Queste quiche sono un'ottima risorsa da portarsi dietro al lavoro, oppure da lasciare alla figlia quando si trova a mangiare da sola perché io sono a scuola.
Scuola.
Luogo di lavoro, ma anche punto di osservazione del mondo che ci circonda dei più privilegiati.
Vediamo in potenza gli adulti di domani.
Nelle scuole che frequento io, nemmeno tanto in potenza: non è raro trovare un ragazzo, o meglio sarebbe dire un giovane uomo, di 18 anni che frequenta la prima superiore!
I miei alunni sono quasi tutti stranieri.
Anche in questo una bella fotografia di quello che sta diventando il paese.
Sono belli, anche se molti di loro mi fanno spesso arrabbiare, e anche se nessuno studia.
Ma insegno in un professionale, dove che non studino è quasi scontato: se avessero voglia di studiare non sarebbero qui.
In effetti qualche mosca bianca che studia c'è.
Tipicamente quelli arrivati da poco in Italia, che nel paese di origine probabilmente erano motivati a scuola, ed avevano buoni risultati.
Quando sono arrivati in Italia, proprio per questo hanno scelto un liceo. Ma già all'iscrizione, o poco dopo l'inizio della scuola, sono stati gentilmente incoraggiati ad andarsene.
Perché sì, esistono i protocolli di accoglienza, i progetti interculturali, c'è l'obbligo di valutare tenere conto della situazione specifica del ragazzo, ma alla fine in certe scuole lo straniero arrivato da poco non sopravvive. Perché di fatto, malgrado le belle parole, nessuno si dà la benché minima pena di aiutarlo ad integrarsi, né tantomeno di insegnargli in modo che lui possa capire almeno un po'.
Invece nella mia scuola siamo costretti dagli eventi: quando in una classe hai 20 studenti su 20 che non parlano italiano, o trovi il modo di inventarti un'altra didattica, oppure potresti tranquillamente leggere il giornale tutto l'anno invece di fare lezione. Magari non se ne accorgerebbe nessuno, dato che i 20 studenti 20 che non sanno dirti "Ieri ho giocato alla play tutto il pomeriggio" di rivendicare i propri diritti non se ne parla nemmeno, però alla fine sarebbe noioso.
Così ci si inventano le lezioni di fisica visuale, fatte tutte di disegni alla lavagna, foto sul cellulare (mio e loro, perché di LIM in queste male bolge ce n'è una in un remoto laboratorio di informatica, per accedere al quale bisogna fare domanda su modulo apposito da sottoporre alla vidimazione della Preside, e alla fine ti passa la voglia), parole tradotto Google Translate e Wikipedia alla mano, e poi l'aiuto della studentessa che parla sì cinese ma è nata qui, insomma, ci si arrangia.
Risultato finale? Che ho imparato un centinaio di parole in cinese. IO. Loro molte meno in italiano. Perché non studiano. Non si impegnano. Ma almeno non si sentono cacciati via. Sentono che questa scuola li accoglie come sono, si prende carico del loro problema, e in un modo o nell'altro questa benedetta lingua la impareranno, prima o poi.
Io, ai simpatici docenti dei licei che hanno cacciato la mia alunna bravissima che studia sempre e capisce le cose al volo, dico solo: non sapete cosa vi siete persi!
Questa ricetta si ispira ad una ricetta tratta da River Cottage Veg Every Day! di Hugh Fearnley-Whittingstall che è stato oggetto dello Starbooks di settembre 2013. Un libro che riprendo in mano molto spesso, e dal quale ho tratto più di una felice ispirazione, come queste quiche, appunto.
Quiche feta e cipollotti
Ingredienti
(per 6 piccole quiche mono-porzione)
Per la brisé
- 75 di burro freddo + 1 noce per imburrare gli stampi
- 50 g di farina di riso finissima (¶)
- 30 g di farina di tapioca (¶)
- 25 g di amido di mais (¶)
- 15 g di fecola di patate (¶)
- 30 g di farina di grano saraceno (¶)
- 20 g di acqua fredda
- 3 g di xanthano (¶)
- farina di riso supplementare per la spianatoia (¶)
- 1 pizzico di sale
- 140 g di panna liquida
- 50 g di feta
- 3 cipollotti
- 1 uovo
- 1 tuorlo
- olio extra-vergine di oliva
- 2 rametti di timo
- pepe
- sale
Preparazione
Preparare la brisé
Sabbiare il mix di farine con il burro
freddo a pezzettini e il pizzico di sale.
Aggiungere quel tanto di latte che
basta per poter compattare la pasta (a me è bastato 20 g, potrà
variare di poco).
Fare la palla, avvolgere con la
pellicola e mettere in frigo a compattare per almeno un'ora.
Preparare la farcia
Scaldare un cucchiaio d'olio in una
padella anti-aderente,
Mondare il cipollotto e tagliarlo a
fischietti (anche un po' della parte verde).
Farlo sudare nella padella con l'olio
qualche minuto, con un pizzico di sale e le foglioline dei rametti di
timo.
In una terrina mescolare le uova, la
panna, una spolverata di pepe e la feta sbriciolata. Aggiustare di
sale.
Comporrele quiche
Togliere dal frigo la brisé, stenderla
col mattarello sulla spianatoia infarinata.
Rivestire con la brisé gli stampini da
quiche monoporzione precedentemente imburrati e infarinati (se, come
i miei, sono anti-aderenti non importa).
Mettere sul fondo di ogni stampino un
po' di cipollotto.
