venerdì 26 febbraio 2010

Planetaria day anch'io

È passata ormai quasi una settimana dal Planetaria day.

Eravamo in tre, tre food-blogger riunite appositamente per cucinare. Cioè, due food blogger di rango, Gaia di Profumo di mamma e Giuliana di Mamma Iana, ed una scarz'e'ignuda, che sarei poi io.

S'era detto di usare la planetaria, s'era detto di fare dei cibi gluten free (vabbé, quelli si son fatti per forza, altrimenti io avrei digiunato, e mica sarebbe stata una bella cosa), poi s'è messo di mezzo il Giappone. E si sa, i giapponesi mica sono mammolette, hanno una determinazione che quando arrivano sparigliano.


E così, sushi fu. Era la prima volta che sushavo, ma cucinando fianco a fianco delle due signore, tutto sembrava facile. Mi ci voglio vedere a rifarlo, quando sarò da sola... Intanto, se proprio volete sapere come abbiamo fatto a realizzare un sushi così perfetto, vi rimando alle indicazioni dell'altra Gaia, che ne ha parlato proprio oggi.

Abbiamo fatto anche un gelo di mandarini squisiro. Anche qui era una prima volta, ma messe insieme eravamo una potenza, e tutto andava per il verso giusto (beh... tutto tutto proprio no... vogliamo parlare di alcuni crackers di riso che ancora gridano vendetta?). Anche questa ricetta l'ha già pubblicata l'omonima, e vi rimando direttamente a lei.

E poi, certo, abbiamo un sacco chiacchierato. Di vite, di figli, di lavoro, della nostra splendida città (...), della tramvia, del perché e del percome fossimo finite a scrivere di cucina. Forse anche di politica, ma poco poco, ultimamente è così rivoltante, e non si può parlare di cose rivoltanti quando si stanno cucinando maki e nigiri.

Insomma, è stato bello. Diretto, semplice, spontaneo.
Sono ormai più di dieci anni che vivo la rete, e ogni volta mi stupisco di come sia facile e positiva la comunicazione anche se non ci si era mai viste, solo per aver un po' parlato. Quando poi le cose vanno avanti, nella vita delle persone, diventa tutto più complicato, ma l'essenza della comunicazione, quando si creano dei fili invisibili che ti fanno venire la voglia di incontrarsi, è una magia che dovremmo trattare come cosa preziosa.

E tale è stata questa domenica passata insieme, a parlare e a cucinare: allegra, rigenerante, piacevole e divertente, istruttiva e accattivante. Da rifare, perché ti fa stare bene.

In tutto questo sdilinquimento, mi sarebbe piaciuto non dover aspettare fino ad oggi per pubblicare, ma qui ci ha mezzo lo zampino la tecnologia, che quando dice di mettersi di traverso mica scherza. Per fortuna che alla fine ce l'abbiamo fatta anche noi scarz'e'ignude.
Anzi, la cucina di Gaia era così piena di luce, e i suoi consigli sul bilanciamento del bianco e sulla sovraesposizione così efficaci, che pure le foto non mi sono venute la solita schifezza.

Praticamente un tale concentrato di energie positive che avremmo potuto fare qualunque cosa.
Non proprio qualunque: ero così emozionata e quindi poco professisionale... che non ho nemmeno una foto delle due giovin signore. Per fortuna che ci hanno pensato loro, qui e qui.


Torta salata di porri e taleggio
Ingredienti
Per la base
  • 150 g di farina di riso(¶)
  • 75 g di fioretto di mais (¶)
  • 90 g di burro
  • 1 uovo
  • acqua fredda
  • sale
Per il ripieno
  • 3 porri
  • 150 g di taleggio
  • 125 g ricotta
  • farina di riso (¶)
  • noce moscata
  • latte
  • sale
  • olio
  • un tuorlo d'uovo
Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia.

