sabato 27 novembre 2010

Chi le carote ferisce... di carote perisce! Povero coniglio...

coniglio alla cacciatora
Sono mesi che volevo partecipare all'MT Challenge di Menu Turistico ma poi arrivavo al mitico 28 del mese senza aver prodotto. Devo ammetterlo, questa sfida mi mette pure un po' di soggezione, tante food-blogger stellate tutte insieme, tanta inventiva, tanta creatività.
E poi la sfida non è la mia dimensione, mettermi in gioco non mi viene naturale, quindi, alla difficoltà specifica, si aggiunge una mia difficoltà esistenziale.

Però questa cosa mi sfrucugliava, mi sfrucugliava e mi sfrucugliava. Le vedevo divertirsi troppo, le ragazze (e i ragazzi) dell'MTC. E così questo mese ho deciso. Il dato è tratto.
Devo dire che Ginestra, la vincitrice dello scorso mese, ci ha messo più di uno zampino, scegliendo come ricetta di novembre il coniglio alla cacciatora (qui sua nella magistrale versione). Questa è infatti per me una ricetta del cuore. Una di quelle ricette che fanno casa, ricordi, famiglia. Quelle cose che piacciono a me, che mi smuovono le viscere nel profondo. Era un segno del destino, insomma.

La faceva sempre la mia mamma quando ero piccola, e come molti bambini storcevo sempre un po' il naso all'idea di mangiare il coniglio, così carino da vivo, e così pieno di ossicini nel piatto, però appena superata la diffidenza iniziale, il disappunto si scioglieva in quel mare di profumi.
Poi come talvolta accade mia mamma si è scordata della ricetta, che era della sua mamma, e della mamma della sua mamma... Io no invece, e ogni tanto ci ripensavo, a questo benedetto coniglio alla cacciatora ammannito insieme al suo stesso cibo preferito, che se ci pensiamo bene è un po' crudele...
Però lei se n'era scordata così bene, oserei dire l'aveva rimosso (chissà perché? chiameremo uno strizzacervelli per scoprirlo), che non c'era verso di estorcele la ricetta. O meglio la non-ricetta.
Poi ho avuto un'illuminazione: ma la mia zia ex cuoca, emiliana al 100%, la maga dei tortellini, possibile che non sappia come fare questo benedetto coniglio? Ella lo sapeva.

Ed eccolo qua :-)

Le dosi? Rigorosamente ad occhio. D'altronde, avete mai visto una zdàura emiliana di cinquant'anni fa prendere in mano una bilancia?

Ah.. Si era capito, vero?, che con questa ricetta partecipo all'MTC di novembre? ;-)

Segnalo anche che questa è una ricetta priva di ingredienti non solo senza glutine, ma anche senza rischi di contaminazioni. Insomma, se avete a cena un'amico celiaco e non sapete che fare, questa è una ricetta a stress celiaco nullo.

Coniglio alla cacciatora alla mia maniera (con le carote)
Ingredienti
  • 1 coniglio tagliato a pezzi
  • latte
  • 1 fetta di pancetta stesa alta mezzo dito
  • 1 cipolla grossa
  • 3 coste di sedano
  • 5/6 carote
  • pomodori pelati
  • vino
  • olio EVO (burro)
  • salamoia bolognese (sale con un trito di rosmarino, aglio e salvia, si trova già fatta ma io me la preparo da sola)
  • bacche di ginepro
  • foglie di alloro

Preparazione
Lavare i pezzi di coniglio ben bene e metterli a bagno, per una notte intera, in una ciotola coperti di latte. Come dice la mia zia, il latte ammorbidisce la carne e toglie il selvatico.

La mattina dopo, preparare un battuto fine con la cipolla, le coste di sedano, una carota e la pancetta stesa.
Mettere in una padella ampia un po' d'olio, e far appassire il battuto.
Quando comincia ad attaccare, sfumare con un po' di vino bianco.
Nel frattempo togliere i pezzi di coniglio dal latte e asciugarli bene con dello scottex.

Metterli nella padella con il battuto, insieme a un paio di foglie di alloro e 4/5 bacche di ginepro un po' schiacciate. Far rosolare bene a fuoco vivace da tutte le parti. Devono rosolare bene, altrimenti la carne finirà per sapere di poco.
Se si sbruciacchia un po', poco male.
Quando è ben rosolata, sfumare con un bel bicchiere di vino (rosso, bianco, quello che avete).
Mondare e tagliare a rondelle le carote restanti ed aggiungerle al coniglio.
Far insaporire un po' le carote, finché non sono un po' cotte, ma sempre al dente.

Salare con la salamoia ed aggiungere i pelati grossolanamente schiacciati con la forchetta.

Incoperchiare e far cuocere, a fuoco basso, finché il pomodoro non si è cotto e la carne ammorbidita.
È importante avere pazienza, perché non c'è niente di meno buono di un piatto del genere quando la carne è dura e il pomodoro ancora crudo, acidulo. Il pomodoro deve perdere totalmente l'acido, ed anzi diventare quasi dolce, al contatto con le verdure.

Servire accompagnato con polenta, oppure patate lesse, o purè di verdure, qualcosa che faccia da pane e simili, perché di fatto il contorno c'è già nella ricetta (non guardate la foto, le carote dovrebbero essere di più, ma le avevo finite).

giovedì 25 novembre 2010

Una domenica di cioccolato

Il gruppo del corso di cioccolato del nanni
C'ero anch'io, al corso di cioccolateria del Nanni.
C'erano anche la Gaia profumata, Stefania della Bottega delle bontà, Piero con i suoi pasticci, e poi Mirka e Bianca, mud'nais veraci (si scriverà così), Duccio e Gabriella, dall'aria sorniona, ed Eleonora. 9 + 1 (il grande Nanni) per un pomeriggio favoloso.

Ho fatto di tutto per esserci, l'ho pure costretto a spostare la data.

È stata un'esperienza mistica. Sono tre giorni che non parlo d'altro, a scuola, a casa, con gli amici.

Troppo divertente, troppo istruttivo, troppo goloso.

E dire (lo dico a voce bassa, che se mi sente il Nanni...) che a me il cioccolato mica fa impazzire... Ma lavorarlo con le proprie mani è tutta un'altra cosa!

