domenica 31 ottobre 2010

Le dita dei morti senza glutine al tè marcio

dita dei morti di Halloween
Che questo blog sia lo specchio della mia incoerenza, è cosa nota ormai.
Se mai ce ne fosse stato il bisogno, il post di oggi ne è la riprova.

Halloween mi è sempre stato sullo scatole. Prima non c'era e poi, improvvisamente, c'è stato. Ed è arrivato assieme ad un profluvio di zucche, streghe, fantasmi, scheletri, mostri, e orrori vari.
Orrori da supermercato, da 99CENTS, tipico ciarpame globalizzato, che oggi lo compri e domani è già rotto ma-chi-se-ne-frega-tanto-l'anno-prossimo-si-ricompra.
Però questa globalizzazione ci sa fare, bisogna ammetterlo: ingloba anche chi si vorrebbe sottrarre. Se quando non avevo figli potevo tranquillamente fare la snob e dire che mi sembravano una gran sequela di stupidaggini importate, adesso siam qui che ogni anno approntiamo abiti da streghe e da fantasmi, compriamo zucche e le intagliamo (male...) prepariamo dolcetti per i bambini del vicinato, manco abitassimo nel Wisconsin.

Quest'anno abbiamo raggiunto il massimo. Non solo abbiamo partecipato ieri ad un compleanno di amichetti dei pargoli in cui pure gli adulti dovevano travestirsi... e non ci siamo sottratti (ma le foto non ci sono!)... non solo stasera andiamo a una visita guidata notturna al Museo di Scienze Naturali in stile Halloween, con annessi effetti speciali nella sala degli Scheletri, ma ho pure fatto questi biscottacci tremendissimi!

Mia figlia li aveva intravisti ieri mentre girellavo fra food-blog e se n'era innamorata. Ormai avevo sbracato, potevo toccare il fondo.

E la volete sapere tutta? Per renderli ancora più schifosamente credibili ho pensato bene di farli verdi. Come? Usando un'altra di quelle cose che avevo detto che non mi ispiravano per niente, il tè matcha :-)
La cosa più bella è che mio figlio non ne aveva capito il nome, e, perfettamente in sintonia con la giornata mi ha chiesto "Davvero li hai fatti con il tè marcio?"

Dunque il cerchio è chiuso, abbiamo fatto le dita di morto con il tè marcio per Halloween, ho fatto le corse per pubblicarli (...), e la volete sapere tutta? Non mi sono per niente piaciuti: questo tè marcio ha un gusto limaccioso, sa di erba.

Editing di qualche ora dopo: non è vero che sono schifosi. Lì per lì, ancora tiepidi, questo retrogusto limaccioso non era cosa, ma adesso che è passata qualche ora i sapori si sono stabilizzati ed equilibrati, e queste dita non sono per nulla cattive. L'unico problema è che sono così orripilanti che trovare il coraggio di infilarsele in bocca non è mica facile!

Editing del giorno dopo: Orrore e raccapriccio! Mi dicono dalla regia che non si scrive thé. Non so se lo sopporterò. Io che mi fregio di appartenere al "Comitato per la difesa del congiuntivo", nonché alla "Società Segreta contro l'uso improprio della K", che tollero solo in komunismo, Kossiga e pochi altri, non posso aver sbagliato a scrivere . Questo sì che è il vero scherzetto malizioso di Halloween...

Editing del giorno dopo il giorno dopo: Mi scrivono dal "Comitato per la difesa della K" che ho dimenticato oKKupazione nell'elenco delle parole Kappistiche. In effetti è stata una dimenticanza imperdonabile. Mi dicono anche che K è bello. Su questo non ce la faccio a consentire (...). Dev'essere una questione generazionale. Chi è nato dopo il '70, K è bello, chi è nato prima, no. Riusciranno i nostri eroi a sanare questa insuperabile dissonanza di intenti? E se ci incontrassimo dalle parti della J?

Questo post è un meta-post, praticamente uno scherzetto esso stesso. Mi domando: ma Jack-O-Lantern mi lascerà in pace prima o poi o dovrò aggiungere note e postille in eterno?
Jack-O-Lantern, Je vous en prie, lasciatemi andare a dormì!

