mercoledì 10 ottobre 2012

Starbooks di Ottobre, con Martha Stewart



Tempus fugit, e siamo già in pieno ottobre. E con ottobre, inizia un altro giro di giostra dello Starbooks. Speriamo che questa volta sia più affidabile. La signora, almeno in cucina, è una garanzia. Certo che fuori dalle cucine non risulta un personaggino simpatico, è pure finita in galera per questioni di insider trading (piccolo inciso: pur non essendo affatto filo-americana, devo dire che forse la certezza del giudizio e della pena è un po' più solida che qua, se un personaggio di primo piano dei media può finire davvero in carcere senza aver ucciso qualcuno...).
Di chi stiamo parlando? Ma della regina americana del food-business editoriale, Martha Stewart in persona, che ha recentemente scritto questo libro sulla cucina americana. Una vera dichiarazione d'amore, a partire dal titolo: A celebration of our nation's most treasured dishes, from coast to coast.
E, di nuovo, malgrado il binomio Bibbia-e-fucile sia quanto di più lontano dal mio sentire, e nel libro di celebra, attraverso la cucina, proprio l'America della tradizione, devo ammettere che si presenta proprio bene.
Corposo, pieno di storie e racconti interessanti, foto assai belle, e ricette appetitose. Tante ricette.
Un libro di sostanza,  che si configura come un vero viaggio, dalla cucina del Nord-Est, tutta maple-syrup e clam chowder, a quella del centro-sud, fra Gumbos e Tex-Mex, fino alle deliziose Steak Fajitas (che mai scorderò, da quant'eran buone), pico de gallo e jalapenos.
Vogliamo parlare dei dolci? E parliamone! Uno più goloso dell'altro, colorati, veri, pieni di sapori.

Proprio da un dolce inizio, uno dei dolci più tradizionali americani, il cobbler di pesche.
In effetti non è esattamente un dolce di stagione, non a caso l'ho fatto qualche tempo fa, ma ero tanto che volevo provarlo, e non ho resistito. Se volevo provarlo, affrettatevi, ancora qualche pesca in giro si trova.

Annotazioni?
  • Squisito!
  • l'impasto mi sembrava fosse venuto troppo consistente, e allora ho aggiunto una certa quantità di panna, ma ho sbagliato, perché dovrebbero venire delle montagnole di impasto, mentre a me è venuto uno strato di altezza uniforme. Insomma, mi sa che sulle dosi aveva ragione lei ;-)
Ovviamente non sono sola a sperimentare le ricette di Martha, anzi, da questo mese abbiamo con noi la bravissima Ema-Arricciaspiccia, mentre la Cristina  resta in panchina (speriamo ancora per poco) per impegni di lavoro. Ed ecco cosa ci ammanniscono le ragazze questa settimana

- Alessandra e Daniela di Menu Turistico: Blueberry pancakes
- Laroby di Le chat egoiste: Mile-high apple pie
- Mapi di La Apple Pie di Mary Pie: Petti di pollo grigliati con glassa speziata alle pesche
- L'Araba di Arabafelice in cucina!: Classic potato salad
- Ale di Ale only kitchen: Hazelnut cookies
- Patty di Andante con gusto: Meat loaf with mashed potatoes
- Ema di Arricciaspiccia: Fried rice with shrimp and snow peas
- Cristina G.  di Vissi d'arte e di cucina: Alexis' Egg Salad Sandwiches

Ci si vede la settimana prossima con le nuove ricette di Martha.

Le ricette sul libro sono tutte fornite secondo le tipiche indicazioni americane, in tazze, cucchiai, once, libbre e con le teglie che si misurano in inch e le temperature in ° Fahrenheit.
È interessante che per lo più nelle ricette inglese e americane si diano le dosi in termine di volume occupato, più che di massa. Ovviamente le due cose sono diverse, in quanto ogni sostanza ha una densità diversa e quindi una tazza di farina ha un peso diverso rispetto ad una tazza di zucchero o di latte, pur occupando lo stesso volume (si, lo so, sono pallosa, ma è proprio una cosa da fisici e mi diverte).

Ho lasciato entrambe le versioni, perché lo trovo utile, e vi lascio una tabella per le conversioni più frequenti:
1 tazza = 250 ml
1 tazza di zucchero semolato  = 190 g
1 tazza di farina = 120 g
1 stick di burro = 113 g

La formula per passate dai gradi Fahrenheit a quelli Centigradi è la seguente:
T(°C) = [T(°F) -32]/1,8
ma dato che so che queste cose mandano molti in palla, ecco le temperature più tipiche ;-)
212 °F = 100 °C
375 °F = 190 °C
400 °F = 200 °C
450 °F = 230 °C



Nella foto si vede che invece delle montagnole tipiche del cobbler mi è venuto uno strato di altezza uniforme. 

