco, che dice che aiuta la lievitazione.
    Per darvi un'idea, somigliano alla cecina, ma la presenza del riso e la fermentazione rendono il tutto più leggero.

    La salsa ai peperoni è buonissima. Anche quella non è farina del mio sacco, ma l'idea viene dalla mechouia tunisina, un contorno appunto a base di peperoni, cipolle e pomodori grigliati (che però sarebbe molto piccante). E con cosa viene servita la mechouia, così per completare il cerchio? Ma con le uova (sode) ovviamente!

    Lassì ottimo. Da rifare al più presto. Purtroppo alla prole non è piaciuto, troppo mentoso. Ma a me sì, tanto!

    Con questa ricetta partecipo alla sfida di ottobre dell' MTC.
    La ricetta originale  Roberta Cornali di La valigia sul letto
    MTC di ottobre 2013

    lunedì 7 ottobre 2013

    Curry di patate e bietole, verde come il CNGEI


    Questo weekend sono stata alla festa di apertura dell'anno scout dei miei figli. Dei miei figli e pure un po' mio, visto che è un anno che "bazzico" gli scout (quelli laici, CNGEI, ovviamente) non solo come genitore ma anche come adulto.

    Perché lo faccio? Non è semplice ritagliare il tempo per tutto: abbiamo le nostre giornate piene di lavoro, di vita quotidiana, di figli da scarrozzare a destra e a manca, di blog, povero negletto blog!, da nutrire. Poi c'è la casa, un po' di aggiornamento professionale, magari mezz'ora di relax.
    Il tempo è poco e, a dirla proprio tutta, i fine settimana che i bambini sono fuori con gli scout sarebbero anche l'occasione per coltivare un po' la coppia, magari per quella cenetta da fidanzati che rimandiamo da troppo tempo o per quel film che non riusciamo mai a vedere. Anche queste cose sono importanti, nutrono la vita della coppia, ci appagano, e se siamo appagati e felici siamo persone, e anche genitori, migliori.

    Però basta guardare un attimo il lavoro che fanno gli scout con i bambini, nostri e altrui, per rendersi conto che è un grandissimo lavoro, e che si merita una mano.

    File:Logo cngei DEF.JPGDietro ogni gruppo di bambini o ragazzi c'è un gruppo di adulti che programma le attività fino all'ultima virgola, seguendo un progetto educativo ambizioso e necessario: la formazione di cittadini responsabili, consapevoli, partecipi.
    Ogni giorno sentiamo qualcuno che alla TV, sui giornali, alla macchinetta del caffé, lamenta l'assenza, nella società di oggi, di senso civico, responsabilità, coscienza civile. Quante volte ce ne lamentiamo anche noi insegnanti? Come se alla fine tutto ciò quasi non ci riguardasse, o come se non potessimo farci niente. Gli scout ci provano, e lo fanno mettendo in pratica quell'educazione a piccoli gruppi, quell'imparare facendo che non c'è docente che non abbia predicato, ma pochi hanno sperimentato. 

    Praticamente, gli educatori scout si fanno un m****o così giorno dopo giorno, per aiutare i ragazzi a tirare fuori il meglio di sè e diventare buoni cittadini.
    E lo fanno in modo totalmente volontario e gratuito.

    Io con i ragazzi e con i bambini non ci so proprio fare (mi domando ogni giorno cosa mi abbia portato a fare il lavoro che faccio, ma questo è un altro discorso), ma un piccolo contributo mi sembra doveroso darlo. Quello che so: dare una mano in cucina, cucinare senza glutine per i celiaci, pulire un bagno (ebbene sì, dietro un grande progetto ci sono anche queste cose prosaiche ma necessarie come pulire i bagni). In fondo dedicare a questo un fine settimana ogni tanto è sostenibile, e ne vale sicuramente la pena. Magari per andare una sera al cinema possiamo sempre chiedere una mano alla nonna...

    Non potevo concludere questo post che con un piatto molto scout, ovvero fatto in casa, vegetariano, sostenibile, a km 0 e etico: il pane magico l'ho fatto io, le verdure vengono dal contadino del mio G.A.S., le spezie da un negozio equo e solidale, il latticello è biologico.

    La ricetta è tratta da Vegetariano gourmand di Hugh Fearnley Whittingstall, che è stato oggetto dell'ultimo Starbooks ed è ancora sul mio comodino per ispirarmi il pasto del giorno dopo.
    Ho apportato alcune modifiche, evidenziate in viola. Le mie note in fondo.

