lunedì 28 maggio 2012

Di mancamenti ottocenteschi e budini di verdure per una sfida imperdibile


Avete mai sentito il detto "Alle porte coi sassi"? Ecco, a questo giro per me è stato veramente così: non mi ero mai trovata due giorni prima della scadenza senza la più pallida idea di cosa fare.
Già la sfida mi aveva spiazzato. E dire che sono anni che porto avanti pure un blog di cucina...
Che so' 'sti budini salati? Come? Non sono gli sformati? Ma io che faccio sempre gli sformati, stai a vedere... No, erano diversi, nei miei sformati c'è la besciamella, qui ad addensare c'è solo l'uovo.
Vabbè, non sembrano difficili.
Oddio! Ma ci vanno due accompagnamenti! Ma queste donne si stanno ad allarga'... Come faccio io che non so cucinare a tirare fuori dal cappello non uno ma addirittura due accompagnamenti?
Alla fine ci si è messo pure il morbo. Giovedì mi sono sentita male a scuola, una specie di svenimento manco fossi una donnetta ottocentesca con il busto troppo stretto. Solo che qui di busti nemmeno l'ombra, le cicce debordano libere. Malgrado cotanta libertà, son stata tre giorni con un mal di testa tremendo, e mi sembrava anche di essere in barca, da quanto tutto mi girava intorno, ieri pure la febbre a 38. Però il mal di testa sembra essersi acquietato. Meglio la febbre, almeno riesco ad alzarmi. Forse riuscirò a fare questi budini.
...
...


Qualche ora dopo...
I budini sono risultati più facili del previsto, decisamente più dei miei sformati, che se non si sta attenti vengono mollicci. E poi buoni, mamma che buoni! 
Come farli, l'ha deciso il frigorifero. Non c'era molto. Delle zucchine chiare fiorentine sull'orlo della morte civile, un avanzo di pesto...
Ecco, zucchine e pesto mi sembra un bell'accoppiamento. Cosa sta bene con il pesto?... Testaroli?... Bingo!
Faccio una specie di pane con il grano saraceno. No, un pane no, non c'è tempo. Faccio dei robi semi-azimi, insomma, una specie di piadina, insomma, una specie di lievitato non lievitato.  Tanto dice che i lievitati vanno bene. Andranno bene pure i lievitati non lievitati?
Sono venuti bene, i robi (la ricetta è una rivisitazione di simil-piadine che ci avevano insegnato a fare al corso di cucina senza glutine dell'Associazione Celiachia che avevo seguito un paio di anni fa). In realtà, a guardar bene, piadine non sono proprio perché manca lo strutto e vanno stese molto più sottili. Sono più simili a quei pani indiani, come si chiamano?, chapati mi pare. Li chiameremo così.
Ricapitolando: i budini alle verdure, ci sono, e li ho pure sformati senza problemi, l'accompagnamento n. 1 c'è, il pesto, l'accompagnamento n. 2 pure, i quasi-chapati al grano saraceno.
Dovrebbe esserci tutto. 




Budini di zucchine e aromatiche con pesto e quasi-chapati al grano saraceno

Ingredienti
Per i budini (dose per 4 budini)
  • 300 g di zucchine chiare fiorentine
  • qualche agretto già lessato
  • 30 g di parmigiano reggiano grattugiato
  • 50 g di panna da montare
  • 2 uova piccole
  • 1 cucchiaio abbondante di aromatiche tritate (io: basilico, timo, menta, rosmarino, erba cipollina)
  • sale
  • olio EVO
  • burro per imburrare gli stampini
Per i quasi-chapati al grano saraceno
  • 70 g di farina senza glutine (io 40 g di Bi-Aglut pacco da 1kg + 10 g di Glutafin select + 20 g di Coop)
  • 30 g di farina di grano saraceno grezza (¶)
  • farina di grano saraceno bianca per infarinare (¶)
  • 5 g di olio EVO
  • sale
  • 1 avanzino di impasto per pane di qualche giorno prima (pasta di riporto)
Per la finitura
  • classico pesto alla genovese
  • un po' di trito di aromatiche (quello di sopra)
  • fiori di erba cipollina
Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.
 