Mai avrei creduto di imparare a temperare il cioccolato, troppo difficile.
E invece, merito della pazienza e della tenacia di un maestro veramente bravo e competente, ce l'abbiamo fatta.
Oddio, anche lo zio Piero è stato un grande assaggiatore, ci ha dato parecchi consigli utili... ;-)

Insomma, una giornata sì massacrante (dalle 9:30 alle 21:30, orario continuato!!!!) ma veramente produttiva. E per di più in un posto splendido, all'agriturismo Bellavista. Certo che se non avesse piovuto tutto il giorno.... In effetti, tanto tempo per guardarci intorno non c'era: avevamo da temperare, noi!

Il Nanni è un super-espertone, e non solo delle tecniche: la prima parte del corso è consistita in un seminario very professional sulla storia del cioccolato, sulle tecniche di produzione e sulla degustazione, con tanto di slide e video.
Ci ha faccio assaggiare certi cru e grand-cru! Nemmeno parenti del cioccolato normale che si compra al super. Io che sono una fumatrice incallita, nonché una capra inveterata, il retrogusto di nocciole non ce l'ho sentito, ma vi assicuro che erano buonissimi.

Insomma, questo corso ve lo consiglio, con grande convinzione.

Ai prossimi cioccolatini!

Per resoconti più seri e divertenti, leggetevi quello del Nanni stesso, quello della Gaia profumata e quello di quel burlone dello Zio Piero.

Unico neo, le foto. Troppa pioggia, ma soprattutto, troppo impegnata a fare.
Ecco alcuni assaggi.

cioccolatini al cafféCioccolatini al caffé
Tanto per darvi un'idea di quanto si impara, cosa abbiamo fatto in questa incredibile giornata di corso?
  • Cioccolatini al caffé
  • Cioccolatini al cocco
  • Cioccolatini al Grand Marnier
  • Cioccolatini alla nocciola
  • Boeri
  • Tartufi
  • Scorzette di arancio candite
  • Decorazioni varie
Ditemi voi se non ne vale la pena!

Rotolini di cioccolatoI mitici rotolini da decorazione

Istantanee che non dimenticherò:

"Spatola spatola!" (il Nanni, in continuazione)
"Vedi... questi forellini... Il temperaggio non è venuto bene! Rifare!" (Sempre il Nanni, a fronte di dei segni delle dimensioni del micron sui nostri cioccolatini)
"Hem... quella sarebbe la sesta, non la retromarcia...!" (lo Zio Piero sconvolto dalla mia guida)
La Gaia profumata che alla fine non stava più in piedi dalla stanchezza.
"Dove hai comprato questi cioccolatini?" (mio marito, alla vista del vassoio che avevo riportato dal corso)
"Non ci credo che li hai fatti tu, non è possibile" (una mia amica, che non ci ha creduto finché non le ho fatto vedere le foto... al che mi ha proposto di mettere su insieme un negozio :-) )

E dello splendido vassoio che ci siamo portati a casa, cosa è rimasto, a tre giorni dal corso?

vassoio vuotoTracce di cioccolata

domenica 21 novembre 2010

Panini semidolci morbidissimi senza glutine per una colazione domenicale

panini semidolci
Era tanto che volevo fare i panini semi-dolci delle Simili.

L'altro giorno ho provato a fare i panini mignon che avevo letto da Anna, ma usando il lievito madre al posto di quello di birra. Sono venuti ottimi, però non mi aveva convinto al 100% l'utilizzo del lievito madre per questo tipo di ricette, nelle quali mi sono convinta di preferire la sofficità che conferisce agli impasti il lievito di birra.

Poi nella nostra bibbia celiaca ho trovato pure la ricetta già riadattata da Felix dei panini semidolci, bisognava che mi decidessi. E infatti...
Alla fine poi ho fatto alcune modifiche alla ricetta, mescolando i panini di Anna a quelli semidolci standard, e siamo entusiasti. Dico siamo perché su questi paninetti, che somigliano veramente molto ai panini al latte da sandwich, si sono avventati tutti i famiglia, mia figlia che se n'è sbafati due dopo cena (!!!!) con il prosciutto cotto, io con la marmellata, mio marito e il piccolo in purezza. Devo dire che nuovamente la figlia si rivela una buongustaia, infatti secondo me il prosciutto cotto è la morte sua.
Insomma, li farò e li rifarò, sono una risorsa fantastica, davvero di una morbidezza e di un profumo inusitati.

Come farina ho usato l'ormai famoso mix di farine dietoterapiche per pani dolci e brioche dolci e salate senza glutine e il risultato si vede. Ho fatto due piccole modifiche: ho usato la Glutafin al posto della Pandea, la preferisco, sia come retrogusto che come consistenza dell'impasto.

Dalla ricetta originale ho omesso il latte in polvere, visto che sia la farina Coop che la Glutafin lo contengono, ho sostituito parte dell'acqua con il latte, ed ho aggiunto il glucosio.

P.S. Il food styling, come va di moda dire, è di mia figlia che ultimamente si è appassionata e quando vede che sto per fare le foto si offre sempre come assistente, ormai competentissima :-)

Panini semidolci delle Simili senza glutine alla mia manieraIngredienti
  • 500 g di farine dietoterapiche per impasti dolci lievitati (280 g di Coop, 120 g di Agluten per pane, 100 g di Glutafin select)
  • 10 g di lievito di birra secco
  • un cucchiaino di zucchero di canna
  • 250 ml di acqua
  • 100 ml di latte + quello per spennellare alla fine
  • 40 gr zucchero
  • 20 g di glucosio in polvere
  • 50 gr di burro
  • 25 g di strutto
  • sale
  • un tuorlo d'uovo
Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.

Preparazione

    Ho preparato il lievitino: ho sciolto il lievito di birra in 140 g di acqua tiepida, ho aggiunto un cucchiaino di zucchero di canna, 150 g prelevati dal mix di farine ed ho lasciato lievitare per un paio d'ore, fino al raddoppio.

    Ho mescolato le farine, lo zucchero, il glucosio, un pizzicone di sale e vi ho amalgamato 100 ml di acqua e 100 ml di latte tiepidi, il burro morbido e lo strutto.
    Ho mescolato bene e poi ho incorporato a questo impasto, un cucchiaio alla volta, il lievitino.
    Ho impastato bene, e ho lasciato riposare nel forno con la sola lucina accesa fino al raddoppio (un paio d'ore).
    Ho sgonfiato l'impasto sulla spianatoia leggerissimamente infarinata, l'ho arrotolato a dargli la forma di un lungo rotolo e ne ho ritagliato dei pezzi da circa 60 g, che ho impastato ben bene, e li ho messi a rilievitare sulla teglia coperta da carta forno, avendo cura di mettere la "chiusura" sotto. Ho aspettato fra lilleri e lalleri un'altra oretta e li ho spennellati con il tuorlo d'uovo sbattuto nel latte.
    Nel frattempo avevo preriscaldato il forno a 220°, quando ha raggiunto la temperatura li ho infornati per 15/20°.
    Unico mio errore infornarli troppo in alto, per distrazione, hanno assunto un colore un po' troppo scuro, ma in realtà sono veramente morbidi.