Buona serata delle streghe!

La ricetta è ripresa, farine senza glutine e tè marcio a parte, da Giallo Zafferano, precisamente qui.

Or che mi viene il dubbio: ma sono dita dei morti o dita delle streghe? Sia quel che sia, devono fare orrore, e ci riescono egregiamente!

Dita dei morti senza glutine al tè marcio (matcha)
 Ingredienti
  • 280 g di mix di farine senza glutine (¶) (ho fatto un repulisti di sacchetti e sacchettini: 100 g di farina Bi-Aglut, 50 g di farina di riso, 50 g di farina di mais fumetto, 40 g di fecola di patate e 40 g di amido di riso)
  • 100 g di burro
  • 100 g di zucchero a velo
  • 1 uovo medio
  • 1 cucchiaino di lievito per dolci (¶)
  • 1 cucchiaino di tè matcha in polvere
  • una ventina di mandorle sbucciate e pelate
Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.
Preparazione
Ho fatto la frolla Paoletta's style, aggiungendo, assieme alle farine, anche il tè matcha in polvere.
Prima del riposo l'ho già divisa in palline da 25 g circa l'una (me ne sono venute 21).
Ho fatto riposare la frolla in frigo una mezzora e poi ho tirato fuori le palline una alla volta, e con ciascuna l'ho allungata a rotolino, ho messo una mandorla ad una estremità a simulare le unghie, e ho simulato le nocche facendo due e tre taglietti, come si vede sul passo-passo di Giallo Zafferano, ed spiaccicando un po' la parte fra le nocche.

Ho infornato nel forno pre-riscaldato a 180° e fatto cuocere per una ventina di minuti.

Una volta pronti ho controllato che le unghie stessero al loro posto, ed eventualmente le ho riappiccicate con un po' di marmellata.

Per l'effetto sangue e per l'effetto smalto viola ho usato un po' di colorante alimentare, di non verificata origine gluten-free.

Tanto alla fine sti ripugnanti biscotti nessuno ha il coraggio di mangiarli :-)


La ricetta è tratta dal mio libro, pubblicato da Giunti Editore.

http://www.giunti.it/libri/cucina/pasticceria-gluten-free/

mercoledì 27 ottobre 2010

Vellutata di zucca e mandorle... Halloween si avvicina!

vellutata zucca e mandorle
È arrivato l'autunno, e con l'autunno, il G.A.S. ci porta la zucca (oltre a tanti, tanti cavoli di tutte le forme e tipologie...). La zucca, a casa nostra vuol dire zuppa. Norma, alias Madama Bavareisa, ci ha lasciato una disquisizione filologica su crema/vellulata, io non so bene cosa sia la mia ricetta, probabilmente un banalissimo passato, ma qui piace da matti, anche ai bambini che ne apprezzano il solare colore aranciato, il sapore un po' dolce, il profumo (che in realtà è di noce moscata). La crema di zucca infatti è stata una delle prime ricette che ho pubblicato sul blog, l'anno scorso, e ho continuato a farla, settimana dopo settimana, finché le ultime zucche ci hanno lasciato a primavera per il verde delle zucchine.

Ma dato che la primavera è ancora lontana, ed anzi incombe Halloween, di qui a sabato saremo invasi dalla Nobile Palla Arancione, ed ogni food-blogger che si rispetti sentirà il dovere morale di pubblicare qualcosa a base di zucca.
Potevo io sottrarmi? No che non potevo.

Anche perché ho sperimentato una variante della nostra zuppa preferita. Sempre merito del G.A.S., e di quei 2 kg di mandorle siciliane biologiche che ho in dispensa :-) Vabbé mangiarle da sole, che fanno tanto bene, vabbé usarle per la frolla, che la adoro, però il sacchettone è sempre lì.
E così mi è venuta in mente una minestra che faceva mia nonna (che presto pubblicherò perché è veramente una meraviglia) a cui mi sono ispirata per questa vellutata di zucca e mandorle. Vellutata davvero, perché è morbida e liscia come un velluto.