Preparazione
Per prima cosa preparare i quasi-chapati. Mescolare le farine, e aggiungere 60 g di acqua tiepida e il pezzettino di impasto avanzato. Impastare: all'inizio sarà molto appiccicoso, ci vuole un po' perché la farina di grano saraceno assorbe molta acqua ma lentamente. Aggiungere l'olio e un pizzico di sale. Continuare ad impastare. Se proprio restasse troppo appiccicoso aggiungere un po' di farina senza glutine.
Lasciar riposare un'oretta avvolto nella pellicola. Quindi fare delle palline grandi come una noce e farle riposare coperte per una mezzoretta.
Ne verranno comunque di più di quelli che userete per accompagnare i budini: poco male, si conservano benissimo in frigo, avvolte nella pellicola, e si possono usare anche i giorni successivi (io in realtà faccio le palline via via, di quelle che preparo al momento, e lascio l'impasto intero in frigo, e la mattina ci preparo la merenda per mia figlia al scuola).

Nel frattempo preparare i budini.
Tagliare a dadini le zucchine, salarle e cuocerle in una padella con un po' d'olio, lasciandole al dente.
Passarle al mixer, ottenendo una purea grossolana.
Aggiungere il parmigiano grattugiano, il cucchiaio di aromatiche tritate, la panna, le uova (volevo metterne una sola, ma le mie erano molto piccole, quindi ce ne ho messe due). Mescolare, aggiustare di sale. Imburrare gli stampini (io stampini tipo muffins), mettere sul fondo qualche agretto lessato e riempirli quasi fino al bordo con il composto, quindi cuocerli in forno a bagno-maria per circa 40 minuti, a 180°.

Quando sono pronti, sfornarli e finire di preparare i quasi-chapati per impiattare.

Mettere una pentola anti-aderente sul fuoco vivo.
Stendere una pallina sulla spianatoia abbondantemente infarinata con la farina di grano saraceno bianca,  prima a mano e poi con il mattarello, a sua volta ben infarinato. Deve venire molto molto sottile, eventualmente potreste aiutarvi stendendola fra due fogli di carta da forno (io comunque l'ho fatto a mano).
Quando la padella è ben calda, metterci sopra il quasi-chapati, e farla cuocere pochissimo da un lato, finché non vedete che comincia a gonfiare. A quel punto girarlo, farà ancora più bolle, dopo pochissimo è cotto (questione di due minuti per lato o anche meno).
Impilarli tenendoli coperti, via via che sono pronti, perché vanno servite appena fatti e comunque caldi.

Preparare il piatto, sformando il budino, versandoci sopra un po' di pesto, e accompagnando con i quasi-chapati tagliati in quattro e qualche pizzico di trito di aromatiche per fare scena.
Per fare ancora più scena, ci ho pure messo un paio di fiori di erba cipollina che mi erano fioriti sul davanzale.

Con questa ricetta partecipo alla sfida di maggio dell' MTC di Menu Turistico.
La ricetta originale di Francesca di Acquolina

MTC di Maggio  2012: gli sfidanti! 

E visto che ci ho messo i fiori, partecipo, se possibile, 
anche al contest di Stefania delle (S)trenne gluten free

domenica 27 maggio 2012

Golosi anche senza glutine: soffio di amaretto

Oggi è la giornata dedicata alla celiachia, per questo io e un folto gruppo di blogger abbiamo deciso di contribuire dandovi un piccolo vademecum su come comportarsi con un celiaco a cena...
Premesso che la celiachia è una malattia e non un capriccio, l’unica cura possibile, ad oggi, è l’astensione dai cibi glutinosi! Dico ciò perché si capisca bene che chi è celiaco è COSTRETTO a mangiare senza glutine e non gli fa piacere, perché è molto dannoso per il suo organismo.