Preparazione

Mettere nella planetaria le due farine e il burro a tocchetti freddo e impastare con la foglia. Quando si è creato il briciolame, aggiungere l'uovo, il sale e tre o quattro cucchiai di acqua fredda. Continuare ad impastare con la foglia, finché si forma un impasto omogeneo (si può fare anche a mano, anzi, io le faccio sempre a mano, ma con la planetaria si fa mooooooooolta meno fatica!)
Avvolgere in un foglio di pellicola e mettere a riposare in frigo per una mezzoretta.

Nel frattempo pulire i porri e tagliarli a listarelle sottili. Farli appassire in padella con un po' d'olio. Aggiungere un bicchiere di latte e un paio di cucchiai di farina di riso. Far cuocere a fuoco basso il tutto, finché i porri si sono quasi sfatti. Aggiungere la ricotta e il taleggio a pezzettini.
Continuare a cuocere a fuoco dolce, mescolando ogni tanto, finché i formaggi non si sciolgono e si amalgamano al resto: deve risultare una crema morbida.
Aggiustare di sale e pepe, eventualmente spolverare con una grattatina di noce moscata (noi ce ne siamo scordate) e lasciar raffreddare a temperatura ambiente.

Togliere la brisé dal frigo e stenderla su foglio di carta forno.

Metterla in una teglia da crostate (26 cm di diametro), ritagliare il bordo, farcire con il ripieno e fare la graticola con i ritagli di pasta re-impastati.

Sbattere il tuorlo d'uovo con un po' di latte e spennellare la torta (e anche qui noi ce ne siamo dimenticate, sai com'è... una chiacchiera tira l'altra...)

Infornare a 180° per una quarantina di minuti.

Servire tiepida.

mercoledì 24 febbraio 2010

I muffins della regina senza glutine

Via, rassegnamoci, 'ste foto della memorabile giornata ancora non ci sono. Che rabbia.

E certo questo non contribuisce a migliorare l'umore, già di per sé altalenante, che segue come onda attese di varia natura.

Stanchezza da inverno in mezzo al guado, che non può più far conto sull'entusiasmo per il natale, da venire o appena venuto, ma nemmeno può strizzare gli occhi alla primavera, che è decisamente ancora da venire.

Se almeno andassimo a sciare, ci sarebbe la cesura della settimana bianca. Secondo me il successo dello sci non deriva tanto dallo sport in sé che, soprattutto sulle piste, mi sembra un po' sciocco, scendi giù e poi in coda per salire con quel coso fra le gambe, e poi giù, e di nuovo in coda... Quanto proprio dal fatto che la settimana bianca mette un paletto nell'altrimenti lunghissimo e tedioso inverno, un paletto a cui aggrapparsi ed avere la spinta per svoltare. Perché questi mesi invernali sono lunghi, insopportabilmente lunghi, non finiscono mai, con le loro giornate corte, insopportabilmente corte, la pioggia, l'umido, il freddo.

Per fortuna che ci sono i cavoli. I carciofi. Le insalatine e i radicchi di campo. E, certo, le regine dell'inverno, le arance.

C'è anche il latticello, di cui ultimamente mi sono un po' innamorata, sarà che ai lievitati gluten free fa così bene, ma così bene che lo metterei pure nella minestra, anche se non di lievitato si tratta :-)

Dice che nei muffins sia la morte sua, anzi, la ricetta original americana dei muffins proprio il latticello prevede.

E che muffins al latticello sia, allora!


Muffins senza glutine all'arancia e latticelloIngredienti
  • 300 g di farina senza glutine (¶)
  • 80 ml di olio di semi
  • 150 g di zucchero
  • 250 g di latticello (buttermilk)
  • 1 arancia
  • 2 uova
  • 1 bustina di lievito per dolci (¶)
Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia.
Preparazione
Imburrare abbondantemente e infarinare una teglia da muffins (io ne ho usata una da 12 piccoli muffins).
Mescolare gli ingredienti solidi (farina, zucchero, lievito).
Grattare la buccia dell'arancia, spremere l'arancia stessa, e mescolare gli ingredienti liquidi: latticello, olio, uovo, succo d'arancia e buccia dell'arancia.
Mescolare gli ingredienti solidi e quelli liquidi molto velocemente, riempire gli stampini da muffins a 3/4 e infornare nel forno precedentemente riscaldato a 180°.
Lasciar cuocere una ventina di minuti, non di più, altrimenti si asciugano troppo.