    Li ho infornati per una ventina di minuti.

    martedì 16 novembre 2010

    Ode alla polenta (e spezzatino)

    polenta e spezzatino
    Tempo fa facevo la lagna sulla banalità delle ricette che vi propino, e voi siete stati così carini da incoraggiarmi, dicendo che va benissimo così, e che o' famo strano non è d'obbligo, ma anzi le ricette della propria tradizione culinaria sono quelle da condividere nei nostri spazi, che diventano così una finestra sulla vita quotidiana di molti di noi.

    Mi avete convinto!

    E così vado ad ammannirvi, o a propinarvi, a seconda delle opinioni, una delle ricette topiche della mia famiglia, o meglio di quella parte della mia famiglia che viene dal Trentino.

    Lo spezzatino con la polenta per me vuol dire nonna, prozie, profumi di casa. Vuol dire vacanze d'estate in montagna, o Natali imbiancati di neve.

    In effetti lo spezzatino pur essendo un piatto nazionale, o anche trans-nazionale, in Trentino è una vera tradizione, lo trovi quasi ovunque, dal rifugio in montagna, dove è un must irrinunciabile, al ristorante di città, e soprattutto lo trovi in tutte le case, servito assieme ad una fumante polenta. È un piatto molto conviviale, e quando lo vedo in tavola a me si scalda il cuore.

    Vi do la mia ricetta, o meglio la mia non-ricetta, come lo faceva mia nonna soprattutto la mia prozia, che dello spezzatino era una vera maestra.
    Unica piccola variazione sul tema, che in casa nostra andava per la maggiore, la polenta fatta con un mix di farine: gialla bramata, a grana grossa, e di grano saraceno, il cui retrogusto amarognolo le conferisce un sapore e una consistenza particolare.

    In alternativa si possono usare delle farine da polenta meno industriali, come ad esempio quella della Valsugana, da non confondere con il noto prodotto precotto col quale non ha nulla a che fare, oppure la farina di mais marano, rossiccia e dal sapore molto definito.

    In realtà questo post vuole essere anche un'ode alla polenta, cibo di cui non mi stanco mai.
    La dose che propongo per questa ricetta è abbondante per quattro persone.

    Probabilmente ne avanzerà. Per me il giorno dopo è quasi più buona di quella appena fatta. Si può pastrocchiarla in mille modi. Pasticciata con panna e ragù di salsiccia (piatto fusion fra Emilia e Trentino), con il formaggio fuso, al forno con le verdure, fritta, abbrustolita....

    Nei prossimi giorni ve ne proporrò uno squisito :-)

    Un'ultima notazione: quand'ero piccola, e davvero mia nonna la faceva nel paiolo sulla cucina economica, il paiolo veniva posto, una volta sformata la polenta, in un canto della cucina economica, e lasciato lì finché la polenta che era rimasta attaccata alle pareti si asciugava completamente, diventando croccante e squisita, ottima da sgranocchiare come spuntino accompagnata da una fetta di salame. O la mattina dopo ammollata nel latte.

    Spezzatino con polentaIngredienti
    • 800 g di spezzatino di vitella
    • farina di riso (¶)
    • 1 cipolla
    • vino bianco
    • olio EVO (burro)
    • sale
    • pepe
    • bacche di ginepro
    Per la polenta
    • 350 g di farina di polenta bramata (¶)
    • 150 g di farina di grano saraceno (¶)
    • acqua
    • sale
    • un bicchierino di grappa
    • burro
    Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.
    Preparazione
    SpezzatinoPreparare un battuto di cipolla, e farlo appassire in una pentola con un po' d'olio (la ricetta vorrebbe il burro, ma ormai non lo usiamo quasi più...), senza imbiondire.
    Mettere nella pentola i pezzi di carne (non troppo grossi, dei cubetti di circa 2 cm di lato al massimo) e farla rosolare da tutti i lati. Questa è la caratteristica che distingue questo tipo di spezzatino dalla blanquette, in cui la carne non viene rosolata. ma cotta nei liquidi.
    Questa fase di cottura deve avvenire a fuoco allegro, in modo che la carne si rosoli ben bene, perché solo così avrà alla fine quel gusto saporito.
    Quando la carne è rosolata, aggiungere una bella spolverata di farina di riso, e far nuovamente cuocere qualche minuto a fuoco allegro affinché anche la farina prenda un bel colore dorato e un sapore grostinato.
    Versare un bicchiere di vino bianco, farlo sfumare, aggiustare di sale e pepe e quindi aggiungere acqua fino a coprire la carne. Mettere nella pentola anche tre o quattro bacche di ginepro schiacciate con il dorso di un cucchiaio.
    Incoperchiare, abbassare il fuoco al minimo e far cuocere a lungo, un'ora o più, finché la carne diventa morbida, ma non sfatta. Eventualmente, se il sugo dovesse asciugarsi troppo, aggiungere via via dell'acqua calda.
    Se alla fine l'intingolo fosse troppo poco, far abbrustolire un paio di cucchiai di farina di riso in una noce di burro, sciogliere con un po' di acqua tiepida, ed aggiungere allo spezatino:
    lo spezzatino dovrà avere un bel po' di intingolo, abbastanza liquido, per condire anche la polenta.

    Polenta
    Mettere a bollire in una pentola capace (il massimo sarebbe un paiolo di rame sulla cucina economica, ma vi assicuro che anche in una pentola normale su un fornello a gas viene buonissima) un quantitativo d'acqua pari a 4 volte il peso della farina, quindi nel nostro caso 2 l di acqua.
    Mescolare le farine.
    Quando raggiunge il bollore mettere nell'acqua un pizzicone di sale grosso, togliere una tazza d'acqua e tenerla da parte, e versare nella pentola a pioggia le farine, mescolando velocemente con la frusta a mano per non far venire grumi.
    L'acqua tenuta da parte andrà aggiunta solo se si ritiene che la polenta sia troppo dura, e questa è una valutazione da fare sulla base della propria esperienza.
    A questo punto si tratta solo di aver pazienza: la polenta deve cuocere a fuoco basso per almeno quaranta minuti, mescolando abbastanza spesso, finché il mestolo da polenta infilato nel mezzo non sta ritto da solo.
    Ho notato che più si scende a sud nella penisola più la farina da polenta diventa fine e il piatto morbido, quasi una minestra. Ecco, da noi no, la polenta dev'essere veramente soda!