Quindi ci sono cibi IN (permessi) e cibi OUT (vietati).
La cosa più semplice da fare è preparare un menù che possa andare bene per tutti, così non vi stresserete a preparare più pietanze, con risultati, il più delle volte deludenti. Per preparare cibi che possano mangiare tutti, quindi anche i celiaci, bisogna sapere quali sono i cibi consentiti e quelli vietati.

Qui, ma anche qui da me, troverete un elenco molto utile. Anche se l'elenco può sembrare lungo c'è un modo abbastanza semplice per capire se un cibo è senza glutine. Basta leggere attentamente le etichette!

Adesso poi la normativa prevede che sia scritto a chiare lettere e, nei prodotti esteri, è sempre specificato se può contenere tracce di glutine. Infine, se un prodotto porta la spiga sbarrata sulla sua confezione è certificato dall’AIC ed è garantito per i celiaci.

REGOLE PER EVITARE CONTAMINAZIONI in casa
  1. Lavare mani, superfici, utensili sporchi di farina, possibilmente in lavastoviglie e accuratamente; 
  2. Usare la carta forno per le teglie e tutti quegli utensili (come piastre) dove hanno cotto cibi col glutine;
  3. Se volete cucinare la pasta per un celiaco, l’acqua deve essere pulita, il cucchiaio con il quale mescolate la pasta senza glutine a parte, il sale nuovo o comunque non quello contaminato dal cucchiaio “sporco” di acqua della pasta col glutine; 
  4. Evitare di infarinare i cibi, anche quelli degli altri, così eviterete grande fonti di stress; se proprio dovete non mettete nella stessa padella o teglia le due preparazioni;
  5. Se usate una griglia e avete della carne impanata, grigliate prima quella del celiaco (senza panatura) e poi tutto il resto;
  6. Non addensare salse, ecc. con farina. Usate la fecola per tutti e sarà più semplice!
  7. Non appoggiate il cibo su cibi col glutine o dove sia stato cibo col glutine. Ad esempio il pane del celiaco non mettetelo insieme a quello col glutine o nello stesso contenitore anche senza che l’altro sia presente;
  8. Anche per l’olio di frittura valgono le stesse regole, prima friggete il cibo senza glutine e poi tutto il resto; in ogni caso non utilizzate quello già usato in precedenza contaminato!
  9. Se avete dei dubbi sulla composizione dei cibi… non usateli!
A ulteriore conferma del fatto che senza glutine non è sinonimo di cucina sciapa e ospedaliera, propongo per questa iniziativa la versione senza glutine di una ricetta del maestro dei lievitati, Adriano Continisio di Profumo di lievito, il dolce Soffio di amaretto, che è una meraviglia di dolce, adattissimo come dessert di un pranzo importante, veramente un soffio.
La ricetta personalmente l'ho scoperta da Gaia di Profumo di mamma, precisamente qui.
Se possibile, facendo il pan di Spagna con le farine senza glutine, viene ancora più soffice e impalpabile.





Soffio di amaretto
(versione gluten-free di una ricetta  di Adriano Continisio del blog Profumo di lievito)
Ingredienti
Per il Pan di Spagna senza glutine
  • 170 g di amido di mais (¶)
  • la buccia grattata di un limone non trattato
  • 170 g di zucchero semolato
  • 5 uova
  • un po' di succo di limone
Per la crema
  • 4 tuorli
  • 80 g di amaretto (¶)
  • 100 g di zucchero
  • 50 g di amaretti (¶)
  • 50 g di cioccolato fondente (¶)
  • 500 g di panna
Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili. 

