mercoledì 27 febbraio 2013

L'ultima puntata di Jerusalem... Ahimé!



Terzo appuntamento con Ottolenghi. Ma non ultimo. Un libro così bello e con ricette così belle, che riescono così bene, non ci si lascia sfuggire facilmente.
Oggi ho addirittura bissato.
Mejadra. Un piatto saporito e molto buono, che può fungere, in un pasto equilibrato, anche da piatto unico, se lo si accompagna con delle verdure: ci sono i legumi, ci sono i cereali, ci sono un sacco di cipolle. Che c'è di più sano di così?
Lui dice che è il tipico piatto da pic-nic dei palestinesi di Jerusalemme. Altro che panini! 

Ma  non sono riuscita a resistere alla tentazione del dolce: la torta mandorle e clementine non poteva non essere mia, vista la mia insana passione per le mandorle.

Questo libro mi sembra che abbia passato l'esame da tutti i punti di vista.
In ogni modo, andate a leggere cosa dicono le altre Starbookers questa settimana:
- Alessandra e Daniela di Menu Turistico: Helbeh
- Laroby di Le chat egoisteChocolate krantz cakes
- Mapi di La Apple Pie di Mary Pie: Budino di riso al cardamomo con pistacchi e acqua di rose
- L'Araba di Arabafelice in cucina!: Polpette di agnello e pinoli con salsa tahine
- Vissi di cucina Vissi d'arte e di cucina: Pollo arrosto con topinambur e limone
- Ale di Ale only kitchen: Polpette porri e limone

- Patty di Andante con gusto: Pollo all'arak e clementine
- Ema di Arricciaspiccia: Basic Hummus


Vi ricordo che mercoledì prossimo, ovvero il 6 marzo, se volete potete partecipare a Starbooks Redone, ovvero potete rifare le ricette dei libri recensiti finora dalle Starbookers. Qualunque ricetta, non necessariamente quelle fatte da noi, basta che ce lo facciate sapere mettendo il banner e lasciando un commento da una qualsiasi di noi otto.


Ed ora veniamo alla nostra super-saporita Mejadra.



Mejadra
Tratto da "Jerusalem" di Sami Tamimi e Yotam Ottolenghi
Ingredienti
  • 250 g di lenticchie verdi o brune (io, Castelluccio)
  • 4 cipolle di medie dimensioni (700 g prima di pelarle)
  • 3 cucchiai di farina di riso (¶)
  • 250 ml circa di olio di semi di girasole 
  • 2 cucchiaini di semi di cumino
  • 1,5 cucchiaini di semi di coriandolo
  • 1/2 cucchiaino di curcuma
  • 1,5 cucchiaini di allspice (spezia che ricorda il pepe e i chiodi di garofano, io ho giustappunto mischiato queste due) (¶)
  • 1,5 cucchiaini di cannella in polvere (¶)
  • 1 cucchiaio di zucchero (io di canna muscovado)
  • 2 cucchiai di olio d'oliva (io di più)
  • 200 g di riso basmati  
  • 350 ml di acqua
  • sale e pepe macinato a mulinello 
Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili, o presentare la scritta SENZA GLUTINE sulla confezione. 
    Preparazione
    Mette le lenticchie in una piccola pentola, coprirle d'acqua, portare l'acqua al bollore e far cuocere un quarto d'ora, di modo ché le lenticchie siano cotte ma al dente. Scolarle.
    Pelare e tagliare le cipolle a fette sottili (io con la mandolina). Metterle in un piatto largo, spolverare con la farina e un cucchiaino di sale mescolare con le mani.
    Scaldare l'olio di girasole in una padella a fondo pesante di medie dimensioni, a fuoco vivo. Quando l'olio è bollente (verificare mettendoci un pezzo di cipolla: dovrà sfrigolare vigorosamente) abbassare il fuoco e versarvi circa un terzo delle cipolle. Friggerle per 5-7 minuti, mescolando ogni tanto, finché non sono ben dorate e croccanti, ma stando attenti che non brucino. Scolarle su carta da cucina, salarle e cuocere le restanti cipolle, in due mandate. Eventualmente aggiungere un po' d'olio.
    Tenere da parte.
    Tostare i semi di cumino e di coriandolo a fuoco vivo per un paio di minuti in una padella di cui si abbia il coperchio.
    Aggiungere il riso, la curcuma, l'allspice, la cannella, lo zucchero, il riso, l'olio d'oliva, un pizzico di sale e un bel po' di pepe. Mescolare il tutto, aggiungere per ultime le lenticchie, e l'acqua. Far prendere il bollore, incoperchiare e far cuocere a fuoco basso per 15 minuti.
    Togliere dal fuoco, togliere il coperchio e velocemente ricoprire con un panno, rimettere il coperchio e lasciar riposare per dieci minuti.
    Aggiungere circa metà delle cipolle, mescolare delicatamente e servire, ricoperto delle restanti cipolle.