    Quando è quasi pronta aggiungere una noce di burro e, così faceva mia nonna, un bicchierino di grappa. Mescolare bene, lasciare cuocere cinque minuti e quindi far riposare nel paiolo, a fuoco spento, per un'altra decina di minuti.
    Sformare sul tipico vassoio da polenta, e servire fumante accompagnata dallo spezzatino.

    Altri abbinamenti che valorizzano la polenta: stracotto, brasato, ma anche formaggio fuso. Io la adoro anche semplice, con una noce di burro e una bella spolverata di parmigiano.

    Per chi ha avuto il coraggio di ispirarsi alle mie ricette!

    torta amaretto

    Quando qualcuno rifa una "mia" ricetta, che poi di mio c'è poco, mi dà una gran gioia, anche se penso che ci voglia del coraggio ;-)
    Questo in effetti è proprio lo spirito con cui ho intrapreso l'avventura di questo blog, condividere, scambiare idee e pensieri, ampliare le nostre cucine.

    Ho così deciso di raccogliere qui i vostri contributi, a mo' di archivio, copiando spudoratamente l'idea da Sabrine di Fragole a merenda: spero che non me ne voglia.
    L'idea è quella di ringraziarvi per essere state/i così gentili e coraggiose/i.

    Ovviamente da sola riesco a mettere solo quelli che mi ricordo, segnalate pure nei commenti se avete provato una mia ricetta.

    Grazie a...

    Francesca Baroni che, via mail, mi ha spedito le foto del suo ciambellone allo yogurth profumato all'arancia e cannella (Ciambella allo yogurth)

    ciambella allo yogurth di Francesca
    Anna de Il ricettario di Anna (Pflaumen streusel)
    Torta streusel con marmellata di fragole e fragoline e frutti di bosco

    Clo di Briciole di Clo (Torta al cioccolato)
    Brownie per intolleranze... ma anche no!

    Anna Lisa di Senza glutine... Per tutti i gusti (Torta mimosa)
    La mimosa condivisa

    Elena di La celiaca pasticciona (Pancarré senza glutine)
    Pancarré senza glutine per gaia

    Anna Lisa di Senza glutine... Per tutti i gusti (Pan di Spagna)
    Il gaio Pan di Spagna... ovvero il Pan di Spagna di Gaia
    Torta Primavera

    Marina di Che mi dici? (Rotolo alla nutella)
    Rotolo dolce alla confettura

    Fabiana di Fabispaticcio (Kaiserschmarren)
    Kaiserschmarren alle mele profumata d'arancia (o alla mia maniera)

    Stefania di Cardamomo & Co. (Torta amaretto)
    La Torta Amaretto... proprio quella ce ci vuole

    Manu di Profumi e colori (Torta amaretto)
    Delizia alle mandorle o Torta Amaretto .......... gluten free

    ANTO:O) di Fare e disfare (Torta amaretto)
    Torta amaretto

    ANTO:O) di Fare e disfare (Pollo in fricassea con gli asparagi)
    Pollo in fricassea

    Felix/Olga di CeliachiaInSimpatia
    Petto di pollo in rosso

    Asa_ashel de La Caloria solitaria (cake all'arancia)
    Ciambella al melograno

    Barbara di Salt and Cocoa (cake all'arancia)
    Cake alla vaniglia e cannella

    Raffaella di Una celiaca in cucina (torta al cioccolato)
    Torta cioccolatosa senza glutine

    Stefania di Cardamomo & Co. (Cheese cake dell'agriturismo Aurora)
    Cheese cake ai mirtilli... e il ritorno di formaggi e scarafaggi

    Fabiana di Fabipasticcio, (pane con poolish)
    Che soddisfazione! Il pane senza glutine fatto in casa...

    Ally di Coccole di marzapane (fusilli pop-corn)
    Latterini fritti dorati e chicche

    Gaia di Profumo di mamma (fusilli pop-corn)
    Last minute snack e buon anno

    sabato 13 novembre 2010

    Verrine di chantilly con Pan di Spagna senza glutine al cioccolato e spiaccichìs di cachi

    verrine chantilly e cachi
    Il virus ha colpito anche me! Una notte d'inferno, febbre e emicrania da non dormire.

    Era prevedibile, visto che ho tutta la famiglia stesa, bambini, mia mamma... Ci manca solo mio marito, che resiste strenuamente, forse giusto perché è stato via per lavoro e i suoi contatti con il virus sono stati limitati.

    Vabbé, con una mattinata di sonno ristoratore, il mal di testa tenuto a bada dall'Efferalgan, va un po' meglio. Scriverò un postarello giusto giusto per smaltire le decine di ricette che languiscono fra il computer e Flickr. Ne ho alcune addirittura dello scorso anno!!!
    Questa è recentissima, risale a a domenica scorsa, un nuovo tentativo di utilizzo dell'agar-agar e vari altri esperimenti, con in più un paio di cachi che non si sapeva bene cosa farne.

    Il risultato mi ha molto soddisfatto, anche esteticamente, e poi erano le mie prime verrine!

    Una spiegazione sullo spiaccichis: dicevo a mio marito il nome altisonante di questo esperimento, di cui faceva parte la coulis. "La couli-che?" E io a spiegare cos'era. "Ah! Uno spiaccichis, praticamente!"

    E quindi da adesso, spiaccichis sarà, forever and ever.
    Ben mi sta, così imparo a darmi delle arie facendo finta di saper cucinare.