Preparazione
Preparare il Pan di Spagna:
montare nella planetaria (santa santissima!) le uova con lo zucchero e la buccia grattata del limone, finché non scrivono.
Aggiungere un po' di succo di limone. Incorporare l'amido di mais dopo averlo setacciato, con una spatola mescolando delicatamente dall'alto in basso, al fine di non smontare le uova.
Imburrare una teglia da 28 cm di diametro, infarinarla (io farina di riso), versarvi il composto senza sbatterlo e metterlo a cuocere nel forno preriscaldato a 170° per una mezzoretta.

Sfornarlo, lasciarlo raffreddare nello stampo (viene delicatissimo e molto spugnoso, una meraviglia) e quindi toglierlo dallo stampo e metterlo via, ricoperto con pellicola. Si conserva ottimamente anche un paio di giorni, io a volte l'ho anche surgelato (ottima soluzione per torte farcite, da congelato si taglia anche meglio).

Preparare la crema.
Mescolare senza montare i tuorli con lo zucchero, aggiungere l'amaretto e portare alla rosa su un bagnomaria non bollente. (Portare alla rosa: far cuocere fino a 85°, se non si ha un termometro interrompere la cottura quando vela il cucchiaio, tipo crema inglese per intendersi).
Montare in planetaria e quando è freddo incorporare la panna montata. Aggiungere gli amaretti a grosse briciole ed il cioccolato ridotto a pezzettini.
Tagliare dal Pan di Spagna un disco alto poco più di 1 cm e bagnare (100 di acqua, 100 di zucchero, bollire per 5 minuti, unire fuori dal fuoco 4 o 5 cucchiai di amaretto).
Montare la crema sulla basa dandole forma a cupola e mettere in frigo.

Tagliare il restante pan di spagna a cubetti di circa 1cm X 1cm, metterli in una teglia, spolverizzarli di zucchero a velo e metterli in forno a 190° pochi minuti, per renderli leggermente croccanti.

Quando sono freddi sistemarli sul dolce e spolverizzare con zucchero a velo.

Tenere in frigo fino alla consumazione.

Una meraviglia.



Ed ecco l'elenco dei blogger che partecipano a questa iniziativa:

martedì 22 maggio 2012

Cake profumato all'acacia, senza glutine

Il cake è il dolce che qui piace di più. Ne facciamo di ogni tipo: alla frutta o al cocco, al cioccolato e alle arancia, allo yogurth e ai semi di papavero, marmorizzato e al limone. Ci piacciono anche salati, o a forma di ciambella.
Che poi (non me ne vogliamo i puristi dei muffin) se uno ha fretta può declinare il cake in versione dolcetti, se non si vogliono chiamare muffins, e vengono ottimi lo stesso. Anche se io preferisco la versione cake, più morbida, più umida, più confortevole.

Ultimamente va di moda quello al cioccolato, con le pere, ma l'altro giorno siamo andati in campagna, e mi sono capitati sotto gli occhi, a bordura di un campo, dei bellissimi alberi di acacia in fiore.
La giornata non era felicissima, pioveva a dirotto (perché ci si sia avventurati in una scampagnata in un giorno di pioggia torrenziale è un'altra storia, da chiedere eventualmente al marito, perché a distanza di due settimane ancora non me ne capacito), ma quando li ho visti non ho resistito, e mi sono precipitata fuori sotto il diluvio a coglierli. Sono rientrata in macchina bagnata fradicia, ma vuoi mettere la soddisfazione?
Cosa farne?
Già l'anno scorso li ho fritti, e infatti abbiamo bissato, si intravede sul nascere una tradizione di famiglia. Quest'anno... li ho ri-fritti, ma me ne sono avanzati.
Avrei potuto farne un risotto, ma ho pensato invece di tentare un cake.
Niente di fantasioso, prendi i fiori e cacciali nell'impasto, e pure un po' fuori.
Mi è sembrato giusto amplificare il sapore dei fiori, e così al posto dello zucchero ho usato del miele, di acacia ovviamente.
E alla fine, visto che avevo due pere molto mature che stavano per abbandonarmi, ci ho messo pure quello. Ne è venuto fuori un cake morbido, un po' umido, molto profumato e perfetto da mangiare insieme a un tè. Cosa che puntualmente abbiamo fatto, assieme ad alcune mamme di classe di mia figlia, mentre tentavo di spiegare loro, in modo molto poco efficace, come si fa un blog.
Si renderanno conto di quello cui vanno incontro? ;-) 