Dimenticavo di dire... che con questa ricetta partecipo alla raccolta Muffins mania di Pandipanna.

lunedì 22 febbraio 2010

E il pollo?

pollo all'orientale con riso ai ceci

Ho pubblicato il riso.
Adesso devo pubblicare il pollo. Che abbiamo mangiato con il riso. E che mi sono inventata.

In realtà avrei ben altro da pubblicare, ma il marito ha deciso di installare Seven sul nostro computer. E cosa è successo? Che con Seven non funziona più il programmino per scaricare le foto dalla digitale. Ecchecavoli!!! Vi rendete conto del dramma, immagino...
Insomma, io qui ho tutto un servizio fotografico su una giornata memorabile (...), e vi devo invece propinare un pollo.

Comunque il pollo era buono. È uno dei tanti polli che sempre servo con il riso. L'idea di fondo è sempre la stessa. Prendi del pollo, taglialo a tocchetti piccoli, e mettici assieme qualcosa che faccia da condimento al pollo stesso. E al riso.

Comunque non vedo l'ora di pubblicare il resto. Il servizio fotografico sulla giornata memorabile. Devo risolvere il problema di questa malefica macchina fotografica. Quasi quasi me ne compro una nuova. Che faccia per bene il bilanciamento dei bianchi. E abbia la funzione food.

... E se non conosci i miei polli, eccoli qua :-)
  • Pollo ai peperoni ed aceto balsamico
  • Pollo in fricassea con gli asparagi
  • Pollo all'arancia
  • Pollo al curry con riso alla creola
  • Pollo carciofi e zafferano

    Pollo all'orientale d'inverno
    Ingredienti
    • 500 g di pollo (io uso il petto, per pigrizia, ma vanno benissimo anche gli altri tagli)
    • una manciata di ceci già lessati
    • alcune cimette di cavolfiore
    • una carota
    • una manciata di piselli (vanno bene anche surgelati)
    • una piccola cipolla
    • salsa di soia
    • farina di riso
    • sale
    • mezzo bicchiere di vino bianco
    • olio evo
    Preparazione
    Tagliare il pollo a piccoli pezzi (se ha la pelle, toglierla) e metterli in una ciotola. Spolverare con un po' di farina di riso, poca poca.

    Tagliare sottile sottile la cipolla, e farla appassire in un po' d'olio, in una padella. Quando la cipolla è appassita, aggiungere i pezzi di pollo e farli rosolare velocemente. Aggiungere quindi il vino e farlo sfumare.

    Nel frattempo tagliare in dadolata le carote, e il cavolfiore a piccole cimette.
    Sciacquare i piselli (sotto l'acqua calda, se sono surgelati, per togliere il ghiaccio).
    Versare tutte le verdure e i legumi nella padella assieme al pollo.
    Aggiungere un po' di salsa di soia, aggiustare di sale e far cuocere finché il pollo non è cotto. Le verdure devono rimanere abbastanza croccanti.

    Servire col il riso alla creola, io l'ho accompagnato con il riso ai ceci: un felice accostamento.

mercoledì 17 febbraio 2010

Riso e ceci al limone... alla moda di Comida e dell'omonima profumata

riso ceci limone
Il riso in bianco alla creola o come dir si voglia in questa casa piace tantissimo. È l'apoteosi del cibo dietetico, il riso va bene per tutti e per tutto, se non ci si mettono condimenti poi...
Eppure è così buono, con quei chicchi sgranati e quel sapore così pieno.
E cosa c'è di meglio ora, dopo i fritti carnascialeschi e la memoria degli stravizi di natale? Mica l'hanno inventata per caso la Quaresima!