P.S. Mi sono resa conto che in questo blog si parla solo di mia nonna, del G.A.S. e dei miei figli che non mangiano le verdure. Certo che i miei poveri lettori finiranno per annoiarsi. Dal prossimo post, ci daremo al romance (e ora cosa mi invento?????)

Vellutata di zucca e mandorle
Ingredienti
  • 500 g circa di zucca pulita
  • 100 g di mandorle sbucciate e pelate
  • 1 patata media
  • 1 grossa cipolla
  • noce moscata
  • parmigiano
  • sale e pepe q.b.
  • olio extra-vergine d'oliva
Preparazione
Tagliare la cipolla sottile, e la zucca a pezzetti piccoli. Metter entrambe in una pentola con un po' d'olio (non troppo risicato, da coprire il fondo della pentola), salare e far cuocere finché la zucca non è quasi sfatta, mescolando spesso.

Nel frattempo sbucciare la patata e tagliarla a cubetti, quindi aggiungerla alla zucca.

Aggiungere anche le mandorle sbucciate e pelate intere (se quelle che avete fossero con la buccia, per sbucciarle farle bollire per cinque minuti in acqua bollente, la buccia dopo si toglierà in un attimo).

Far insaporire il tutto, quindi versare nella pentola dell'acqua calda, o del brodo vegetale, stile minestrone.

Quando le patate sono tenere passare la minestra con il mixer (io lo faccio direttamente nella pentola) abbastanza a lungo perché le mandorle si tritino ben bene e perdano la granulosità. In questo modo la crema diventerà veramente molto morbida e cremosa.
Aggiustare di sale e pepe e aggiungere un'abbondante grattata di noce moscata. C'est tout!

Servire spolverata di parmigiano grattugiato, con crostini di pane fritti nel burro, o, per una versione più rustica, fette di pane abbrustolite.
Io aggiungo un filo d'olio a crudo.

Con questa ricetta partecipo alla raccolta di ricette con le mandorle di La ginestra e il mare (e mi metto avanti per il contest di Simonetta).

venerdì 22 ottobre 2010

Le scaloppine di Sonia e della nonna con le mele del G.A.S.

scaloppine con le mele
Questa ricetta viene dalla bravissima Sonia de blog La Cassata Celiaca, precisamente qui. Mele e maiale sono un abbinamento eccezionale, e mia nonna, che era trentina e le mele le metteva ovunque (arrosti, risotti, strudel, torte, contorni, marmellate...), ci faceva anche le scaloppine. Però come succede talvolta, era finita nel dimenticatoio, senza ragione a dire il vero, visto che sono buonissime.
Insomma, sono veramente grata a Sonia di averla tirata fuori dal cappello!
La ricetta l'ho presa pari pari da lei, con alcune piccole modifiche: ho aggiunto il calvados, e ho sbucciato le mele e le ho fatte cuocere di più, in modo che diventassero quasi caramellate.

In questo periodo di mele in casa ne ho a bizzeffe, abbiamo fatto l'ordine con il G.A.S. (per info sui G.A.S. si può leggere qui, qui ma soprattutto qui) e mi è arrivata a casa una cassetta di mele. Non solo le solite mele che si trovano in giro, grosse, rosse lucide e perfette: no, sono piccole, alcune sciupate, e di tanti colori diversi. Però sono buonissime. Saporite, profumate, una vera delizia. Sono mele vere, che lo capisci subito che sono state sugli alberi, e che sono piaciute anche agli uccellini e ai bachini. Ma la parte sciupata si scattiva, e hai la sensazione di vivere in un mondo vero, e non in un grande supermercato. Malgrado i bachini, sono così buone che pure i miei figli, schizzinosi quanto tutti i bambini, le apprezzano un sacco.

Insomma, a un anno dalla mia adesione al G.A.S., sono proprio soddisfatta. È impegnativo, ma dà soddisfazione, si mangiano cose salutari e buone, e ci si sente anche granelli di sabbia che disturbano un po' gli ingranaggi nel Grande Fratello Consumista.

Con questa ricetta partecip al contest di Arabafelice in cucina!, Inventamela.
Ho controllato bene il regolamento di Stefania, e dice che per il contest non valgono le ricette già pubblicate, quindi Sonia non avrebbe potuto partecipare. Vorrà dire che se vinco qualcosa ce la divideremo.