    Curry di patate e bietole (con pane magico)
    Ingredienti
    Impasto
    • 500 g di bietole
    • 350 500 g di patate novelle
    • 1/2 1 cipolla tagliata finemente
    • 1 2 peperoncino privato dei semi 
    • 3 2 spicchi d'aglio sbucciati
    • 3 cm di zenzero pelato e tritato
    • 1/2 1 cucchiaino di garam masala (¶)
    • 1/2 1 cucchiaino da caffé di semi di senape
    • 1 cucchiaino da caffé di semi di coriandolo macinati (mia aggiunta)
    • 1/2 1 cucchiaino da caffé di semi di cumino macinati
    • 1/4 1 cucchiaino da caffé di curcuma in polvere (¶)
    • 3 4 bacche di cardamomo pestate
    • 250 g di yogurth bianco intero
    • 200 g di latticello (1 bicchiere)
    • 1 cucchiaio e 1/2 di passata di pomodoro
    • 3 pomodori da sugo ben maturi 
    • 1 mazzetto di coriandolo (io prezzemolo perché il coriandolo fresco non mi piace)
    • mandorle o pistacchi tostati e tritati 
    • sale e pepe
    Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili, o riportare sulla confezione la scritta SENZA GLUTINE.

    Preparazione
    Mondare le bietole e separare le foglie bietole dai gambi. Tagliare questi ultimi a pezzetti di 2-3 cm e tritare grossolanamente le foglie.
    Riscaldare l'olio in una casseruola grande posta su fiamma moderata, aggiungere la cipolla e cuocerla finché non è dorata.
    Nel frattempo pestare l'aglio, i peperoncini e lo zenzero con un pizzico di sale (io di aglio uno spicchio l'ho pestato e l'altro l'ho lasciato intero) e cuocere mescolando un paio di minuti. Unire il resto delle spezie e cuocere per un minuto.

    Aggiungere le patate sbucciate e tagliate a pezzi grossi (se sono patate novelle la buccia si può lasciare) e i gambi di bietola e i pomodori tagliati a pezzi e cuocere 5 minuti mescolando spesso, in modo da insaporirli bene. Versare circa 400 ml di acqua calda (due bicchieri) a coprire le verdure, portare a bollore, incoperchiare e cuocere per 10-12 miunuti, finché le patate sono tenere. Aggiungere le foglie di bietola, mescolare e cuocere finché non sono appassite.
    Togliere la casseruola dal fuoco e versarvi il latticello, mescolando affinché non si rapprenda.
    Abbassare la fiamma al minimo e rimettere sul fuoco, giusto il tempo per riscaldare il tutto.

    Spolverare con le mandorle o i pistacchi tritati (io non li avevo e non li ho messi) ed eventualmente il coriandolo o del prezzemolo tritati. Servire subito accompagnato da riso o pane naan o chapati (io pane magico).

    Mie note: 
    • Ho aumentato la quantità di patate perché volendolo servire non come contorno ma come secondo. 
    • Ho aggiunto il coriandolo in semi perché trovo che stia benissimo nei curry, nei quali è quasi sempre utilizzato, e ho tolto invece quello in foglie, che non amo per niente. 
    • Non ho messo la frutta secca tritata perché non l'avevo, ma anche perché secondo me c'entra poco con questo piatto.
    • Ho in generale aumentato un po' la quantità di spezie perché avendo aumentato la quantità di patate rischiavo di ottenere un curry veramente troppo delicato 
    • Ho sostituito lo yogurth con il latticello, perché avendo provato a fare la ricetta con lo yogurth è venuta, a mio avviso, molto cremosa, e lo preferivo più leggero. Se al contrario piace il curry molto cremoso si può utilizzare al posto dello yogurth qualche cucchiaio di panna acida, ma non assolutamente 250 ml!
    • Hugh suggerisce di sperimentare la variante con il cavolo nero al posto delle bietole, e credo sia ottima, per cui quando sarà la stagione del cavolo nero lo proverò sicuramente
    • È un piatto molto gustoso, saporito ed equilibrato, adatto a una cena in famiglia preceduto da una minestra calda. 
    Con questa ricetta allo Stsrbooks redone di ottobre 
     
    Starbooks Redone di giugno 2013

    mercoledì 2 ottobre 2013

    È ora di merenda. Senza glutine ovviamente...



    Foto di Anna Esposto, da Il ricettario di Anna - Apple tart

    È da poco nato Gluten Free Travel & Living e ho l'onore di collaborare a questo bel progetto, che si occupa di Gluten Free a 360°: libri, ristoranti, viaggi, informazioni sulla celiachia in genere e, ovviamente, ricette.

    Il progetto coinvolge un bel gruppo di blogger senza glutine, ed ognuna di noi ha messo a disposizione le proprie competenze e la propria disponibilità a mettersi in gioco.

    La scuola è cominciata da poco, tutti non fanno altro che ribadire l'importanza di una merenda sana ed equilibrata, così noi abbiamo deciso dare il nostro contributo e proporre un ricettario di merendine senza glutine, ma in cui troverete anche ricette dedicate a chi ha altre intolleranze (ad esempio quella al lattosio)
    Contiene circa 90 ricette di merende di ogni tipo, dolci, salate, per tutti i giorni o per una festa importante, ovviamente tratte dai nostri blog.

    Adesso l'ora della merenda, ovviamente senza glutine, non sarà più un problema per voi!

    E questo ricettario, dove lo si trova, di grazia?

    Su Gluten Free Travel & Living, ovviamente.

    Precisamente qui http://glutenfreetravelandliving.over-blog.com/le-merendine-fatte-in-casa-il-ricettario

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