Quando ho visto dalla mia omonima, qui che poi rimandava a ComidaDeMama, qui, questa ricettina, non ho potuto esimermi.
La domanda che sorge spontanea è: perché (ri)pubblicarla se è già stata pubblicata ben due volte (e forse molte di più)? Per confermare che è buona, e per non perderne la memoria. Perché di questi blog spesso si finisce per leggere l'ultimo post, e quello che è stato è stato. E invece il riso con i ceci al limone no, non vanno dimenticati. Quindi li pubblico anch'io. Ovviamente dando a Cesare, cioè alle due signore, quel che è di cesare.
Mi dicono dalla regia che c'era almeno un'altra versione: quella di Stefania di Sapori e Fantasie, qui. (finirà per somigliare alla storia degli elefanti che dondolavano sul filo di una ragnatela...)
Ah... Li pubblico anche per un'altra ragione, che non vi verrebbe mai in mente :-)
Perché sono splendidamente gluten-free.

Riso alla creola con ceci al limone
Ingredienti
  • 300 g di riso basmati
  • 100 g di ceci secchi
  • 1 limone bio non trattato
  • cumino
  • cumino
Preparazione
Mettere i ceci in ammollo la sera prima. A me restano sempre troppo duri, ultimamente li metto in ammollo anche per 24 ore, ovviamente in acqua fredda.
Farli bollire in abbondante acqua, che li copra per almeno 3 cm, senza aggiungere niente, molto lentamente per tre ore almeno.
A questo punto si può preparare il riso.
Lavarlo più volte sotto l'acqua fredda, per fargli perdere il più possibile l'amido che lo ricopre.
Far prendere il bollore all'acqua, un po' meno del doppio del peso del riso asciutto. Per 300 g di riso, circa 550 cc di acqua. Quando bolle, aggiungere un cucchiaino di sale e un filo d'olio, ed eventuali spezie. Gaia aveva aggiunto dei semi di cardamomo, la prossima volta ci voglio provare anch'io. O forse col coriandolo :-) Vedremo.
Versare il riso nell'acqua a bollore, incoperchiare e lasciar cuocere a fuoco bassissimo, senza più aprire, per 15/18 minuti. Quando si apre l'acqua si sarà completamente assorbita, e il riso sarà già cotto.

Nel frattempo condire i ceci con sale, olio, polvere di cumino, la buccia del limone grattata e un po' di succo di limone (non intero).

Servire i ceci assieme al riso.

domenica 14 febbraio 2010

"Stiacciata" alla fiorentina senza glutine

Oggi ho incontrato la Liliana.

C'è poco da fare, vederla mi ha commosso. Gli anni che passano mi colpiscono ultimamente, come staffilettate. La Liliana non la vedevo da quando mia figlia era piccola. E così in un sol botto mi son passati davanti, come un film, dieci anni di vita. Forse anche qualcuno di più.

C'è poi ll fatto che alla Liliana io volevo un gran bene, e gliene voglio tuttora. Una donna proprio bella, dentro e fuori.

Questa ricetta me la diede lei nella notte dei tempi, e dato che a Firenze è un dolce tipico di questo periodo, casca a fagiolo.

Di ricette di schiacciata alla fiorentina ne ho un bel po', ma questa è decisamente la migliore. Profumata, soffice, gustosa, lieve. Grazie Liliana. Mi ha fatto un sacco di piacere rivederti.

A volerla raccontare proprio tutta questa è solo una versione semplificata della "vera" schiacciata alla fiorentina, che andrebbe fatta con il lievito da panificazione, di birra o madre che sia.

Però anche così viene una squisitezza, e ci vuole un amen a prepararla... Lascerei quindi, per una volta, i pasticceri e i puristi a fare quella vera, e noi ci mangiamo questa.