Scaloppine di maiale alle mele
Ingredienti
  • 8 fettine di arista di maiale tagliate sottili
  • 3 mele piccole, o 2 grosse, di quelle un po' asprine
  • 1/2 bicchiere di Calvados
  • 1 bicchiere di vino bianco secco
  • un paio di foglie di alloro
  • farina di riso (¶)
  • olio EVO
  • burro
  • sale
Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.

Preparazione

Battere le fette di carne, se non sono abbastanza sottili, infarinarle con la farina di riso.
Far spumeggiare una noce di burro con un paio di cucchiai d'olio, insieme alle foglio di alloro e le bacche di ginepro pestate e cuocere velocemente le scaloppine a fuoco brillante, da entrambe le parti in modo che si rosolino bene. Quando sono cotte, mettere la carne da parte in un piatto coperto.
Sbucciare e tagliare le mele abbastanza piccole e sottili, metterle nella padella dove si sono cotte le scaloppine e farle cuocere finché non si ammorbidiscono un po' e diventano caramellate, aggiungengo il vino perché non brucino.
Quando le mele sono cotte, rimettere le scaloppine nella padella insieme alle mele, salare, pepare e fiammeggiare con il Calvados.
Servire immediatamente!

martedì 19 ottobre 2010

Crostata streusel senza glutine e i gusti di famiglia

crostata streusel
Ho fatto questa torta per il compleanno di mio figlio. Non l'ho fatta per i bambini, che infatti non l'hanno degnata di uno sguardo, ma essenzialmente per i grandi. I bambini avevano il loro dolcissimo rotolo alla Nutella, che a me non piace ma riscuote tanti successi fra i pargoli (prima o poi bisogna che lo pubblichi).

Mi ha colpito è che le persone che hanno apprezzato di più questa torta siamo stati io, mia madre e mio padre. Come se anche i gusti fossero qualcosa che si costruisce dentro la famiglia, una specie di crisma che accomuna i membri del nucleo. Tante le cose che si costruiscono dentro la famiglia. Alcune buone e altre cattive. Come nella cucina, anche nella vita ci vuole un po' di fusion...

In effetti questa torta è un po' fusion anche lei, fusion europeista per la precisione. Ha un che di country-chic, vagamente francese come spirito ma anche inglese come il crumble e con un che di tedescheria (lo streusel e le mandorle nella frolla, stile Linzer) che ci sta sempre bene.
Fare questa torta è stato infatti come mettere insieme i pezzi di un puzzle. Era tanto che mi frullava in testa. Ne ho anche vista una simile su qualche blog, ma adesso non riesco a ricordarmi quale.
Una frolla che finalmente mi convince, anche se continua a sbriciolare un po' (bisogna che mi procuri questo benedetto xanthano), una marmellata meravigliosa fatta in casa dalla mia zia, che prima o poi devo imparare a fare anch'io, bruschina al punto giusto (a me le crostate non piacciono troppo dolci, la marmellata deve essere asprigna), e lo streusel sopra.

Secondo me l'insieme è perfetto.

Ah... Anche con questa ricetta aderisco alla campagna del nastro rosa per la prevenzione del tumore al seno.

Ma anche alla raccolta di ricette con le mandorle di La ginestra e il mare.



E dato che sono un'esagerata, anche alla raccolta di La Torta Pendente, L'altra farina
L'altra Farina - http://latortapendente.blogspot.com

Crostata streusel senza glutine
Ingredienti
Per la base:
  • gr 200 di farine (io ho mischiato 50 gr di fumetto di mais (¶), 100 gr di farina di riso (¶) e 50 gr di fecola di patate (¶) ) )
  • 50 g di mandorle sbucciate ma non spellate
  • 125 g di burro
  • 50 g di zucchero semolato
  • 50 g di zucchero di canna
  • 1 uovo
  • 4 g di lievito per dolci (¶)
  • la buccia grattata di un limone non trattato
  • cannella in polvere (¶)
  • 1 barattolo di marmellata (¶)
Per lo streusel:
  • 50 g di mandorle sbucciate ma non spellate
  • 25 g di farina di riso (¶)
  • 25 g di fumetto di mais (¶)
  • 50 g di burro freddo
  • 50 g zucchero di canna grezzo
  • cannella in polvere (¶)
  • polvere di arancio
Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.
Preparazione
    Pasta frolla:
    ho usato la tecnica di Paoletta di Anice&Cannella che è quella che mi ha dato i risultati migliori.