    Verrine di chantilly con Pan di Spagna senza glutine al cioccolato e spiaccichis di cachiIngredienti
    Per la bavarese
    • 1/2 l di panna da montare
    • 3 uova
    • 300 ml di latte
    • 180 g di zucchero
    • 8 g di agar-agar in foglie
    • 1 stecca di vaniglia
    Per il pan di Spagna al cioccolato senza glutine
    • 45 g di fecola di patate (¶)
    • 45 g di farina di riso + quella per infarinare la teglia(¶)
    • 100 g di zucchero
    • 20 g di cacao amaro in polvere (¶)
    • 4 uova
    • 1 noce di burro per ungere la teglia
    Per lo spiaccichis di cachi e la composizione finale:
    • 3 cachi
    • 1 cucchiaio di zucchero
    • (agar-agar)
    • marsala
    • caffé
    • zucchero
    Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.
    Preparazione
    Pan di Spagna al cioccolatoSeparare i tuorli dalle chiare.
    Montare i tuorli a lungo con lo zucchero, con le fruste, finché non "scrivono".
    Montare le chiare a neve ben ferma.
    Incorporare le chiare al composto di tuorli e zucchero, delicatamente, un cucchiaio alla volta.
    Setacciare la fecola e la farina di riso insieme al cacao amaro e incorporarli i un sol colpo al composto precedentemente preparato. Mescolare delicatamente, quindi stendere su una placca da forno coperta con un foglio di carta da forno imburrato e infarinato (con farina di riso), e far cuocere nel forno precedentemente riscaldato a 180° per 12 minuti.
    Togliere dal forno, staccare delicatamente dal foglio di carta da forno e far raffreddare.

    Bavarese allo chantilly

    Preparare la crema: separare i tuorli dalle chiare, che per questa preparazione non servono, e montarli con lo zucchero.
    Nel frattempo far bollire il latte con la stecca di vaniglia aperta. Quando ha preso il bollore, farlo riposare un po' e quindi aggiungerlo al composto di zucchero e uova, mescolando, e mettere il tutto sul fuoco basso basso, sempre mescolando, finché la crema non vela il cucchiaio.
    Mettere da parte.
    Nel frattempo polverizzare l'agar-agar con un tritatutto, e farlo scaldare in un pentolino insieme ad un po' di latte. Quando si è sciolto, amalgamarlo alla crema.
    Far raffreddare il tutto.
    Montare la panna a neve ben ferma, ed amalgamarla al composto precedente.
    Mettere in frigo.

    Composizione
    Prendere dei bicchierini (la dimensione dei miei era da vino, e con queste dosi ne ho preparati 14).
    Tagliare con un coppapasta di misura adeguata alle verrine dei cerchietti di pan di Spagna (il doppio del numero delle verrine).
    Mescolare una paio di tazzine di caffé freddo con un paio di cucchiai di marsala e uno di zucchero.
    Per ogni verrina imbibire senza esagerare un dischetto di pan di Spagna nel caffé al marsale, metterlo sul fondo della verrina, versarsarvi sopra un po' di bavarese, fino a raggiungere un terzo del bicchiere, poi un altro dischetto di pan di spagna imbibito, altra bavarese.
    Abbattere (wow! o smettiamo di fare la ganza!) in freezer finché diventa un po' consistente.
    Nel frattempo preparare lo spiaccichis: in pratica frullare, a freddo, la polpa dei cachi con lo zucchero.
    Se ce la volessimo tirare proprio dovremmo aggiungere 2 grammi di agar-agar polverizzato fatti sciogliere a fuoco bassissimo in un paio di cucchiai di acqua, al fine di ottenere una gelée, ma secondo me ci sta benissimo anche il semplice frullato, che in frigo poi si consolida un po' e acquista una consistenza perfetta.
    Estrarre le verrine dal freezer, versarvi sopra un cucchiaio di spiaccichis, rimettere in freezer per una mezzoretta, trasferire in frigo e servire, guarnito con i ritagli di pan di Spagna grossolanamente spezzettati.

    'Na squisitezza.

    Vado a misurarmi la febbre che è meglio.

    La ricetta è tratta dal mio libro, pubblicato da Giunti Editore.

    http://www.giunti.it/libri/cucina/pasticceria-gluten-free/

    giovedì 11 novembre 2010

    Senza parole ma con molti finocchi

    Urge un consuntivo di questa breve e travolgente avventura.


    Metti un finocchio a cena... Buon appetito Mr. B - Blogger contro l'omofobia

    Per fortuna che è stata breve altrimenti ci perdevo anche la salute, e non è il caso, visto che sono già abbastanza male in arnese.

    Che dire? Prima di tutto GRAZIE!
    Grazie
    • per le 130 ricette pubblicate
    • per i 40 post senza ricetta
    • a tutte le 200 e più persone che si sono prese la briga di aderire in un qualche modo
    E tutto questo in tre miseri giorni!
    I numeri di contatti ve li ha dati Norma, io so solo che di solito ho al massimo 100 lettori, e ieri ne ho avuti 1300. Lasciando perdere Andy Wahrol e i suoi cinque minuti di celebrità,
    credo che questo voglia dire che questa iniziativa ha stimolato qualcosa che c'era già, dentro le persone. Non è poca cosa, di questi tempi.
    Come una bottiglia di spumante, che sta lì buona buona ma se qualcuno toglie il tappo esplode.
    Ecco, c'era voglia, anche in questa nicchia della blogo-sfera che siamo noi food-blogger, che di solito non usciamo mai dal seminato, di esprimere il nostro dissenso, di dire la nostra sul quello che ci succede intorno. Mi ha fatto anche molto piacere che siamo riusciti a parlare anche con chi sta fuori dalla nostra nicchia, e a cooptare anche chi con i food-blogger non ha niente a che fare.

    Non è proprio il momento di essere contenti, fra clima che cambia, dissesto idro-geologico, incuria del patrimonio artistico, inciviltà e barbarie qui da noi e altrove.

    Però oggi è uscito un po' di sole ;-)

    Ho letto tutti i vostri interventi ed ognuno mi ha colpito, perché si capiva che dentro c'era un pezzo della vostra vita. Alcuni mi hanno commosso, altri mi hanno fatto ridere, altri ancora mi hanno comunicato una sana e irresistibile indignazione.

    Grazie a tutti, perché ieri ci siamo sentiti più arrabbiati ma meno soli.

    Si parla della nostra inizativa su...
    Da adesso ricomincio a lavorare, per le prossime ricette se ne riparla almeno la settimana prossima!