Schiacciata alla fiorentina senza glutine
Ingredienti


  • 250 g di farina senza glutine (¶)
  • 150 g di zucchero
  • 4 cucchiai di olio di oliva
  • 1 arancia non trattata
  • 1 bicchiere di latte
  • 1 uovo
  • 1 bustina di lievito meno un cincinnino(¶)
  • zucchero a velo (¶)
Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio e per essere consumati tranquillamente da un celiaco devono essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia.
Preparazione


Grattare la buccia dell'arancia stando attendi a non prendere il bianco che è amaro, quindi spremerla. Setacciare la farina e aggiungerci lo zucchero e le bucce d'arancia tritate.
Mescolare tutti gli ingredienti lasciando per ultimo il lievito. Deve venire una pastella molto morbida ma non proprio liquida. Se il latte fosse troppo lasciarne da parte un po'.
Imburrare e infarinare una tortiera (la tradizione la vorrebbe rettangolare). Io ne ho usata una tonda da 28 cm di diametro.
Infornare nel forno precedentemente riscaldato a 180° e far cuocere una mezzoretta, finché diventa dorata. Fare la prova dello stecchino tenendo conto che deve restare leggermente umida.
Sformare quando è tiepida.
Servire ricoperta di zucchero a velo.

giovedì 11 febbraio 2010

Aiuto! Ho un celiaco a cena! Cosa (gli) faccio?

Questa è più o meno la reazione quando vado a cena da qualcuno che ancora non ha avuto il piacere di invitarmi.

Dato che vorrei evitare che, per timore di sbagliare, nessuno ci invitasse più a cena, prima di tutto cerco di trasmettere un messaggio tranquillizzante, un Oooooooooooooooooohm! culinario.

Don't panic! Invitare a cena noi celiaci è molto più semplice di quanto non sembri. Basta capire qual è il problema celiachia.

La celiachia è un'intolleranza permanente al glutine. Il glutine si trova nella maggior parte dei cereali, in particolare in:

  • grano
  • orzo
  • kamut
  • segale
  • farro
  • spelta
  • triticale
  • avena
I cereali che invece sono adatti ai celiaci sono:
  • riso
  • mais
  • grano saraceno
  • miglio
  • quinoa
  • amaranto
  • manioca
  • tapioca
In fondo c'è abbastanza scelta...

Il celiaco deve quindi evitare tutti i cibi che contengono i cereali vietati, anche in minima parte. Dato che anche una microscopica percentuale di glutine è dannosa per un celiaco, non basta stare attenti a che il cibo che prepariamo non contenga glutine fra gli ingredienti, ma bisogna evitare anche qualunque tipo di contaminazioni.

Bisogna stare attenti non solo agli ingredienti, ma anche a come si prepara il cibo. Se avete amorevolmente preparato un piatto con ingredienti tutti privi di glutine, ma avete affettato le verdure su un tagliere che prima avevate usato per tagliare il pane, tutta la fatica fatta sarà andata sprecata, perché il vostro piatto di glutine ne conterrà comunque abbastanza da essere dannoso per un celiaco. Questo vale per soprattutto per attrezzi di legno quali taglieri e mestoli, mentre stoviglie, posate, pentole e bicchieri basta che siano stati lavati bene e non ci metterete nei guai.

Quindi...

Regola n. 1: usate posate di metallo, taglieri di plastica e pulite accuratamente la postazione di lavoro prima di cominciare a cucinare un pranzo per un celiaco.

Passiamo al tema delle contaminazioni nei prodotti alimentari confezionati. Si è detto che il riso va bene. E la farina di riso? In teoria andrebbe benissimo, solo che, se è stata macinata in un mulino in cui si macina anche il grano, il rischio di contaminazioni è elevatissimo. E questo vale per tutti i prodotti che non vengono consumati tal quali, cioè praticamente tutti. Anche perché, mannaggia!, il glutine è un ottimo addensante, e quindi lo si può trovare nascosto in moltissimi cibi, da quella polverina che ricopre i salami, ai formaggi fusi, ai dadi, alla mortadella, alle minestre pronte, a tutti i cibi precotti di gastronomia.

Insomma, per il celiaco vanno bene solo quei cibi per i quali sia garantita la non contaminazione con il glutine.

