All'ultimo tuffo, ma ce l'ho fatta, a partecipare alla imperdibile raccolta di Sabrine. C'era questo manuale che girava per casa, il mio di quando ero piccola, copia originale 1970 (e questo già la dice lunga sull'età della Gaia celiaca, che sarà pure gaia ma proprio fanciulla non è...). Mi dicevo... "Devi scegliere quale ricetta fare, devi farlo, il 30 aprile è vicino!" Capperi se era vicino...
Finalmente lunedì (e sottolineo lunedì) nel mio solito tragitto ferroviario quotidiano, quei 35 minuti che mi risolvono la giornata, nei quali correggo compiti, preparo lezioni, riposo dalle nottate troppo brevi, leggo quei libri che stanno da anni sul comodino, mi sono letta tutte le ricette del Manuale. Tut-te!
Non è stato facile scegliere, e sapevo che avrei potuto farne solo una (a meno che santa Sabrine non si impietosisca e ci conceda qualche giorno di proroga... Mi correggo: Sabrine ha concesso una proroga, fino al 31 maggio! Lo scrivo soprattutto per chi fosse interessato a partecipare), e alla fine la scelta è caduta su questa crostata.
Perché mi piacciono le crostate, e soprattutto perché mi incuriosiva la lavorazione, e sono sempre alla ricerca di una frolla che mi convinca al 200%.
E poi perché questa torta io la conosco, di fatto è una Linzer Torte, una tedescheria squisiterrima, come direbbe l'Artusi.
Perché il manuale è una specie di summa culinaria dei piatti della tradizione, ovvero della tradizione anni '60. E così si va dalle verdure in bellavista al pesce finto, dalle tartine con il pan carré alle meringhe, dai bigné alla kaiserschmarren. Tutto rivisto e corretto, e tutto riraccontato, soprattutto.
Ho seguito fedelmente la ricetta, per quel che ho potuto, nel senso che dovendone fare una versione gluten free ho usato una farina senza glutine, o meglio un mix di farine senza glutine. Ho inoltre sostituito il rum con il marsala, perché non avevo altro in casa.
Riporto federlmente dal manuale
Il "sette", escluso quello fatto nei calzoni, è un numero magico (soprattutto se scritto in pagella). È il numero astrologico e... storico per eccellenza. Abbiamo i Sette Savi della Grecia, le Sette Meraviglie del mondo, i Sette Giorni della settimana e i magnifici Sette... (no: non quelli!) questi: i Colli di Roma. Anzi, già che ci siamo eccovi i loro nomi: Palatino, Campidoglio, Quirinale, Viminale, Esquilino, Celio, Aventino. Imparati i medesimi a memoria (tanto per fare un po' di scena quando vi chiederanno di elencare i... Sette Re di Roma), fermiamoci sul Campidoglio. Dove sorgeva la famosa Rocca, sorvegliata a vista dalle altrettanto famose oche, le quali -scampata la padella- morirono dopo lunga e onorata vecchiaia. A proposito, c'è Gastone che reclama una fetta di torta: sfido, ha fiutato un certo tramestio nelle patrie cucine. Fiuto ben riposto: Nonna Papera ha appena sfornato la "crostata Sette Colli".
Crostata sette colli senza glutineIngredienti
- gr 200 di farina (io ho mischiato 55 gr di fioretto di mais (¶), 125 gr di farina di riso (¶) e 20 gr di farina di grano saraceno(¶) )
- gr 150 di burro
- gr 150 di marmellata di more, o fragole, o ciliegie
- gr 125 di zucchero
- gr 125 di mandorle
- 4 cucchiai di marsala
- un pizzico di cannella
- un pizzico di sale
- 4 uova
- farina di riso (¶) e burro per lo stampo
Preparazione
Imburrate la tortiera e stendetevi tre quarti dell'impasto ottenuto.
Distribuite la marmellata e con il resto della pasta preparata "sette" collinette spesse non più di 1 cm. Appoggiatele sopra la marmellata e fate cuocere per tre quarti d'ora in forno a 150°.
P.S. Pettegolezzi storici. Tarpea, oltre che una... rupe sul Monte Capitolino da cui venivan fatti volare giù i traditori, era una fanciulla romana. Leggendaria. E stando alla leggenda, fu proprio questa Tarpea (fanciulla) a indicare ai Sabini la via più breve al Campidoglio per impadronirsi della rocca. Ma le oche vigilavano!Ah... non so se si era capito, ma con questa ricetta partecipi alla raccolta di Sabrine le Ricette di Nonna Papera 40 anni dopo