    P.S. Il post è un po' sconnesso, ma io sono molto stanca. Vado a mangiarmi lo sformato di finocchi avanzato da ieri :-)

    mercoledì 10 novembre 2010

    Lo sformato di finocchi, la bandiera arcobaleno e Mr. B.

    sformato di finocchi per Mr. B

    Dal dizionario Garzanti
    Finocchio, s.m., pianta erbacea con foglie basali dal picciolo largo, bianco e carnoso che vengono consumate come ortaggio;... (volg.) omosessuale maschio
    Io faccio l'insegnante alle superiori.
    Ancora oggi uno degli insulti più gettonati, e più dolorosi, usati dai ragazzini è finocchio, declinato in tutte le sue possibili varianti, più o meno volgari, tutte insopportabili. Eppure vengono pronunciate infinite volte in un giorno.

    I ragazzi a quell'età hanno bisogno di sponde sicure entro le quali essere contenuti, e queste sponde sono date dall'appartenenza al gruppo. Dire finocchio a un compagno significa "Io sono dentro, tu sei fuori, sei inferiore, e questo mi rassicura": è sempre molto rassicurante, quando si è fragili, scoprire che qualcun altro si trova più in basso di noi nella scala sociale. Lo è a maggior ragione per dei ragazzini pieni di dubbi e insicurezze.
    Io però vedo soprattutto la sofferenza negli occhi di quelli a cui l'insulto viene rivolto, una sofferenza che per di più devono mascherare: sono loro stessi a dire, quando regolarmente mi imbufalisco, "Ma no profe, e' scherzava..." perché farebbero di tutto per appartenere essi stessi al gruppo, per essere parte di.
    Vedo anche, e mi fa imbufalire ancor di più, la leggerezza con cui viene trattato questo problema da molti colleghi (non tutti): "È sempre successo...", "E son ragazzi..." Certo, lo sono anche quelli che vengono insultati, però, e si trovano feriti nella loro identità più profonda.

    Ma com'è possibile che, adesso come cinquant'anni fa, finocchio sia ancora un'insulto?

    Ad esempio perché il nostro presidente del Consiglio, il signor Berlusconi, non si perita di tirar fuori dal cappello uscite omofobe e sessiste per nascondere le proprie inaccettabili malefatte. Così facendo sdogana ulteriormente un pensiero, che è quello della mia nonna, persona splendida ma del suo tempo, che diceva sempre "Meglio un figlio morto che finocchio".
    Questo dichiarazioni discriminatorie non possono essere sdoganate da una figura istituzionale, che dovrebbe farsi artefice di civiltà e rispetto e legalità.

    La molla che ci ha spinto a dissentire pubblicamente è stata proprio questa indignazione, e ci è parso che potesse utile che venisse da noi, donne comuni, perché come si dice qui, "parlare di gay, di omofobia, di coming out ecc, è necessario non tanto per la comunità lgbt ma per gli altri, perché fino a quando saremmo presentati come un'entità astratta senza un volto nè un nome nè una professione, gli omofobi avranno le carte facili per discriminarci."

    In questo post la parola finocchio compare 7 volte. Troppe? Ci siamo interrogate, con Norma, sull'opportunità di intitolare quest'iniziativa contro l'omofobia proprio con una delle espressioni offensive utilizzate per indicare gli omosessuali. È stata una scelta forte.
    Come abbiamo spiegato nei post di lancio, ci siamo ispirati ad una manifestazione indetta da Arcigay Firenze sabato scorso, che si intitolava, molto ironicamente "Porta un finocchio per Silvio".

    Crediamo che ironizzare sulle parole, anche su un insulto come questo, possa servire a togliere loro potere, a svuotarle del loro significato negativo. Un po' come è successo a queer in inglese.
    Avete presente il molliccio in Harry Potter, quel mostro che non ha forma e per ciascuno assume un aspetto diverso, quello della cosa che ci fa più paura? Il molliccio viene sconfitto dall'ironia, immaginando Tu-Sai-Chi vestito come la nostra vecchia zia novantenne.
    Ecco, questo è stato il nostro spirito.
    Ci rendiamo conto che la comunicazione immediata non sempre riesce a trasmettere in modo esplicito, ad esempio in un piccolo banner con poche parole-chiave, tutte queste riflessioni, ma abbiamo deciso di correre lo stesso il rischio, perché crediamo che sia venuto il momento di parlare, invece che di tacere, anche a costo di non dire la cosa giusta per tutti.

    Io attesa che le cose cambino davvero, e che nel vocabolario Garzanti ci sia scritto, al posto della definizione che ho riportato sopra,
    Finocchio, s.m., pianta erbacea con foglie basali dal picciolo largo, bianco e carnoso che vengono consumate come ortaggio;... (italiano antico) omosessuale maschio
    lanciamo iniziative bizzarre, come questa...


    Metti un finocchio a cena... Buon appetito Mr. B - Blogger contro l'omofobia
    La lista delle adesioni è nel
    post precedente e in quello di Norma, perché possono esserci stati delle sviste.. Grazie a tutti, anche chi non avrà il tempo di preparare una ricetta!

    Si sono già attivati pubblicando una ricetta (se non vi trovate qui andate a vedere l'analogo elenco da Norma, via via cerchiamo di allineare gli elenchi, ma oggi sicuramente ci saranno delle sviste)
    Mentre hanno aderito, pubblicando un post dedicato (anche in questo caso, se non vi trovate qui andate a vedere l'analogo elenco da Norma, via via cerchiamo di allineare gli elenchi, ma oggi sicuramente ci saranno delle sviste)
    Eva Baldoria, Drag Queen e Lucy ci hanno lasciato le loro ricetta qui, nei commenti

    E ora vado con la mia, di ricette

    sformato di finocchi - foto di silviaQuesta foto è stata scattata da mia figlia che ha voluto a tutti i costi contribuire alla realizzazione di questo post, dopo che sono giorni che subisce dei pipponi didascalici su discriminazioni, identità di genere e quant'altro, declinandolo secondo la sua identità di genere di bambina di 9 anni :-)


    Sformato di finocchi
    Ingredienti (per otto cocottine monoporzione)
    • 5 finocchi grossi
    • 500 ml di latte
    • 50 g di burro + quelli per ungere le cocottine
    • 45 g di amido di mais (¶) (io ho usato la Maizena)
    • 50 g di parmigiano reggiano grattugiato
    • 3 uova
    • noce moscata
    • cumino
    • olio
    • pepe
    • sale
    • pangrattato (¶)
    Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.