    Ho messo il burro a pezzetti in una ciotola, vi ho aggiunto la buccia tritata del limone e la cannella, lo zucchero e li ho strizzati velocemente per amalgamarli. Quindi ho aggiunto l'uovo intero, e ho mescolato velocemente.

    Ho tritato le mandorle, e ho aggiunto al composto le farine e la farina di mandorle, e compattato il tutto il più velocemente possibile.

    Ho fatto la palla, l'ho avvolta nella pellicola e l'ho messa in frigo. Io l'ho preparata il giorno prima di fare la torta, va comunque lasciata a freddare in frigo almeno un paio d'ore.

    Streusel:

    Tritare le mandorle. Versare le farine, compresa quella di mandorle e lo zucchero sulla spianatoia, e disporvi sopra il burro freddo a tocchetti, la cannella e un bel cucchiaio di polvere di arancio (ne ho ancora dall'anno scorso!!!).

    Con la mezzaluna cominciare a "tagliare" il tutto al fine di amalgamare burro, zucchero e farina formando delle briciole. È pronto quando il briciolame è piuttosto fine (a noi piace così). Se ne può fare ad abundantiam e congelare per futuri utilizzi.

    Preparazione finale:
    È una banale crostata.
    Tirare fuori la frolla dal frigo, spolverare la spianatoia con la farina e stenderla ancora fredda. Sarà durissima, quindi per stenderla all'inizio batterla con il mattarello, poi tirarla sempre con il mattarello. Io la stendo su un foglio di carta da forno perché così mi viene più facile spostarla sulla tortiera. Metterla sulla tortiera, precedentemente imburrata e infarinata (ho usato una tortiera col fondo asportabile di 28 cm di diametro). Lasciare un cordolo ai bordi. Bucherellare il fondo con una forchetta. Mettere in frigo per una mezzoretta, mentre si prepara lo streusel.

    Distribuite la marmellata sulla base, in uno strato abbondandante. Coprire con lo streusel.

    Cuocere in forno pre-riscaldato a 170° per 40 minuti.
    Qui la regola che la frolla rimanga abbastanza bianca non si può applicare, perché fra mandorle con la buccia e zucchero di canna già l'impasto è scuretto di suo. Deve restare morbida.


    La ricetta è tratta dal mio libro, pubblicato da Giunti Editore.

    http://www.giunti.it/libri/cucina/pasticceria-gluten-free/

    lunedì 18 ottobre 2010

    Lunedì in rosa

    Campagna Nastro Rosa

    Non mi piace il rosa. Ma oggi faccio uno strappo. Lo faccio perché ne vale la pena.

    Campagna per la prevenzione del tumore al seno promossa dalla LILT.

    Importante.

    Ricordiamocelo.

    Dopo i quaranta, ma anche prima se sentiamo che c'è qualcosa che non ci torna (palpatevi donne, palpatevi!), una mammografia ed un'ecografia al seno ogni due anni.
    E soprattutto, anche se siete molto impegnate, andate almeno una volta l'anno dal ginecologo. Lo troveremo il tempo fra un post e l'altro, santi numi!

    Grazie a mammafelice di tenere le fila di quest'iniziativa, e a Enza di Da grande per un bel post.

    Per la ricetta, se ne riparla domani...

    sabato 16 ottobre 2010

    Un morbido pane profumato senza glutine per il World Bread Day

    World Bread Day 2010 (submission date October 16)

    L'idea World Bread Day, fra le mille raccolte e contest e concorsi e iniziative, mi sembra una delle più significative. Già che non si vinca nulla, è un punto di merito notevole, in un momento così disgustosamente consumista. Poi è internazionalista, e anche questo, con tutte le barriere che si vanno erigendo ovunque, è benemerito. E lo è maggior ragione qui in Italia adesso, per mille ragioni che mi fa pena al cuore elencare e quindi ometto, tanto le potete immaginare.
    Ma soprattutto è pane. Cibo per la pancia, cibo per il naso, ma tante volte anche per l'anima. Quel cibo che non si vive di solo pane, ma senza pane non si vive proprio. Quel cibo che per noi celiaci è così difficile da fare, ma quando viene come si deve ci dà una gran soddisfazione.
    Insomma, se non si fosse capito, è con gioia che partecipo al World Bread Day.