Peach and berry cobbler
Tratto da una ricetta di Martha Stewart in "Martha's american food"
Barrate/viola le mie modifiche rispetto alla ricetta originale
Ingredienti
  • 2 libbre e 3/4 (1250 g) di pesche sbucciate e pelate, tagliate a metà, snocciolate e tagliate a spicchi di circa 3/4 di pollice (2 cm) di spessore
  • 1 tazza (120 g) di mirtilli, more o lamponi freschi (io mirtilli)
  •  2/3 di tazza (120 g) di zucchero semolato + altro zucchero semolato per la finitura
  • 3 cucchiai da cucina (35 g) di amido di mais (¶)
  • 2 cucchiai da cucina (30 g) di zucchero di canna light-brown (io invece ho usato un Muscovado perché quello avevo in casa)
  • 1 cucchiaio da cucina di succo di limone
  • 1 cucchiaino di ginger fresco tritato (io circa 3 cm di ginger)
  • 1/2 cucchiaino di sale + un pizzico
  • 2 tazze (280 g) di mix di farine senza glutine (io ho usato: 120 g di farina di riso (¶) + 20 g di fumetto di mais (¶) + 70 g di fecola di patate (¶) + 70 g di amido di mais (¶))
  • 2 cucchiaini di lievito chimico (¶)
  • 1 stick (ovvero 1/2 tazza, ovvero 113 g) di burro, a piccoli pezzetti
  • i semini di 1 stecca di vaniglia
  • 1 tazza + 2 cucchiai di panna da cucina, + altra per spennellare il dolce prima di infornarlo 
Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili, o riportare la scritta SENZA GLUTINE sulla confezione.
 
Preparazione
Scaldare il forno a 375°F (190° C), mettendo due griglie, una sul ripiano più basso e una in quello più alto.
Mescolare tutti insieme in un ampia ciotola le pesche, i mirtilli, 1/3 di tazza (60 g) di zucchero, l'amido di mais, lo zucchero di canna, il succo di limone, il ginger e un pizzico di sale.
Versare il tutto in una pirofila da 2-quarti (ovvero in una pirofila quadrata di 20X20 cm, io una pirofila 26X20 cm ed è andata benissimo).

Setacciare insieme le farine con il lievito. Aggiungere 1/2 cucchiaino di sale e 1/3 di tazza di zucchero (60g). Tagliare il burro a dadini, unirlo alle farine e ridurlo a briciole delle dimensioni di un pisello, usando un'impastatrice o a mano, con due coltelli.

Mettere i semini di vaniglia nella panna. Versare la panna sulla farina e mescolare con una forchetta fino ad ottenere un composto soffice e appiccicoso.
Dividere il composto in dieci pallide, aiutandosi con un coltello. Disporle nella pirofila, sopra le pesche. La copertura delle pesche non deve essere uniforme, ci saranno dei punti in cui non saranno coperte. Va bene così.
Spennellare l'impasto con la panna rimasta e spargere sopra dello zucchero.



Mettere una leccarda nel forno, sul ripiano inferiore, per raccogliere il succo che dovesse eventualmente fuoriuscire dalla pirofila, ed infornare il cobbler sul ripiano più alto.

Cuocere  per un'oretta, o comunque fino a quando il cobbler non assume un bel colore dorato e il succo zuccherino delle pesche sobbolle. Se la superficie tendesse a scurire troppo, coprire con un foglio di alluminio.

Lasciar raffreddare a temperatura ambiente per un'oretta prima di servire.

La ricetta è tratta dal mio libro, pubblicato da Giunti Editore.

http://www.giunti.it/libri/cucina/pasticceria-gluten-free/

33 commenti:

  1. Fantastica! Solo perché le pesche che si trovano adesso fanno praticamente schifo questa ricetta verrà ripetuta dalla sottoscritta a giugno, ma sto rimuginando se trovando delle ottime pesche sciroppate la cosa non possa essere fattibile. I cobbler della Martha sono strepitosi. Li ho scoperti proprio grazie a Stefania, che ne aveva fatto uno di ciliegie da urlo (naturalmente rifatto immediatamente). I tuoi post mi fanno sempre arrotolare. Un abbraccione, Pat

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    1. dici che con le pesche sciroppate se po' fa? sarebbe un'ottima idea!