    Preparazione
    Mondare i finocchi e tagliarli a pezzettini (io di solito faccio questa ricetta con le foglie esterne dei finocchi quando preparo i cuori per il pinzimonio), metterli a stufare in una padella con un po' d'olio sul fondo. Il fuoco dev'essere piuttosto allegro, ovviamente facendo attenzione a non bruciarli. Aggiustare di sale

    Nel frattempo preparare una besciamella con il burro, la maizena e il latte precedentemente scaldato.

    Quando i finocchi sono pronti tagliarli al coltello, oppure con il robot da cucina ma comunque in modo un po' grossolano, e rimetterli in padella ad asciugare un po'.

    Quando si sono un po' asciugati, spegnere il fuoco ed aggiungere la besciamella quindi, una alla volta, le uova intere, avendo cura di amalgamarne bene prima di aggiungere la successiva, ed infine il parmigiano grattugiato.

    Spolverare di noce moscata e di cumino tritati, aggiustare di sale e di pepe e riempire delle cocottine monoporzione precedentemente imburrate e cosparse di pangrattato.
    Cospargere con una spolverata di parmigiano e pangrattato, mettere qualche fiocchetto di burro qua e là ed infornare nel forno precedentemente riscaldato a 180° per una quarantina di minuti.

    Si può fare anche uno sformato unico, in una pirofila, ma il tempo di cottura si allunga ad un'oretta.

    Servire caldo come contorno o come piatto unico insieme a formaggi vari.

    sabato 6 novembre 2010

    Mercoledì 10 novembre - Metti un finocchio a cena - Buon Appetito Mr. B!

    Siamo un gruppo di blogger che si son trovate a condividere un'idea comune, e cioè che non se ne può più delle espressioni insultanti nei confronti degli omosessuali del nostro Presidente del Consiglio, che manifesta una volta di più atteggiamenti sessisti ed omofobi.
    Il culmine tre giorni fa, quando ha dichiarato “meglio essere appassionati di belle ragazze che gay.” E quante volte ha offeso profondamente anche tutto il genere femminile?

    Ricordiamo che è la stessa Carta dei Diritti fondamentali dellUnione Europea a condannare, all'articolo 21, “qualsiasi forma di discriminazione fondata sul sesso, la razza, il colore della pelle, l'origine etnica o sociale, le caratteristiche genetiche, la lingua, la religione o le convinzioni personali, le opinioni politiche o di qualsiasi altra natura, l'appartenenza ad una minoranza nazionale, il patrimonio, la nascita, gli handicap, l'età o le tendenze sessuali”.

    Se l'Italia fosse un paese più civile, l'omofobia sarebbe un reato, come raccomanda l'Unione Europea nella risoluzione del 18 gennaio 2006.

    Ci è sembrato troppo.

    Abbiamo deciso che era giunto il momento di fare qualcosa di esprimere il nostro dissenso con i mezzi che abbiamo come food-blogger: la parola, l'ironia, mestoli e padelle.
    Abbiamo preso spunto dalla manifestazione organizzata per oggi pomeriggio, sabato 6 novembre, da Arcigay Firenze, che ha per slogan “porta un finocchio per Silvio”. Spiegano gli organizzatori, “regaleremo i finocchi al Presidente Berlusconi che, con quest’ennesima dichiarazione pubblica, riteniamo abbia raggiunto i limiti della decenza e della civiltà”.

    Speriamo che Arcigay non se ne abbia a male se ci ispiriamo a loro promuovendo l'iniziativa Metti un finocchio a cena... - Buon appetito Mr. B.!

    Chi è sconcertato quanto noi dovrebbe pubblicare mercoledì 10 novembre una ricetta a base di finocchi, esponendo il banner dell'iniziativa, spiegando nel post le ragioni della propria partecipazione e comunicandoci l'adesione fra i commenti a questo a post.
    Valgono anche le ricette già pubblicate, non è un vero e proprio contest, è un'iniziativa di dissenso.

    Tutti potranno comunicare la propria adesione con un commento a questo post e sull'analogo post che troverete sul blog di Madama Bavareisa.

    Vi invitiamo ad esporre il banner dell'iniziativa

    Metti un finocchio a cena

    Codice da incorporare:



    Risultato:
    Metti un finocchio a cena

    Sono invitati a partecipare anche i blogger non food, secondo le stesse modalità: non pubblicheranno una ricetta ma un intervento nel merito.

    Mi raccomando, accorrete numerosi, sarà bello vedere moltissimi finocchi a cena nelle case dei food-blogger e non mercoledì 10 novembre, un'ironica, corale e rumorosa manifestazione di indignazione.