Questo è il senso del simbolo della spiga barrata: permette di riconoscere al volo i prodotti adatti per un celiaco. In realtà di prodotti adatti ce ne sono molti altri, oltre a quelli con la spiga barrata, per merito dell'instancabile lavorio dell'Associazione Italiana Celiachia che contatta i produttori e analizza il processo produttivo dei prodotti alimentari per verificare se sono idonei per i celiaci.

E dove lo troviamo l'elenco dei cibi permessi? Ma sul mitico prontuario messo a disposizione sia in versione cartacea che online. Per avere quello cartaceo bisogna associarsi all'AIC, ma quello online è disponibile per tutti, previa semplice registrazione al sito.

Mi rendo conto che cercare i prodotti sul prontuario sia una trafila parecchio noiosa, quindi il mio consiglio è

Regola n. 2: cercate di usare prodotti privi di glutine "come natura li crea". Se dovete per forza usare un prodotto elaborato, cercate sul prontuario quale è ammesso per i celiaci oppure, più semplicemente, chiedete all'amico celiaco che sicuramente vi saprà aiutare.

Quindi, sì al riso tal quale, ma informatevi sulla farina di riso; sì al brodo vegetale fatto in casa, ma chiedete lumi sui dadi industriali (e comunque ce ne sono parecchi di consentiti); bene tutte le carni (rosse, bianche, a fette, macinate, arrosti, stracotti...) e tutti i pesci freschi o congelati, attenzione però a come li preparate (ad esempio la classica milanese è un cibo proibito) e a quali ingredienti aggiungete durante la preparazione.
E comunque se si ha un amico celiaco, e lo si frequenta spesso, conviene davvero iscriversi al prontuario online per togliersi ogni dubbio. Prontuario alla mano si può cucinare praticamente tutto. Tenete presente che ormai nella grande distribuzione si trovano un sacco di prodotti per celiaci: farine, preparati per dolci, pane, fette biscottate, biscotti e dolcetti a gogò, pizze surgelate, pasta sfoglia e frolla...
La mia amica Roberta è bravissima, ed è riuscita pure a preparare una festa di compleanno gluten-free, non perché sua figlia sia celiaca, ma perché lo è una delle sue amichette. Tanto di cappello, no?
Sinteticamente, un pranzo sicuro per un celiaco, che si può preparare senza troppo ingrullire, potrà utilizzare:
  • cereali consentiti in grani (riso, mais, miglio, quinoa, grano saraceno, amaranto)
  • verdure crude o cotte
  • legumi (secchi, freschi o in scatola)
  • frutta
  • carni
  • pesci (freschi e conservati: tonno all'olio, sardine sotto sale, acciughe, va tutto bene purché non siano preparazioni a base di, ma più elaborate)
  • uova
  • formaggi (tutti, fuorché quelli che formaggi non sono, ovvero formaggini spalmabili, sottilette che sono invece alimenti a rischio)
  • olio di tutti i tipi
  • aceto (anche quello balsamico, purché dop)
  • sale
  • spezie e odori, purché in grani, chicci, semi e non in polvere
  • burro
  • yogurth naturale (quelli con la frutta sono invece a rischio), latticello, kefir,...
  • panna
  • vino
  • prosciutto crudo (che è l'unico salume sicuro di qualunque marca e produttore)
Un ipotesi di menù senza stress può essere:

  • verdure in pinzimonio con salse varie (melanzane, guacamole, hummus,...) purché preparate in casa con ingredienti sicuri
  • risotto (preparato con brodo vegetale hand-made) alle verdure, qualsiasi verdura, anche con aggiunta di formaggi (ad esempio al radicchio o alla zucca, o mille altri ancora)
  • sul secondo vi potete sbizzarrire: arrosti, roast-beef, lessi, fettine, involtini, pesci, uova,...
  • anche sui contorni avete una scelta amplissima, a patto di seguire le regole 1 e 2 (le verdure saltate o al forno sono perfette, come questi topinambur)
  • quasi tutti i dolci al cucchiaio vanno bene: il creme caramel, molti dolci alla frutta, come questo, molti gelati, come questo, le bavaresi...
Sul fronte dolci e dessert potrete pensare che sia grama, ma in realtà, guardando oltre le solite torte (che comunque si possono fare lo stesso con le farine consentite) ci sono molte possibilità. Tenete conto che la colla di pesce è un ingrediente a rischio, ma si può usare al suo posto l'agar-agar.