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  2. Era in un carcere di minima sicurezza, ma si è scontata tutta la pena, senza riduzioni. Ha ingannato il tempo insegnando alle detenute a fare le pulizie e, quando stava per passare al giardinaggio, l'han passata ai domiciliari. Evidentemente, negli USA sconti la pena e, quando esci dal carcere, puoi rimetterti in carreggiata, senza per questo dover portare per sempre il peso della colpa. Lei, almeno lo ha fatto.
    Però, è anche presa parecchio di mira: fosse in Italia, sarebbe già finita nel mirino di Crozza, per dire :-)
    Però, la middle class la ama, e non c'è Parod-ata che tenga: il programma della Benedetta nazionale su la 7 è fortemente debitore al The Martha Stewart Show, per quanto riguarda il "concept" (dimmelo in italiano, che in questo momento non mi viene): ma la Stewart ha una padronanza dell'argomento che fa paura e, soprattutto, si rivolge ad un pubblico più incline ad accogliere con entusiasmo qualsiasi suggerimento gli venga dato. Noi storciamo il naso, memori di una tradizione plurisecolare di paste tirate a mano e ragu cotti per giornate intere, lì applaudono felici anche solo di poter fare in casa una polpetta di carne in mezzo ad un panino.
    In ogni caso, le sue ricette riescono, a qualsiasi latitudine si sperimentino. E questo è quello che conta, a qualsiasi latitudine :-)
    Grazie ancora!
    ale

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    1. è quello che dicevo io: la certezza della pena.
      comunque forse non si capiva bene, quello che intendevo è che questo libro mi è piaciuto assai. dici che lo devo scrivere più chiaro?

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  3. Beh niente male. Direi proprio niente male ^_^

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  4. RO DI mARTHA, MA SEGUO IIL SUO SITO E da lì prendo un sacco di ricette, tutte sempre venute benissimo. dolci sono, ovviamente, americani e ad u pubblico siculo possono non piacere tantissimo, am io li adoro e ogni volta sbavo sulle sue torte... E questa la farò sicuramente... magari con le pesche sciroppate... che ne pensi?

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    1. si, avevo notato che anche tu eri un'adepta di martha :-)
      sulle pesche sciroppate: l'ha scritto anche la patty. di sapore ci siamo, magari ridurrei allora un po' lo zucchero perché le pesche sciroppate sono più dolci di quelle "normali".

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  5. Con me, si sfonda una porta non aperta, ma proprio spalancata: Sugli States, sulla mitica Martha e soprattutto sui cobbler!! Vi seguiro' con ancora piu' attenzione ed entusiasmo del solito!

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    1. sono contenta che ti piaccia questa proposta. il cobbler io è la prima volta che lo faccio e lo riproporrò anche con altra frutta, mi è piaciuto davvero.
      anche se il mio dolce di frutta preferisco resta in ogni caso il crumble.
      e, sul versante torta più tortosa, la tatin che davvero non la supera nessuno

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  6. Mai fatto un cobbler in vita mia

    ma visto che prossimamente sarò inondata di pere, dici che lo posso convertire a tal frutto?!?!

    baci

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    1. le pere mi sa che le conosco ;-)

      e comunque mi sembra un'ottima idea, è stata la prima variante a cui ho pensato.
      un abbraccio
      gaia

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  7. Sei una grande Gaia!!! Hai osato e sei riuscita! Come sempre d'altronde! Io mi sono tirata indietro evitando dolci e biscotti perchè non volevo rischiare di fare pasticci, ma tu hai fatto benissimo ad osare e sei stata bravisima!!! Deve essere qualcosa di sublime e se penso che potrei mangiarlo, bé, mi si apre il cuore!
    dolcissimi bacini!!!
    Ema

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    1. ma che pasticci e pasticci, ema! non mi pare di aver visto pasticci, dalle tue parti, anzi, ci sarebbe solo da inchinarsi alla tua bravura.
      se vuoi provare il cobbler fallo. te lo dico a voce bassa perché mi vergogno, ma è un dolce facilissimo.

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  8. Non ho mai provato a fare un cobbler, e non l'ho neanche mai assaggiato...Ma tra le tue foto che stuzzicano il mio lato goloso,e la tua annotazione "squisito", beh, questa ricetta finisce dritta dritta nella mia "to do list". Credo che le pesche sciroppate potrebbero andare bene. Io le utilizzo quando preparo un dolce (se le pesche sono fuori stagione) che mi faceva mia mamma, una specie di clafoutis, e mi sono sempre trovata bene. Diminuirei solo un pò lo zucchero nel caso delle pesche sciroppate.