Cake senza glutine pere e acacia
Ingredienti
  • 3 uova
  • 200 g di miele di acacia
  • 150 g di farina di riso (¶)
  • 50 g di fecola di patate (¶)
  • 50 g di amido di mais (¶)
  • 12 grappoli di fiori di acacia
  • 150 g di burro morbido
  • 2 cucchiaini di lievito in polvere (¶)
  • 2 pere morbide
  • 1 limone
  • 1 cucchiaio di zucchero
  • sale
  • burro e farina di riso per lo stampo 
Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili. 

Preparazione
Montare il burro ammorbidito con il miele e, quando è gonfio e spumoso, aggiungere le uova una alla volta.

Setacciare le farine insieme al lievito. Amalgamare le farine al composto precedentemente montato.

Sbucciare le pere, tagliarle a pezzettini e metterle in una terrina con un cucchiaio di zucchero e il succo di limone per non farle annerire. Versarle nell'impasto.
Togliere i fiori da 8 grappoli di acacia e incorporarli all'impasto.

Imburrare e infarinare con la farina di riso lo stampo da plumcake (11 X 25cm). Versarvi il composto.
Adagiarvi sopra i grappoli interi di fiori di acacia rimasti.

Infornarne nel forno già preriscaldato a 180° e fate cuocere per un'oretta. Dopo 50 minuti però cominciare a controllare perché i dolci con il miele tendono più facilmente a bruciare.
Fare comunque il controllo con lo stecchino.

Quando è cotto, farlo riposare cinque minuti nel forno spento con lo sportello accese.

Sformare quando è già un po' raffreddato.

Con questo post partecipo al contest sglutinato di Stefania
le Strenne gluten free di questo mese, dedicato ai fiori commestibili.



lunedì 21 maggio 2012

Oggi niente ricette

Sabato è  morta una ragazza di 16 anni.
Non si sa niente, non ci sono certezze. 
L'unica certezza è che è stata colpita una scuola: quando si colpisce la scuola si infligge una ferita al cuore della nazione, nel modo più vile e violento.
Alla scuola affidiamo tutti i giorni i nostri figli, con serenità e ottimismo, a scuola si formano i cittadini di domani.
Colpire la scuola mina nel profondo la fiducia verso la più importante delle istituzioni dello Stato, e ci fa sentire tutti più insicuri e più fragili.

Sabato sera abbiamo portato i bambini alla manifestazione. All'inizio protestavano, non volevano venire.
È bastato spiegare loro cosa era successo, perché andavamo lì e hanno subito cambiato atteggiamento: anche un bambino di otto anni si rende conto che un fatto così grave non può che riguardare tutti quanti.

Attoniti e quasi senza parole abbiamo sfilato per le strade della nostra città, e la manifestazione si è conclusa in via dei Georgofili, teatro della strage mafiosa del 26 maggio 1993 dove persero la vita cinque persone.

Altra spiegazione, altro sconcerto.

Come spiegare tutto questo a dei bambini?
Ma come fare a non spiegarlo?

martedì 15 maggio 2012

Rifatte senza glutine - Peperoni ripieni alla Micò


Siamo ormai al 15 maggio e, puntuali come sempre, eccoci alla settima puntata delle RIFATTE SENZA GLUTINE!