    Editing di lunedì 8 novembre:
    Prima di tutto, un grazie a tutti coloro che hanno dichiarato la propria disponibilità ad aderire all'iniziativa.
    Il tempo è pochissimo, e siamo consapevoli che non è facile informare tutti.
    Ringraziamo quindi chi ha volume manifestare la propria disponibilità, facendo un post dedicato o esponendo il banner. Ecco l'elenco!
    1. ....Li'mon
    2. ..... profumi e colori.....
    3. (parentesi culinaria)
    4. 70-valigie
    5. A cena da Dorris
    6. A knitting bear
    7. Ale only kitchen
    8. Alessandra (senza blog)
    9. Alessandra Zecchini
    10. Alidada
    11. AlLory in cucina
    12. Amaradolcezza
    13. American pie e dintorni
    14. Annaferna - mordi e fuggi
    15. A pranzo con bea
    16. Astrofiammante
    17. A tavola con...
    18. A tavola con Mammazan
    19. A tutta cucina
    20. Avocado
    21. Betulì
    22. Bidimensionale
    23. Bigshade
    24. Burro, latte e...
    25. Camminando fra le stelle
    26. Caponata
    27. Cara Lulù
    28. Caramel à la fleur de sel
    29. Cardamomo & Co.
    30. Castellarone dei semplici
    31. Cazzeggio libero
    32. C'è di mezzo il mare
    33. Che bolle in pentola
    34. Che mi dici?
    35. Che gusto sa?
    36. Chicche di Kika
    37. Chicco e tazzina
    38. Cibo&Salute
    39. Cinnamon Fairy Cafe
    40. Colazione a letto
    41. Colori e sapori
    42. comeisognidomani
    43. Come puoi non amarla
    44. ComidaDeMama
    45. conunpocodizucchero.it
    46. Con un poco di zucchero
    47. Conosco i miei polli
    48. Conviviando
    49. Cooking Big Mama
    50. Correre di gusto
    51. Corsi e ricorsi
    52. Craft-duck
    53. Crea Mari Crea
    54. Creati-vita
    55. Cristalli di pane
    56. Croissant & Parmesan
    57. Cucchiaio e pentolone
    58. Cucchiaio pieno
    59. Cucina e cucina di novelinadelorto
    60. Cucina SMS
    61. Cucinamenti
    62. Cucino per gli ospiti
    63. Cultural Studies Italia
    64. Cuoca a tempo perso
    65. Cuochetta in punta di piedi
    66. Cuochi di carta
    67. Daniela&Diocleziano
    68. desian
    69. Diario della mia cucina
    70. Dio fece il cibo, ma certo il diavolo fece i cuochi!
    71. Di Tv e Tv
    72. Divinando
    73. Dolci tentazioni
    74. Dolci tentazioni fra panna e cioccolato
    75. Early morning runner
    76. Edith Pilaff
    77. er Moro's blog
    78. Ester Quintero
    79. Extramamma (tramite Facebook)
    80. Eva Baldoria Drag Queen (no blog)
    81. Fabien
    82. Fabipasticcio
    83. Faries' kitchen
    84. Femmes à la faim
    85. Filosoficamente sostenibile
    86. Fiordisale
    87. Fiore di cactus
    88. Frammenti dialogo a più voci
    89. Gambetto nella zuppa
    90. Gennarino
    91. Giulia nel paese del riciclo
    92. Gite mentali
    93. gli amori di dida
    94. Glu-fri cosas varias libre de gluten
    95. Gustosa Mente
    96. Histeria Lane
    97. Hyperica di Lady Boheme
    98. iKnit.it
    99. Il bistrot di Lise e Metroicon
    100. Il cucinino bianco
    101. Il diario di Murasaki
    102. Il gatto ve(r)de... e provvede
    103. Il gaio mondo di Gaia
    104. Il gamberetto
    105. Il giardino segreto
    106. Il linkazzo dello scrittore
    107. Il mestolo di legno
    108. Il pomodoro rosso
    109. In cucina senza glutine
    110. In forno a sinistra
    111. Ingredienti-e-informazioni
    112. I piaceri della tavola
    113. Kitchen Bloody Kitchen
    114. L'anima nel piatto
    115. Labellad
    116. Labna amore in cucina
    117. La Bibi
    118. La caloria solitaria
    119. La casa di Alchemilla
    120. La cassata celiaca
    121. La celiaca pasticciona
    122. La cucina di Calycanthus
    123. La cucina di qb
    124. La cucina di nonna Sole
    125. La cucina piccoLINA
    126. La cuoca bionda tra fornelli e baraonda
    127. La cuoca che copia
    128. La cuoca eclettica
    129. La cuoca petulante
    130. La fourmie mille vies
    131. La gaia celiaca
    132. La ginestra e il mare
    133. La golosastra
    134. La lumaca a 1000
    135. La melagranata
    136. La piccola bottega dello zucchero
    137. La pignatta, ovvero cosa bolle in pentola...
    138. La prof
    139. La sorella DisSimile
    140. La teacher
    141. La tenda rossa
    142. La torta pendente
    143. Lavanda in terrazza
    144. La valsesiana (senza blog)
    145. La vetrina del Nanni
    146. Le padelle fan fracasso
    147. Le parole del viaggio
    148. Le ricette del coniglio
    149. Le ricette perfette
    150. L'erinni
    151. L'estate di Tiffany... tutto l'anno!
    152. LGO
    153. Lievito e spine
    154. Liquidi
    155. Lo spazio di b
    156. Madama Bavareisa
    157. Maglie & chincaglie
    158. Mamma che cucina!
    159. Mamma in corriera
    160. Mamma in pentola
    161. Mamma in verde
    162. Mammasterdam
    163. Mangia e Bevi
    164. Mani e fantasia
    165. Menando il can per l'aia
    166. Mi mangio l'allergia
    167. Mollica di pane
    168. Monicab (senza blog)
    169. Nella cucina di Ely
    170. Nella vita passata ero un pomodoro
    171. Nella pentola di Monica
    172. Nepitella
    173. Nessun titolo, al momento
    174. Nocciole tostate
    175. Non solo saponi - Cosmetica naturale
    176. Oltre il tempo e lo spazio
    177. Only recipes
    178. Pagnottina
    179. Pampelmuse
    180. pappa-reale.net
    181. Passioni e cucina
    182. Pasticci e cucina
    183. Pasticci PataPata
    184. Pensieri e parole
    185. Pere alla vaniglia
    186. Persa nel mio sonno
    187. Pixel3v Weblog - Il blog di Sara
    188. Pontilex
    189. Profumo di mamma
    190. Qui non è Hollywood ma poco ci manca
    191. Radio Cucina
    192. Rebecca del sol
    193. Ricette, storie di vita, emozioni
    194. Restaurantonclick
    195. Riceconfort
    196. Ricette sarde e golose
    197. Ricette vagabonde
    198. rosa (luxembourg)
    199. Robs at work
    200. Rossa Naturale
    201. qualcosa di rosso
    202. Quel che non strangola... Ingrassa!
    203. Quisquilie e pinzillacchere (forum)
    204. qbbq
    205. Sapori diVini
    206. Semplicemente io
    207. Senza glutine per tutti i gusti
    208. Senza perdere la tenerezza
    209. Senzasaleinzucca
    210. Serapione
    211. si campeggia
    212. Slumberland
    213. Sorriso
    214. Stella di sale
    215. Sui ferri e nella mente
    216. Sulle spalle dei giganti
    217. Surreale
    218. Symposion
    219. Tibisay
    220. Timo e maggiorana
    221. Tocco e tacchi
    222. Torte & decorazioni
    223. Trattoria da Martina
    224. Trattoria Muvara
    225. Tre svitate in cucina
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    227. Turismo in Canada
    228. Una celiaca in cucina
    229. Una vita per caso
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    231. Un cuore di farina senza glutine
    232. Un equilibrio precario
    233. Un filo d'olio
    234. Un pezzo della mia Maremma
    235. Varie non eventuali
    236. Vegan lifestyle e altre storie
    237. Vita analogica
    238. Vogliadicucinavoglia di sognare
    239. Voglia mattaa
    240. Zio Da'
    241. Zi zi Scimmietta curiosa
    242. Wasabi
    Mi scuso con chi ho dimenticato di segnalare, siete pregati di comunicarmelo affinché si possa aggiornare l'elenco in tempo (quasi) reale!

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