    Ed è ancora più con gioia che ci partecipo con un pane che mi è venuto particolarmente bene, fatto per di più con la meravigliosa pasta madre che ho imparato a fare da Felix & Co.

    pane alle erbe aromatiche

    Pan carré alle erbe aromatiche, con la pasta madre e senza glutine
     Ingredienti
    • Per il rinfresco:
    • 100 g di lievito madre con farina di riso e mais rinfrescato max da un giorno(¶)
    • 100 g di mix di farine dietoterapiche senza glutine* (¶)
    • 100 g acqua circa
    • 1 cucchiaino di zucchero di canna o di miele
    • Per l'impasto finale:
    • 500 g di mix di farine dietoterapiche senza glutine* (¶)
    • 1 cucchiaino di zucchero di canna
    • 60 g strutto
    • sale
    • 400 g di acqua circa
    • una manciata di mix di erbe aromatiche tritate (basilico, salvia, rosmarino, timo, maggiorana)
    • fioretto di mais per spolverare (¶)

    * Come mix di farine ultimamente uso quello di Felix e Cappera, con una piccola modifica, cioè l'aggiunta di un 10% di farina di grano saraceno. Io ne faccio questa quantità, o il doppio, e lo conservo in un barattolo, e quando mi serve ne prelevo la quantità necessaria. Accorgimento scemo: prima di usarlo scuoto energicamente il barattolo, per mescolare bene le farine.
    • 280 g di mix B della Schar
    • 120 g di farina senza glutine per pane Coop
    • 100 g di farina Glutafin Select o Pandea (meglio l'impasto con la Glutafin, è più buono)
    • 50 g di farina di grano saraceno (¶)
    Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.


    Preparazione

      Tirare fuori dal frigo il lievito madre, lasciarlo riavere per un paio d'ore e poi scioglierlo in 100 g di acqua tiepida, in cui si sia sciolto il cucchiaino di miele o zucchero di canna. Dopo un quarto d'ora aggiungere le farine. Deve venire un composto abbastanza morbido.

      Lasciar riposare coperto per una notte.

      Al mattino successivo sciogliere il lievito così rinfrescato nell'acqua tiepida con un cucchiaino di miele. Attendere un quarto d'ora e poi cominciare ad impastare con il mix di farine (io ho messo il lievito madre sciolto nell'acqua nella macchina del pane con il programma impasta e lievita, e aggiungo le farine). Quando si sono un po' amalgamate aggiungere lo strutto a cucchiaiate e un cucchiaino abbondante di sale.
      Al bip della macchina aggiungere anche le aromatiche tritate.

      Far lievitare fino al raddoppio, e poi rovesciare l'impasto, che sarà piuttosto morbido sulla spianatoia spolverata con il fioretto di mais.

      Dare qualche piega, e poi formare un filone lungo e stretto. Ripiegarlo in due su se stesso, ed arrotolare (come si può, essendo l'impasto abbastanza morbido) a fare un torcione, che si metterà in uno stampo da pane rettangolare, di quelli da 30 cm.

      Lasciar lievitare nuovamente coperto con un panno al calduccio, finché non raggiunge il bordi dello stampo.

      Riscaldare
      al massimo il forno, sul cui fondo si sarà messo un pentolino con dell'acqua, e quando va in temperatura infornare il pane nel suo stampo sul ripiano più basso. Poco prima di infornare spennellare il pane con una miscela di acqua e olio.

      Cuocere per i primi dieci minuti alla massima temperatura, e poi abbassare il termostato a 200°. La cottura richiede un'ora buona.

      Quando è cotto tirarlo fuori dal forno e lasciarlo raffreddare nello stampo, altrimenti secca troppo.