Mettere gli stampini in frigo, e nel
frattempo accendere il forno a 180° C.
Quando il forno è a temperatura,
estrarre gli stampini dal frigo, riempirli fin quasi all'orlo con il
composto di uova, panna e feta, infornare a metà altezza e cuocere
per 20/25 minuti.
Lasciar raffreddare negli stampini. Si
mangiano a temperatura ambiente.
%%%%%%%%%%%%%
Con questa ricetta partecipo al 100% Gluten Free (fri)Day, una gran bella iniziativa di Gluten Free Travel & Living, per condividere la buona cucina senza glutine con tutti, celiaci e non. Le regole oramai dovreste saperle, ma vi lascio il nostro banner perché è sempre meglio ripetere.
Semplice, no?
E allora, vi aspettiamo in tanti per il 100% Gluten Free (fri)Day! #GFFD
Belle e buone queste mini quiche!!!!
RispondiEliminagrazie giuliana!
EliminaCiao cara, che delizia! Voglio assolutamente provarle! Ti ho citata su twitter nell'ambito del #GlutenFreeFriDay ;-) Passa a trovarmi se ti va su http://fragolaecannella.blogspot.it/
RispondiEliminaUn abbraccio
Nina di Fragola e Cannella
cipollotti e feta!!!
RispondiEliminache cosa sfiziosissima :)
mi segno e replico appena possibile.
la feta qui non manca proprio mai.
ciao Gaia!
A volte mi viene da pensare, un po' malignamente, che alcuni professori sono "viziati" da certi genitori che fanno i compiti insieme o, peggio, al posto dei loro figli (ne ho sentite parecchie di queste storie). Mentre i prof correggono, si trovano le versioni di latino o i problemi di geometria svolti in maniera impeccabile e credono(o fingono di credere) che il merito sia tutto della loro sublime capacita’ di insegnamento. Quando un alunno, magari straniero, si trova a dover svolgere il suo dovere con il solo aiuto del sudore della fronte, e’ quasi automatico che venga consigliato di lasciar perdere il liceo; per quanto sia intelligente e volenteroso, raramente potra’ competere con il compagno assistito dal team famigliare.
RispondiEliminaComunque, se questi ragazzi delle scuole professionali non hanno voglia di studiare, per quale motivo vengono a scaldare i banchi alla scuola superiore? E' solo per poter avere un diploma? E chi avra' il coraggio di rilasciarglielo, vista l'impreparazione? Saranno loro gli idraulici, gli elettricisti, i meccanici di domani? Poveri noi!
Quasi dimenticavo: ottima ricetta!
Che bella....mi segno la ricetta!!!
RispondiEliminacome spesso succede entriamo nei post della amiche foodblogger attratti dalle meravigliose foto... Ma dopo aver letto la tua splendida e toccante introduzione mi sono persino dimenticata della ricetta. Garzie per aver condiviso questo ritratto commovente. Me ne vado con le lacrime agli occhi per una realtá che continua a dividere anziché unire. Sono poche le persone (e le istituzioni) che si sforzano per creare ponti. Ma questa mancanza non fará di certo bene al futuro del paese... Grazie per il tuo racconto e per gli sforzi che fai!
RispondiEliminaTi avrei voluto come prof sicuramente mi saresti piaciuta molto e i tuoi alunni credo che saranno molto contenti di averti incontrato ...forse non se ne renderanno conto adesso ma in futuro di sicuro si! Quiche take aaway sfiziosiosissime :-)
RispondiEliminatu non puoi capire l'ammirazione che ho per i prof che sono prof nel profondo, come te! io non sono tagliata per l'insegnamento e non insegno, non ho pazienza e la vita mi ha impedito di arrivarci per salvare quei poveri studenti! ma tu lo sei e sei paziente e sensibile, quindi hai tutto il mio appoggio se non altro virtuale. Con una merendina così tornerei a scuola volentieri ( e considera che alle superiori ero mille miglia lontana dalla studentessa universitaria con buoni voi che sono poi diventata)! bacioni
RispondiEliminaMa perché i miei professori non erano così? Ho visto davvero pochi insegnanti fare questo lavoro con passione e hai tutta la mia stima!
RispondiEliminaL'abbinamento cipollotto-feta mi piace tantissimo! Complimenti davvero!
A presto, buon fine settimana!
Nella mia scuola invece ci sono gli sri lankesi. Anche essi non parlano italiano, o lo parlano molto male e non sai la fatica per farli diplomare. Ne avevo tre in classe e li ho aiutati sempre facendo dei riassunti, delle mappe concettuali e poi al quinto, anche la tesina. Questo però al commerciale. Al geometra ancora non ce ne sono stranieri, ma ci sono tanti ragazzi di paese, i cui genitori non hanno studiato e spesso non sanno parlare italiano… difficoltà diverse, ma pur sempre difficoltà, che cerchiamo di colmare. Al liceo, invece, gli insegnanti fanno il lavoro inverso, li scoraggiano, non li seguono, cercano di mandarli via… ma se uno è un insegnante, lo dovrebbe essere a prescindere dal luogo in cui insegna…
RispondiEliminaLa quiche mi piace tanto, ma il mix è di tua invenzione o l'hai trovato sul libro?
Ciao cara, Se passi da me c'è un premio che ti sta aspettando ;) http://fragolaecannella.blogspot.it/2014/05/premio-shine-on-awards.html
RispondiEliminaUn abbraccio
Nina di Fragola e Cannella