    Questo modo di cuocere il riso, tipo alla creola, ma insieme al condimento, lo adotterò ogni volta che è possibile, perché diventa veramente delizioso.

    ___________________________________________________________________________

    Ed eccoci alla seconda ricetta della settimana, questa torta alle mandorle e clementine.
    Una nota su questa torta: è di una bontà fuori dal comune.
    Malgrado le mandorle, che potrebbero far pensare a un dolce "pancone", è estremamente soffice, e di un profumato che porta via.
    L'ho fatta per una cena che aveva mia madre, al buio, e pare che abbia riscosso un gran successo.
    Una vera delizia, da rifare in ogni modo.



    Clementine and almond syrup cake senza glutine
    Tratto da "Jerusalem" di Sami Tamimi e Yotam Ottolenghi
    Ingredienti
    • 200 g di burro
    • 380 g di zucchero semolato
    • la buccia grattugiata e il succo di 4 clementini non trattati
    • buccia grattugiata e succo di 1 limone
    • 280 g di mandorle senza buccia
    • 5 uova medie
    • 100 g di farina di riso (¶)
    • 1 pizzico di sale
    • zeste di arancia per guarnire
    Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili, o presentare la scritta SENZA GLUTINE sulla confezione.
     
    Preparazione
    Tritare nel mixer le mandorle per ottenere la farina di mandorle (io ci aggiungo un cucchiaio di zucchero per assorbire l'eventuale olio rilasciato, e uso il mixer in modalità pulsata per ridurre al minimo il rilascio di olio).
    Preriscaldare il forno a 170° C.Imburrare e infarinare, con farina di riso, una teglia di 24 cm di diametro (io 26).
    Mettere il burro a temperatura ambiente insieme a 300 g di zucchero e le zeste dei clementini e del limone in una ciotola (io in planetaria) e mescolare ad ottenere un composto omogeneo e cremoso. Non deve montare.
    Aggiungere metà della farina di mandorle e continuare a mescolare.
    Mentre la planetaria è in funzione, aggiungere a filo le uova sbattute, ripulendo la ciotola con una spatola un paio di volte.
    Aggiungere la farina di mandorle rimanente, il pizzico di sale e la farina. Continuare a mescolare in planetaria finché non è tutto omogeneo.
    Versare il composto nella teglia, livellare e far cuocere in forno per 50/60 minuti, verificando all'ultimo la cottura con uno stecchino, che deve uscire leggermenete umido.

    All'ultimo preparare lo sciroppo facendo cuocere i succhi degli agrumi con lo zucchero rimanente. Si deve ottenere circa 120 ml di sciroppo. Quando raggiunge bollore togliere dal fuoco.

    Quando la torta è pronta, toglierla dal forno e spennellarci sopra lo sciroppo, tutti i 120 ml. Io ho fatto anche qualche buco con lo stecchino per far sì che lo sciroppo colasse un po' anche all'interno.

    Far raffreddare completamente la torta prima di sformarla. Servire decorandola con zeste di arancia.

    Si può conservare, se tenuta in un contenitore a chiusura ermetica, fino a tre giorni.

    Eventualmente si può glassare la torta con una glassa fatta con 90 di burro, 150 g di cioccolato fondente , 1 cucchiaio di miele e 1/2 cucchiaio di cognac. Io non l'ho glassata.




    lunedì 25 febbraio 2013

    Di molte sperimentazioni e di una quasi (ma quasi quasi) Foresta nera senza glutine



    Ieri e oggi si vota. Sono stata agitata tutto il giorno.