Due buone notizie: la nutella, e molti suoi simili, è un alimento permesso, e lo stesso la maizena che può sostituire con risultati più che soddisfacenti la farina in molte preparazioni, una fra tutte la crema pasticcera.

Spero di essermi conquistata un invito a cena.

L'idea di questo post mi frulla in testa da un po', solleticato da alcune conversazioni con Kat di Cuochi di Carta da un lato e con Profumo di Mamma e Mamma Iana dall'altro.

Un sentitissimo grazie.

Anche lei ha scritto un post simile a questo, qui. Mettiamo insieme le forze, facciamo informazione.

domenica 7 febbraio 2010

Gelato esotico

E anche questo quadrimestre gli scrutini sono finiti.
Siamo finalmente un po' più tranquilli. Tutti quanti. Anche se il marito è un po' acciaccato, la figlia grande ha la febbre, insomma, c'è sempre qualcosa. Ma è la vita, no?

Oggi siamo felici di questa meravigliosa giornata, illuminata da una luce sontuosa, e questo ci basta.

Un po' come questo gelatino, che è buono ma forse si potrebbe fare qualcosa per migliorarlo.
L'ho trovato in un libro di cucina indiana d'annata, ovvero anni '80, di una serie dal titolo che era già tutto un programma Cucina creativa.

Di sapore è squisito, ma la consistenza mi lascia un po' perplessa.

Trattasi di gelato senza uova. E secondo me è questa la fregatura: l'assenza delle uova fa sì che non sia abbastanza morbido al palato, si sentono un po' troppo i cristalli di zucchero.

Insomma, mi sa che ci riproverò mettendoci le uova. Perché il mix dei sapori vale la pena.

L'altra cosa carina è che si tratta di una ricetta assolutamente naturalmente gluten free, gli ingredienti sono usati tal quali e quindi non c'è nemmeno bisogno di guardare sul prontuario.

Ah... Dedico questa ricetta a Stefania di Cardamomo & Co. Chissà perché... :-)


Gelato al cardamomo e pistacchi
Ingredienti
  • 2 l di latte intero
  • 100 g di zucchero
  • 60 g di pistacchi sgusciati
  • 45 g di mandorle sgusciati
  • 15 bacche di cardamomo
Preparazione

Far bollire il latte con le bacche di cardamomo sgusciate e svuotate (ci si mettono sia i gusci che i semini).

Farlo sobbollire per una mezzora, comunque finché non si riduce di un terzo. Togliere gusci e semini del cardamomo.

Nel frattempo tritare le mandorle e la metà dei pistacchi in una polvere fine fine. Aggiungerli al latte insieme allo zucchero, e bollire per un'altra decina di minuti.

Raffreddare il tutto mescolando spesso, e quando è freddo metterlo in freezer. Quando comincia a congelare, e si è ghiacciato tutto sul bordo, tirarlo fuori dal freezer e frullarlo nel frullatore (io ho usato il robot da cucina). Rimetterlo in freezer. Ripetere l'operazione tre volte.

Questo serve a evitare di ottenere un unico pezzo congelato, ogni volta che si frulla il gelato dovrebbe incorporare aria e diventare cremoso.

All'ultima frullatura, sistemare il gelato in coppette monodose (io ho usato degli stampini da creme-caramel) e rimetterli in freezer fino a una decina di minuti prima di consumarli.

Tritara grossolanamente i pistacchi rimasti.

Estrarli dal freezer, immergere gli stampini per un minuto in una bacinella piena di acqua calda e sformarli in piattini singoli.

Cospargere della granella di pistacchi e servire.

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