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    1. si si anch'io lo diminuirei, l'ho pure scritto sopra alla stefania.

      per il cobbler, è un dolce della consistenza di torta morbida/dolce da colazione, a me piacciono molto.
      questo è particolarmnete leggero e friabile anche per l'assenza di uova, che fa il suo.
      insomma, molto delicato e buono
      ovviamente ci vogliono pesche buone: fatemi sapere come viene con le sciroppate

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  9. Perfetto, ma sapendo la fonte non avevo dubbi.
    Martha è Martha, ma anche tu non scherzi :-)

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    1. siiii...
      detto da colei che ha sdoganato in italia martha stewart vale pure doppio!

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  10. Meravigliosa! Adoro Martha Stewart l'ho deciso da quando ho comprato il suo libro di biscotti. Anzi, se adottate quel libro fammelo sapere per tempo così partecipo anch'io :)
    Bacione

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    1. intanto ti segnalo la pagina dello starbooks su FB, dove si scrivono via via le novità.
      sulla partecipazione allo starbooks, funziona così: non è una raccolta aperta, ma un gruppo di blogger fisso (le otto che vedi segnalate nel mio post) che, tutti i mesi, recensisce un libro che scegliamo via via.

      il che non impedisce affatto che, se uno vuole, possa lo stesso mese pubblicare una ricetta tratta da quel libro, che verrà segnalata nella pagina dello starbooks relativa al libro stesso,

      poi c'è il concorso starbook, in cui si segnalano ricette pubblicate tratte da un libro, e ogni mese viene premiato semplicemente chi ha segnalato più ricette. si vince pure un libro!

      spero di essere stata esaustiva

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  11. ottimo questo cobbler :P
    il libro non lo conosco devo rimediare!!!

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    1. il libro è bello, sempre se piace la cucina americana, che è abbastanza particolare ma se ci si scorda le schifezze in realtà è molto ricca e varia.

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  12. Ho fatto il cobbler di pesche una volta sola in vita mia, e avrei tanto voluto provare questo... cioè: lo proverò di sicuro, solo che lo farò dopo di te. :-)
    Ricetta meravigliosa descritta benissimo, tra l'altro ti faccio una OLA per le fotografie: non è affatto facile fotografare un cobbler rendendo appieno la sua golosità!

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    1. troppo carina mapi, le foto erano fatte pure di fretta, ma concordo, fotografare questo "coso" un po' informe e pure grande, non è affatto facile. e la fetta, se di fetta si può parlare, pure peggio.
      mi è venuto in aiuto il succo rosso , che comunque rende il tutto molto goloso

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  13. con le pesche dev'essere fantastico! molto rustico e rassicurante :-)

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    1. non è troppo dolce, ha quel bel sapore di frutta, i colori sono bellissimi.
      è un dolce che ci è piaciuto veramente :-)

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  14. Ho sulle ginocchia il numero di ottobre di living. Da qualche parte nell'ipad ingoiato misteriosamente dall'armadio c'é un intero abbonamento. La Martha mi ricorda il film quel diavolo di mia suocera ma cavoli le sue ricette american sono uno spettacolo cosí come le sue foto. Devo impegnarmi di piú

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  15. Vado matta per Martha! Questo giro mi faccio una bella scorpacciata delle ricette che avete provato ;)
    Buon fine settimana!

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  16. Che dire? Continuo ad imparare ad ogni vostro post. Più vi lego ( e vi guardo) più credo che questo giro sarà una scoperta estraordinaria, su chi è Martha Stuard e su com'è la cucina americana! Per esempio, mai sentito questo dolce..cobbler?e sembra libidinoso! Grazie e sei stata bravissima con i gradi del forno, ecco appunto io nel mio credo che la misura giusta sarebbero 400 .F.


    Besos

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  17. @enza non ti devi impegnare di più, sei già bravissima, se non prendiamo in modo relax anche il blog che vita è?

    @una cucina tutta per sè io non avevo mai provato le sue ricette, in effetti sono convincenti, e buone. e il libro è proprio bello.

    @mai è un dolce molto tradizionale, diciamo che sta agli US come il clafoutis sta alla francia e il crumble all'inghilterra. però, non lo dire in giro, io continuo a preferire il crumble

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