Sono da poco entrata a far parte di un G.A.S. (gruppo di acquisto solidale).
Sui GAS si è detto e scritto molto, per saperne di più potete sbirciare il sito della rete dei GAS italiani, Retegas, oppure leggervi questo sintetico articolo.
Premetto subito che si tratta di un'attività abbastanza impegnativa, ma anche per questo dà notevoli soddisfazioni.
Il Gas di cui faccio parte è nato da poco, e composto da pochi membri. Ognuno di noi è referente per un prodotto e si impegna a cercare nuovi produttori, al fine di riuscire ad aumentare sempre di più il numero di prodotti che vengono acquistati tramite il GAS.
Si tratta di un commercio equo, che vuole premiare i piccoli produttori che decidono di scegliere il biologico, l'ecosostenibile e a svolgere la propria attività in modo ecologicamente compatibile e rispettoso dei diritti dei lavoratori.
Chi ne fa parte ha la piacevolissima sensazione di opporsi ad un modo di produrre e consumare che mette a repentaglio la sopravvivenza del pianeta, e al contempo riesce a comprare a prezzi abbordabili prodotti biologici e buoni, salvaguardando così la salute della propria famiglia. Ultimamente ho comprato del pecorino bio prodotto in Garfagnana, del parmigiano bio, della carne bio proveniente dal Mugello, delle mele bio sempre mugellane, e molte altre cose. Tutti cibi buoni, finalmente sani e che non mi sarei potuta permettere se avessi dovuto passare attraverso i canali normali del commercio.
Un modo per farsi del bene facendo del bene anche alla collettività.
Questo costa, soprattutto in termini di impegno e tempo. Implica ritagliarsi del tempo per partecipare alle riunioni, per cercare nuovi produttori, per andare a ritirare i prodotti acquistati. Ma alla fine quanto tempo perdiamo per andare al supermercato, o per girellare su internet, o per fare mille altre imposte da un modello di vita che ci obbliga continuamente a consumare, consumare, consumare?
Io nel nostro GAS sono referente per il caffé. Lo compriamo dall'associazione Tatawelo.
Riporto direttamente quello che è scritto nel sito dell'associazione Tatawelo:
Il Tatawelo Café Excelente proviene per il 60% dalle comunità zapatiste del Chiapas e per il 40% da altre piccole cooperative del centro America, in una ottica di reciproca integrazione di progetti con finalità analoghe, per facilitare lo scambio e la diffusione delle esperienze.
Il Tatawelo Café Excelente è 100% arabica, tostato a legna, con tostatura artigianale, dalla coop Pausa Cafè nella casa circondariale "Lorusso e Cotugno" di Torino dove vengono offerti ai detenuti percorsi di reinserimento sociale e lavorativo.
Di questi tempi è in corso la campagna di pre-finanziamento: praticamente si ordina e si paga ora il caffé del raccolto 2010, che verrà quindi consegnato in estate. Noi facciamo il piccolo sforzo di anticipare la cifra, e questo rende possibile alla cooperativa che lo produce di avviare la produzione del prossimo raccolto. Un modo ancora più forte di sostenere il loro lavoro.
Uno degli aspetti che mi ha subito colpito del mondo GAS è che questo piccolo atto quotidiano di scegliere un altro modo di comprare si porta dietro tutta una serie di conseguenze rivoluzionarie, con un effetto domino. Prima di tutto ti costringe a pensare in modo critico a tutto ciò che compri, all'atto stesso del comprare. E poi crea delle reti alternative. I GAS, pur nella loro autonomia, tendono ad associarsi, per rendere più incisiva la propria azione, e questo favorisce ulteriormente un diverso modello di sviluppo. Le persone che fanno parte dei GAS si parlano, e imparano gli uni dagli altri. Insomma, alla fine un'esperienza che sembra limitata ad una sfera specifica e apparentemente marginale della propria vita, costringe a mettere in discussione il proprio stile di vita, e, cosa ancora più importante, a farlo in modo sociale, collettivo.
Se uno legge la lista dei sostenitori della campagna di pre-finanziamento 2009 del caffé Tatawelo vede che si tratta per lo più di GAS sparsi in tutta la penisola. Senza i GAS, forse la cooperativa che produce il caffé Tatawelo non esisterebbe, e molte famiglie vivrebbero una vita meno dignitosa. Mi sembra già un buon motivo per essere contenta di far partire del mio piccolo GAS del centro di Firenze.
Sembra davvero una bella iniziativa...
RispondiEliminasono sicura che porta davvero delle belle soddisfazioni...!!!
Molto interessante questo tuo scritto, avevo già sentito parlare dei GAS ma qui hai fornito tante utili spiegazioni che mi hanno aiutata a comprendere meglio questa realtà. Trovo che sia un'ottima iniziativa anche se comporta un po' di impegno da parte di chi aderisce. Buona giornata
RispondiEliminaAnche qui a Palermo ci sono almeno tre GAS e sto cercando di aderire anche io... fra mille difficoltà!
RispondiEliminaBaci e complimenti per l'impegno!
Grande Gaia!
RispondiEliminae' da anni ormai che conosco i GAS, ma ancora non mi ci sono avvicinata di persona. Vuoi vedere che questa è la volta buona?
grazie
Gaia,
RispondiEliminaun'altra cosa. mi manderesti una mail (trovi l'ind nel miio profilo) che ti volevo chiedere una cosa?
grazzzie
@marilena si sono iniziative che danno veramente soddisfazione.
RispondiElimina@raffaella l'impegno c'è, penso che poi uno ci prenda il ritmo ma all'inizio è un po' brigoso. però secondo me ne vale la pena... ti saprò dare nuove informazioni quando arriveranno le prime arance siciliane bio, una volta me ne aveva date un po' un'amica ed erano squisite! (ma questo a te forse non dovrei dirlo... lassù dove sei non so come siano le arance...)
@fantasie in effetti fra figli, casa e lavoro infilarci anche l'impegno di un GAS è un vero equilibrismo. però ti consiglio di provare... è ovvio che ci vuole una motivazione non solo salutista e di risparmio ma anche ideologica, se no passa la voglia
@gaia se la cosa ti interessa, nella pagina dei ggas fiorentini puoi trovare l'elenco di tutti i GAS fiorentini.... magari ce n'è uno dalle tue parti...