      Rimane morbido e si conserva bene per giorni. Se ne avanza ed è ormai raffermo, se ne possono fare dei profumatissimi crostini per zuppe e minestre.

      lunedì 11 ottobre 2010

      Sformato di quinoa cip-cip o della coerenza

      sformato di quinoa
      Beata incoerenza! Cosa scrivevo giusto l'altro giorno? ...
      Sono in una fase allergica verso tutte quelle cose che ho comprato e, talvolta, sperimentato in questi mesi: il thé matcha (mai usato :-) ), la fava tonka (che però in effetti è buona), il kefir e il latticello, i fiori commestibili...
      Tutta questa innovazione non fa per me.
      Ecco, praticamente il giorno dopo questo post, mi sono data alla pura sperimentazione, con ingredienti per me nuovi, addirittura etnici, e pure delle spezie assurde.

      Il risultato è stato un piatto veramente fusion, che spazia fra quattro continenti: dal Sud-America della quinoa al toscanissimo cavolo nero, dalla curcuma tipicamente africana all'India del Garam Masala. Da dove vengano i fili di chili non so... Che siano una spezia tipica di di Figline Valdarno?

      L'aspetto era un po' macrobiotico, quei tipici piatti cip-cip da uccellini da cui mio marito rifugge come la peste, ma al gusto era invece molto piacevole, ben articolato, il giorno dopo ancor meglio.
      Insomma, credo che lo rifarò.

      Per le patate arrosto, prometto che le pubblicherò al più presto... Anche se sono molto tentata dalle patate Hasselback ;-)


      Ah.. Con questa ricetta partecipo al contest per la ricetta del mese di novembre del calendario di Ammodomio, Un anno Ammodomio


      Sformato di quinoa con cavolo nero
      Ingredienti
      • 250 g di quinoa tricolore
      • 1 cespo di cavolo nero
      • 2 carote
      • 1 cipolla
      • 1 costa di sedano
      • 1 porro
      • 4 zucchine
      • 1 patata
      • 1 cucchiaio di Garam Masala (io per evitare problemi me lo sono fatto in casa) (¶)
      • 1 cucchiaio di curcuma in polvere (¶)
      • olio extra vergine di oliva
      • 1 spicchio d'aglio
      • 1 peperoncino
      • fili di chili (per guarnire, ma si potrebbero usare anche all'interno)
      • sale
      Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.

      Preparazione

      Mettere a bagno la quinoa nell'acqua, facendole fare più acque.

      Fare un trito con la cipolla, una carota e una costa di sedano, e metterlo a soffriggere in una padella con un filo d'olio, insieme a uno spicchio d'aglio sbucciato e un peperoncino.

      Nel frattempo mondare l'altra carota, il cavolo nero, le zucchine, il porro e la patate.
      Tagliere la carota, la patate e le zucchine a dadini, mentre il cavolo nero e il porro vanno tagliati a striscioline sottili.

      Quando il soffritto è appassito aggiungervi le verdure e farle insaporire un quarto d'ora.
      Togliere l'aglio e il peperoncino, ed aggiungere quindi la quinoa, assieme a 800 ml di acqua calda.
      Aggiungere la curcuma e il garam masala, aggiustare di sale e far cuocere a fuoco basso finché la quinoa non è cotta (tempo variabile, una mezzoretta abbondante). Se dovesse asciugare troppo durante la cottura, aggiungere acqua.

      Trasferire in stampini monoporzione e farli gratinare in forno.

      Servire guarnito di fili di chili, che sono belli, si adattono come colore e hanno un piccantino adatto. Ma servono solo per guarnire, quindi se non ce li avete potete farne tranquillamente a meno.

      mercoledì 6 ottobre 2010

      Riuscirà uno sformato di fagiolini a risollevare le sorti di un blog in crisi?