    Sono di sinistra da sempre, e a questo giro sono molto preoccupata.
      
    Sarà meglio fare qualcos'altro.

    Ad esempio scrivere il post  per l'MTC, così mi distraggo.

    La ricetta è senza glutine a priori, proposta da Stefania. Un godìo: avrei potuto sbizzarrirmi, non c'erano problemi di sorta. A rendere le cose ancora più semplici, la red velvet di Stefania l'avevo già fatta a suo tempo, per i cake pop, con risultati ottimi.
    Insomma, tutto facile, no?

    Ho cominciato in grande spolvero, facendo subito il burro e latticello home-made come suggerito da Bucci in questo bell'articolo. Se non ci credete, ecco le prove.



    Poi...

    Red-velvet n.1, fatta a stonfo, il giorno dopo la pubblicazione della ricetta, è entrata e uscita dal freezer non so più quante volte, perché non riuscivo mai a trovare il tempo di farcirla volevo fare degli esperimenti sulla sua stabilità alle fluttuazioni termiche

    La seconda l'ho preparata un giorno in cui sapevo di avere un po' di tempo da dedicarmicisi, ma l'ho voluta sformare troppo presto, ancora calda, però volevo fare degli esperimenti sulla sua stabilità alle sollecitazioni meccaniche e si è spatasciata sformandola ho sperimentato come dovrebbe venire una torta mimosa fatta con la red velvet, che però per la sfida non sarebbe andata bene.

    Quella buona sarebbe stata fatta sabato, era ormai certo. Mi ero però dimenticata che mia figlia aveva le gare di arrampicata la mattina Ho voluto sperimentare come viene la red velvet sotto sforzo, fatta in tempi ristretti. Ho cominciato a prepararla alle tre, alle quattro e mezza era fuori dal forno.
    Alle quattro mi accingevo a preparare la farcia al cioccolato bianco per scoprire che non avevo nemmeno mezza tavoletta di cioccolato bianco in casa, anzi, che non avevo nessun tipo di cioccolato tout court, ma ho deciso che cioccolato su cioccolato non andava bene, e che era meglio fare una fantastica Foresta nera.ma cosa cavolo vuoi fare la Foresta nera che non hai il cioccolato per i riccioli e comunque, just in case, l'ha già fatta Aria ma non normale, con una crema al mascarpone deo gratias che avevo in frigo mezzo chilo di mascarpone e il latte condensato.

    Eccoci qua.

    P.S. Bellino il riflesso della torta sulle posate, vero?





    Red-velvet quasi (ma quasi) foresta nera senza glutine
    Ingredienti

    Per la Red Velvet Cake (ricetta di Stefania di Cardamomo&Co.)
    • 300 g di zucchero
    • 160g di farina di riso sottilissima (¶)
    • 60g di fecola di patate (¶)
    • 30 g di fecola di tapioca (¶)
    • 8 gr cacao amaro (¶)
    • i semini di una stecca di vaniglia 
    • 3 uova
    • 110 di burro
    • 240 ml di buttermilk
    • 1 cucchiaio di colorante rosso in polvere (¶)
    • 1 cucchiaio di aceto bianco
    • 1 cucchiaio di bicarbonato di sodio
    • 1/2 cucchiaino da caffè di sale
    Per la farcia e la finitura
    • 500 g di mascarpone
    • 250 g di panna da montare
    • 180 g di latte condensato (¶)
    • amarene sciroppate (¶)
    Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili, o riportare sulla confezione la scritta SENZA GLUTINE.

    Preparazione
    Per la red-velvet: 
    Pre-riscaldare il forno a 175°C. In un recipiente mescolare le farine, il sale, il cacao.
    In un altro recipiente (io planetaria) sbattere il burro ammorbidito per 2-3 minuti, finché sarà soffice e poi aggiungete lo zucchero e sbattere per altri 3 minuti. Aggiungere le uova, una alla volta, sbattendo 30 secondi dopo ogni aggiunta.
    Mescolare il colorante al buttermilk e quindi versare poco per volta al composto di burro, alternando le polveri al buttermilk. Meglio iniziare e finire con la farina. Aggiungere anche la vaniglia e mescolare. In una tazzina (capiente) mescolare il bicarbonato all’aceto bianco, facendo attenzione a versarlo subito nell'impasto. Incorporare bene con una spatola. Imburrare due teglie da 18/20 cm e spolverizzarle con farina di riso. Versare il composto nelle teglie e cuocere per 40/45 minuti, controllando la cottura con uno stuzzicadenti. Lasciar raffreddare le torte dentro le teglie per 10 minuti. Toglierle dalle teglie e far raffreddare del tutto, quindi fasciarle nella pellicola trasparente e farle riposare in frigo per diverse ore (io non l'ho fatto per questioni di tempo).

    Per la camy-cream: (ricetta quasi ubiqua sul web, in moltissimi forum e blog, non so a chi sia venuta l'idea per primo)
    Montare la panna a neve. In un altro contenitore (io nella planetaria) cominciare a montare il mascarpone, quando è un po' cremoso aggiungere a filo il latte condensato.
    Alla fine amalgamare la panna montata al composto di mascarpone e latte condensato. C'est tout.
    Tenere in frigo fino all'utilizzo.
    Io ho farcito la mia torta con questa bomba crema, insieme a qualche amarena sciroppata, e l'ho usata anche per decorare la torta all'esterno.
    È una gran porcata una crema assai buona e molto stabile, quindi perfetta per questo tipo di preparazioni. Bisognerebbe non abusarne Smettetela di mangiare la crema con le dita! Ah! l'ho fatto anch'io prima? Che c'entra, io sono la cuoca
    Come detto sopra avrei potuto decorarla con riccioli di cioccolato, ma all'ultimo momento ho scoperto di non averne in casa ho preferito questa versione più sobria Ma hai bevuto o cosa? ed elegante, all-white.

    Con questa ricetta partecipo alla sfida di febbraio 2013 dell' MTC.
    La ricetta originale della Stefania di Cardamomo & Co.

     

    mercoledì 20 febbraio 2013

    Una crema senza glutine morbida e profumata per lo Starbooks



    Ed eccoci al secondo appuntamento con Jerusalem di Ottolenghi. A questo giro vi toccherà un dolcetto. Una cosa semplice, morbida, profumata. Che si fa velocemente, anzi, si fa lentamente ma non porterà via il vostro tempo. Muhallabieh.
    La consistenza è quella di una crema abbastanza liquida. Per avere un riferimento, mi perdonino i puristi, il Danette :-) Anzi, diciamo che secondo me dovrebbe essere così, ma a me è venuto più liquido, ragion per cui la prossima volta aggiungerò più amido di mais. Ma il paragone vale solo la consistenza, il sapore e il profumo sono deliziosamente intesi e profumati.

    Anche questo è un dolce che travalica i confini. Come è d'uso per questo Stabooks, cedo la parola agli autori:
    "Muhallabieh, malabi, ksab, sutalj, sahleb -  these are all names for set puddings or thick sweet that are dear to Jerusalemites, almost as much as the sacred stones of the old city. Weel, not quite but it is fair to say that Arabs and Jews share a real fascination with these milky desserts"
    Aggiungerei anche balouzah. 
    E anche Yakh der Behest, che significa Ghiaccio in paradiso, omologo persiano. 
    Se lo si cerca con Google, lo vediamo definire dolce libanese, ma anche marocchino, e con maggiore onestà "a classic Middle Eastern".

    La ricetta di oggi, così dolce, buona, profumata e confortante, e capace di travalicare i confini la dedico a una mia alunna di rara grazia e levità.
    Simpatica, educata, aperta, solare ma delicata di modi. Soprattutto, è se stessa e sta bene nei suoi panni, senza sentire il bisogno di essere qualcosa di diverso da sé.
    Quello di cui sono certa è che, se lasciata crescere in armonia, come sembra essere accaduto finora, diventererebbe una donna equilibrata e consapevole di sè, che non è poco.

    Se lasciata crescere in armonia, appunto.
    E la sua armonia si basa su un equilibrio delicato, quello di una ragazzina straniera nata in Italia, da genitori evidentemente abbastanza intelligenti da lasciarla crescere libera di esprimere le sue potenzialità.

    Suo padre abita e lavora in Italia da 20 anni. Ma da poco ha perso il lavoro, e in questi tempi di crisi fatica a trovarne un altro. Come succederebbe a ciascuno di noi, peraltro.