      Da questo ritorno dalle vacanze non sono più la stessa. Fatico molto a riprendere tutto, blog compreso.
      Non è che non cucini, anzi, ma mi sto crogiolando nelle certezze, quelle che uno non pubblica: la pizza della domenica sera (con un impasto che viene ogni volta meglio, ma mica si può pubblicare la pizza!), il roastbeef della mamma, le scaloppine, l'arista, le patate arrosto che come le faccio io non le fa nessuno, modestia a parte, la crema di zucca, la zuppa con il cavolo nero, le lasagne... La cucina di casa, insomma.
      Al contempo sono in una fase allergica verso tutte quelle cose che ho comprato e, talvolta, sperimentato in questi mesi: il thé matcha (mai usato :-) ), la fava tonka (che però in effetti è buona), il kefir e il latticello, i fiori commestibili...
      Tutta questa innovazione non fa per me.
      D'altronde, l'ho sempre saputo di avere un'anima conservatrice. Racchiusa (racchiusa? ma l'anima può stare racchiusa?) in una testa progressista con tendenze rivoluzionarie. Una situazione in equilibrio molto instabile, che mi mette in una perenne contraddizione con me stessa e mi rende così poco costante nelle mie passioni.
      Tutte queste incertezze e pigrizie nuocciono tremendamente al blog che, poverino, ne risente parecchio. Vi dico solo questo: domenica c'è stata la festa di compleanno del pargolo piccolo per il quale ho preparato otto torte dolci e tre salate, oltre ad altre amenità... e non ho fotografato NIENTE! Si può essere più pigri e di umor vago?

      E così, pigronzolando e conservando, invece che tutte quelle torte mi trovo a proporre un contorno che più della tradizione non ce n'è, uno sformato di verdure. L'unica concessione ai tempi nuovi sono gli stampini monoporzione, troppo più bellini del tradizionale anello.

      Ora che si va verso l'autunno lo sformato si adatta alla stagione, ecco altre idee:

      sformato patate e fagiolini

      Sformato di patate e fagiolini
      Ingredienti
      • 4 patate di medie dimensioni (circa 800 g in totale)
      • 600g di fagiolini
      • 100g di parmigiano grattugiato
      • 1/2 l di latte
      • 40 g di amido di mais (¶) (ho usato la maizena)
      • 40 g di burro
      • 3 uova
      • olio extra vergine di oliva
      • noce moscata
      • sale, pepe
      Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.

      Preparazione

      Lavare le patate e metterle, con la buccia, in acqua fredda. Lessarle, farle un po' freddare e sbucciarle.
      Pulire i fagiolini e lessarli al dente in acqua bollente salata.

      Passare al passaverdura sia le patate che i fagiolini, salare, pepare e far insaporire la purea così ottenuta in una padella in cui si sia scaldato un po' d'olio.

      Nel frattempo si preparerà una besciamella: mentre il latte si scalda far sciogliere il burro in una pentolina, e aggiungere la maizena. Far insaporire qualche minuto, quindi versare il latte bollente poco alla volta, sempre mescolando per evitare grumi, far cuocere qualche minuto, salare, pepare, spolverizzare con un po' di noce moscata grattugiata al momento e mettere da parte.

      Quando la purea di verdure si è un po' asciugata e insaporita, toglierla dal fuoco e aggiungere la besciamella e il parmigiano grattugiato. Alla fine incorporare le uova intere una alla volta, sempre mescolando per evitare che il calore del composto le cuocia.

      Aggiustare di sale.

      Imburrare e cospargere di pangrattato uno stampo ad anello, o degli stampini monoporzione, e cuocere in forno a 170° per una cinquantina di minuti (se nello stampo ad anello, invece negli stampini monoporzione basta meno, una mezzoretta).

      Togliere dal forno e lasciar riposare qualche minuto nello/negli stampo/i prima di sformare.

      Se le tegliette monoporzione sono carine si possono servire direttamente senza sformare, nel qual caso di possono cuocere qualche minuto meno e lasciarli più morbidi.

      Servire caldo ma non bollente, come contorno o antipasto (gli sformatini monoporzione si adattano particolarmente a quest'uso).

      P.S. Ho visto che nella lista degli ingredienti mi ero dimenticata le uova! Ho rimediato, le uova sono tre, come ho già scritto. Sbadataggine notturna...

      Con questa ricetta partecipo alla raccolta L'altra farina de La Torta Pendente.

      L'altra Farina - http://latortapendente.blogspot.com

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