    Per farla breve, i suoi genitori tanno pensando di tornare nel paese di origine. Non è l'unica famiglia di alunni della mia scuola che sta facendo queste riflessioni, purtroppo.

    Questo paese, che è diventato il loro, e che sicuramente è il paese di questa ragazzina, non ha più nulla da offrire a queste famiglia.

    La mia alunna è preoccupata, mi ha spiegato che nel paese di origine non troverebbero, nè lei nè i suoi fratelli, scuole come quelle che frequentano qui.
    Che quando d'estate è andata a trovare i nonni si è sentita a disagio, perché una ragazzina della sua età, là, non va in giro in bicicletta da sola. Forse non va in giro in bicicletta, punto e basta.
    Mi ha spiegato, con semplicità e lucidità, che non ci vuole andare perché là non avrebbe le stesse opportunità che potrebbe avere qui.

    Mi sono sentita impotente. Arrabbiata e impotente.

    Lei ha ragione, deve restare nel suo paese. Cioè qui.

    Ma c'è la crisi, le ditte chiudono, chi è straniero torna a casa.

    O meglio, tornano in case che non sono più le loro, in paesi dove non si troveranno più a loro agio, dove i loro figli saranno a loro volta stranieri.

    Non poter far niente per questa mia alunna, per la sua famiglia, per le mille ragazzine che sicuramente non conosco ma vivono difficoltà simili in questo orribile periodo mi rende furiosa.

    E non potendo fare altro che raccontare la sua storia, le dedico questa dolcissima muhallabieh.
    Ecco cosa vi ammanniscono le altre ragazze dello Starbooks questa settimana:
    - Alessandra e Daniela di Menu Turistico: Saffron Chicken and Herb Salad
    - Laroby di Le chat egoiste: burnt aubergine with garlic, lemon and pomegranade seeds
    - Mapi di La Apple Pie di Mary Pie: Kebab di pesce e capperi con melanzane arrosto e limoni piccanti in conserva
    - L'Araba di Arabafelice in cucina!: Latkes
    - Vissi di cucina Vissi d'arte e di cucina: Risotto d'orzo con feta marinata
    - Ale di Ale only kitchen: Tahini cookies
    - Patty di Andante con gusto: Musabaha (ceci caldi con hummus e pita tostata)
    - Ema di Arricciaspiccia: Roasted cauliflower and hazelnut salad


    Ed ora veniamo alla nostra profumata muhallabieh.



    Muhallabia senza glutine
    Tratto da "Jerusalem" di Sami Tamimi e Yotam Ottolenghi
    Ingredienti
    (per sei persone... a dieta) 
    • 50 g di farina di mais (io amido di mais (¶))
    • 500 ml di latte intero
    • 200 ml di acqua
    • 80 g di zucchero semolato
    • 25 g di cocco rapè (¶)
    • 25 g di pistacchi tritati non salati (io una manciatina di mandorle) 
    • fiori alimentari (mia aggiunta)
    • 2 cucchiai di acqua di rose  (¶)
    Per lo sciroppo
    • 60 g di zucchero semolato
    • 60 ml di acqua
    • 1 foglia di alloro
    • 1 baccello di vaniglia    
    Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili, o presentare la scritta SENZA GLUTINE sulla confezione.

    Preparazione
    Cominciare con il budino. Mescolare l'amido di mais con 100 ml di latte fino ad ottenere una pastella morbida.
    Versare il resto del latte, l'acqua e lo zucchero in una pentolina, e mettere sul fuoco a fuoco basso, finché comincia a rilasciare vapore: a questo punto aggiungere la pastella.
    Cuocere a fuoco basso, mescolando continuamente, finché non bolle e raddensa, raggiungendo la densità di una crema spessa (questo la mia non l'ha fatto mai, forse dovevo cuocerla di più).
    Togliere dal fuoco, e versare il composto in sei ciotoline mono-porzione.
    Coprire ogni ciotolina con la pellicola, a contatto con la crema, per evitare la formazione della "pellicina", e quando è a temperatura ambiente mettere in frigo per almeno tre ore.
    Io  in realtà ho proceduto diversamente: ho lasciato raffreddare la crema nella pentola, una volta fredda ho aggiunto l'acqua di rose, ho mescolato e versate nelle ciotole singole.



    Nel frattempo preparare lo sciroppo: versare in una pentolina l'acqua, lo zucchero e aggiungere la foglia d'alloro. Aprire il baccello di vaniglia, togliendo i semi. Mettere sia il baccello che i semi nell'acqua. Far cuocere a fuoco basso finché lo zucchero si scioglie, quindi spegnere il fuoco e lasciar raffreddare.

    Prima di servire, spolverizzare ogni ciotolina con il cocco rapé, le mandorle tagliate a lamelle e un cucchiaio di sciroppo. 

    Mie osservazioni sulla ricetta:
    Ottolenghi e Tamimi ci spiegano che la ricetta tradizionale prevede l'uso dell'acqua di rose, e che loro invece hanno voluto sperimentare altri profumi, in particolare alloro e vaniglia, ma che nulla vieta, volendo, di aggiungere anche un paio di cucchiai di acqua di rose. Ero molto perplessa all'idea dell'alloro, e mi sbagliavo di grosso. Ci sta divinamente, non c'è soluzione di continuità fra la fragranza dell'alloro e quella della vaniglia, si sposano perfettamente. Io comunque volli anche l'acqua di rose, che tanto mi piace.

    mercoledì 13 febbraio 2013

    Balilah, ovvero di Gerusalemme, melting pot culinario



    Sono tornata a partecipare allo Starbooks. Con grande gioia, perché questo lavoro critico sui libri mi piace molto, e mi piace molto il modo di lavorare del gruppo, rilassato ma serio: si fa quel che si può, ma quel che si fa si cerca, nei limiti umani ovviamente, di farlo bene.

    E questo libro mi è piaciuto subito moltissimo. A partire dalla copertina. E poi le foto, ma soprattutto il tema. La cucina ebraica. Ebraica? La shakshuka sarebbe ebraica? Ma non era il piatto di cui mi parla sempre il mio babbo, di quando ci si trasferì per due anni in Tunisia? E i falafel? O i falafel non erano un cibo tipicamente mediorientale, arabo mi verrebbe voglia di dire. L'harissa poi, la salsa tipica algerina hot che più hot non si può.
    O non si era detto che il libro parlava di cucina ebraica? Ecco, si, si era detto. Ma ci s'era sbagliati.
    Il libro parla della cucina di Gerusalemme. Che è una città ebraica, ma anche araba, e anche molte altre cose.
    E infatti il libro è scritto a quattro mani, da Ottolenghi, ebreo di origini italo-tedesche, e Tamimi, palestinese.
    Ottolenghi e Tamimi sono entrambi chef, e lavorano insieme. Parecchio bene, si direbbe dal libro.
    Che ci narra di una città meravigliosa, piena di odori, sapori e colori, un vero melting pot culinario.
    C'è un capitolo del libro, dal titolo eloquente: "Finally, a comment about ownership".
    Lo cito paro paro:
    "In the part of the world we are dealing with everybody wants do own everything. Existence feels so uncertain and so fragile that people fight fiercely and with great passion to hold on to things: land, culture, religious symbols, food - everything is in danger of being snatched away or of disappearing. The result is fiery arguments about ownership, about provenance, about who and what came first. 
    As we have seen through our investigations, and will become blatantly apparent to anyone reading and cooking from this book, these arguments are futile."

    Tutto questo per dire che lo spirito del libro mi piace molto. Ma, trattandosi di un libro di cucina, vorrebbe dire poco, se le ricette non fossero interessanti. Invece lo sono, e molto.
    La prima cosa che ho provato è un piatto semplicissimo, la balilah. Ceci. Semplicissimi ceci. Che, conditi con limone, cipolla e cumino, diventano una squisitezza, alla quale si sono dovuti arrendere anche mio marito e mia figlia, solitamente molto diffidenti nei confronti degli esperimenti che porto in tavola.
    Nel libro viene definito uno dei tipici street food palestinesi (leggendo a giro ho scoperto che si tratta di un piatto originariamente libanese), ma nella parte ultra-ortodossa della città si vende, per strada, un piatto, detto arbes, identico alla balilah, tranne che per la sostituzione del cumino con il pepe. Tanto per ribadire il concetto espresso all'inizio. Che fra l'altro era un'idea che mi era già venuta leggendo la Bibbia della "Cucina del Medio Oriente e del Nord Africa" della Roden, che lo ha scritto prendendo le ricette dai suoi amici e parenti, ebrei, sparsi in tutto il mondo.

    Le altre ragazzacce dello Starbooks questa settimana vi ammanniscono altre meraviglie, eccole:
    - Alessandra e Daniela di Menu Turistico: Pollo con cipolle caramellate e riso al cardamomo
    - Laroby di Le chat egoisteSaffron rice with barberries,pistachio& mixed erbs
    - Mapi di La Apple Pie di Mary Pie: Quaglie brasate con albicocche secche e ribes
    - L'Araba di Arabafelice in cucina!: Ghraybeh
    - Vissi di cucina Vissi d'arte e di cucina: Spice cookie
    - Ale di Ale only kitchen: Falafel

    - Patty di Andante con gusto: Semolina, coconut and marmelade cake
    - Ema di Arricciaspiccia: basmati & wild rice with chickpeas, currants & herbs

    Ed ora veniamo alla nostra semplicissima ma super-gustosa ricetta.




    Balilah
    Tratto da "Jerusalem" di Sami Tamimi e Yotam Ottolenghi
    Ingredienti
    • 200 g di ceci secchi
    • 1 cucchiaio di bicarbonato di soda
    • 60 g di prezzemolo a foglia piatta (Petroselinum crispum neapolitanum, il nostro normale prezzemolo, diverso dal Petroselinum crispum crispum, quello che in Francia chiamano persil arabe)
    • 2 cipollotti freschi
    • 1 cucchiaio grosso limone
    • 3 cucchiai di olio d'oliva (io di più)
    • 2 cucchiai di cumino in polvere (io in semi)
    • sale e pepe macinato a mulinello 
    Preparazione
    Il giorno prima mettere a bagno i ceci in abbondante acqua, in cui si sia sciolto il bicarbonato. Lasciarli a bagno tutta la notte (io di più). 
    Scolare i ceci e trasferirli in una pentola, coprire con abbondante acqua, far prendere il bollore e quindi abbassare il fuoco e far cuocere a fuoco basso per un'ora/un'ora e mezza (anche due, dico io).

    Nel frattempo, mondare e tritare  il prezzemolo e i cipollotti, e metterli in una larga ciotola. 
    Pelare al vivo il limone, eliminando tutte le parti bianche, e tagliarlo grossolanamente a pezzi. Versare i pezzi di limone e il succo che è colato nella ciotola insieme a prezzemolo e cipollotti. 

    Quando i ceci sono cotti, morbidi ma ancora interi, scolarli dall'acqua di cottura e versarli nella ciotola ancora bollenti. Aggiungere l'olio EVO, il cumino, 3/4 di cucchiaio di sale e una generosa spolverata di pepe. 
    Mescolare bene, attendere che i ceci si siano raffreddati fino a  diventare tiepidi, aggiustare di sale e servire.
     

    mercoledì 6 febbraio 2013

    Starbooks: Re-done!

    Conoscete lo Starbooks, vero

    Un gruppo di matte del quale ho l'onore di fare parte sceglie di mese in mese un libro, e ognuna rifà tre o più ricette del libro, esprimendo le sue opinioni in merito, in un post che esce di mercoledì.
    Proprio per questo le ricette le rifacciamo uguali uguali, senza cambiare una virgola, ovviamente il tutto in modo compatibile con la reperibilità degli ingredienti e le intolleranze di ciascuno. 
    Le matte del mercoledì sono (io appartengo al gruppo solo da pochi mesi, ma ne sono molto orgogliosa)
    Ci è venuta voglia di coinvolgere anche voi in questo lavoro sui libri di cucina. In che modo?

    Proponendovi di sperimentare alcune ricette tratte dai libri che nel corso del tempo abbiamo recensito, sia quelle che abbiamo già provato noi, o anche altre, purché tratte appunto da quei libri. 

    Fra scegliere i libri, selezionare le ricette in modo che ne siano rappresentative, e valutare i risultati, successi o insuccessi che siano, il lavoro di discussione e riflessione è consistente. Quando ad esempio ci sembra che un libro, o una ricetta, non soddisfino le nostre aspettative, non lo diciamo certo a cuor leggero, ma prima ci sinceriamo che dipenda proprio dal libro e non da noi. La discussione diventa essenziale, e il lavoro di ciascuna, pur nella sua individualità, è in realtà lavoro di tutte. 
    Praticamente siamo una blog-comune, e, come si sa, le comuni troppo numerose falliscono sempre. 

    Proprio per questo il gruppo che sceglie i libri e propone le ricette negli ultime tre mercoledì del mese resterà immutato - il lavoro dietro le quinte è tale che non sarebbe possibile allargarlo ad una platea più ampia - ma saremmo molto contente se voleste collaborare al nostro progetto proponendo anche i vostri esperimenti.

    Come contribuire, allora? 

    Sia rifacendo le ricette che abbiamo fatto noi, che prendendone altre dagli Starbooks che abbiamo recensito finora.
    Lasciate il link nel post di quella di noi da cui avete preso la ricetta. O, se la ricetta noi non l'avevamo fatta, in uno dei nostri post relativi a quel libro. Insomma, ce la possiamo fare. 
    Faremo anche una pagina FB per semplificare il lavoro.

    La ricetta la dovete pubblicare il primo mercoledì del mese, che è quello in cui non pubblichiamo le nostre.


    Per aiutarvi nella scelta, e invogliarvi a partecipare, ecco l'elenco degli Starbooks che sono stati fatti finora. 
    Vi aspettiamo!!! 


    Lo Starbooks di Gennaio 2013
    Emily Ansara Baines, The Unofficial Downton Abbey Cookbook

    Le Starbookers di Gennaio e le loro ricette

    La Apple Pie di Mary Pie

    Andante con gusto

    Menuturistico

    Arabafelice

    Vissi di cucina

    Lechategoiste

    Arricciaspiccia
    Ale only kitchen

    Lo starbooks di novembre 2012 : Trine Hahnemann, Scandinavian Christmas
    Le Starbookers di Novembre e le loro ricette



    Lo starbooks di ottobre 2012 : Martha Stewart, Martha's American Food
    Le Starbookers di Ottobre e le loro ricette
    Ale Only Kitchen: 

    Andante con gusto:

    Araba Felice: 

    Arricciaspiccia: 

    L'Apple Pie di Mary Pie: 

    La Gaia Celiaca: 

    Le Chat Egoiste: 

    Menuturistico:

    Vissi d'arte e di cucina: 


    Lo starbooks di settembre 2012 : Rachel Khoo "The Little Paris Kitchen
    Le Starbookers di Settembre e le loro ricette

    ale only kitchen: 

    andante con gusto: 

    araba felice: 

    la apple pie di mary pie: 

    la gaia celiaca: 

    le chat egoiste:

    Menuturistico

    vissi di cucina: 


    Lo starbooks di giugno 2012 : Vefa Alexiadou, "La cucina di Vefa" 
    Le Starbookers di giugno e le loro ricette

    Ale only kitchen

    Andante con gusto

    Menuturistico

    Vissi di cucina


    Lo starbooks di maggio 2012 :  Yotam Ottolenghi, "Plenty"
    Le Starbookers di maggio e le loro ricette

    Ale only kitchen 

    Andante con gusto
    Gratin di Carciofi

    Insalata mista

    Menuturistico

    Vissi d'arte

    Lo starbooks di aprile 2012 :  "Moreno Cedroni - Grandi Cuochi"
    Le starbookers di aprile e le loro ricette

    Menu turistico 

    Gelato alla toma con confettura di fragole
    Baccalà all'anconetana 


    Poveri ma belli e buoni
    Rigatoni all'arrabbiata con alici fresche e melanzane
    Tataki di quaglia e tonno, salsa di finocchi, olive nere e arancia candita


    Ale nly Kitchen
    Gnocchi al Ragù con gamberi rossi al limone, salsa leggera di cacio e sentore di riccio
    Tonno fucsia

    Andante con Gusto
    Tortellini al parmigiano con salsa al pomodoro e carne cruda Carpaccio tiepido di palombo con purea al lime

    Vissi d'arte e cucina
    Spinosini alle vongole e limone
    Mojito alla lavanda


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