A questo giro abbiamo fatto una torta, buonissima, proposta della mamma delle Rifatte, la grande Vale di In cucina senza glutine: finalmente un piatto di verdure, perfetto per l'estate che sta per arrivare, che può essere un primo, un contorno o anche un piatto unico: i peperoni ripieni alla Micò.

Ho letto la ricetta e mi è sembrata fantastica: un piatto ricco, sapido, pieno di gusto. Però... però avevamo un problema Houston: mio marito non mangia formaggi (non gli piacciono ed è pure intollerante) i miei figli non mangiano i peperoni.
Che potevo fare? Come amo ripetere, io non cucino per il blog, ma pubblico quello che cucino. Certo, da quando ho il blog cucino meglio, ho imparato a fare tanti piatti nuovi, ma non mi verrebbe mai in mente di cucinare qualcosa che poi non mangiamo in casa, né una cosa che alla fine mangio solo io. Insomma, dovevo fare una scelta. E ho provato, ho provato ad eliminare i formaggi: in fondo era un piatto pieno di sapori lo stesso, molto mediterraneo, le olive, i peperoni, le acciughe, i capperi, e soprattutto le cipolle. Secondo me poteva benissimo "reggere" anche senza i formaggi, e in effetti ha retto, ha retto benissimo. Così almeno ce lo siamo mangiati in due, io e mio marito!
Aggiungo nella ricetta un ingrediente, l'uvetta, che secondo me ci sta benissimo, in realtà io non ce l'ho messa perché mi è venuto in mente dopo, ma veramente i sapori di questa versione senza formaggio chiamano a gran voce l'uvetta. 
Spero che questo non mi esclusa dall'appuntamento del mese, ma spero di no, le Rifatte capiscono bene problemi alimentare, è nella loro natura di GGF (GlutenFreeGirls).


Rifatte senza glutine

Ecco la versione originale di Vale:



Ah! È pure una ricetta senza rischi di contaminazioni da glutine, nel senso che gli ingredienti sono tutti sicuri!

Peperoni ripieni alla Micò
Ingredienti
(per quattro persone)

  • 4 peperoni di media grandezza
  • 200 g di riso (io originario)
  • 80 g olive denocciolate
  • 20 g capperi sotto sale
  • 15 20 g alici sottolio da tagliare a pezzettini piccini piccini (io ho fatto in un altro modo)
  • 350 500 g di cipolle di Tropea (Vale diceva di metterne di più, ed io ho seguito il suo consiglio)
  • 30 g. parmigiano grattugiato
  • 100 g. provolone piccante o affumicato (che a detta della mia amica è meglio) da tagliare a dadini piccini
  • 4 cucchiai di olio evo + un po' d'olio per le cipolle
  • erbe aromatiche (io cerfoglio, basilico e timo) 
  • una manciata uvetta sultanina  (opzionale ma caldamente consigliata)
  • sale q.b.
  • pepe q.b

Procedimento

Lessare molto al dente il riso, scolarlo, condirlo con i 2 cucchiai di olio evo e lasciarlo raffreddare, e
nel frattempo pulire i peperoni privandoli dei semini.
Pulire e tagliare a fettine sottili le cipolle (io con la mandolina) e lasciarle appassire prima in due cucchiai d'olio e quindi aggiungendo un po' d'acqua per almeno 40 minuti a fuoco basso in un tegame capiente (devono appassire, non rosolare!).
Mettere le acciughe in un pentolino con un cucchiaio d'olio e farle sciogliere a fuoco lento, ottenendo una salsina.
Dissalare i capperi. Far rinvenire l'uvetta in un po' di acqua tiepida.
Aggiungere al riso le cipolle sfatte, la salsina di acciughe, i capperi dissalati, l'uvetta strizzata le olive e le erbe aromatiche tritate.
Riempire i peperoni, metterli in una teglia che possa andare in forno dove stiano dritti.
Infornare a forno già caldo a 180-200°C fin quando non saranno belli dorati.

È preferibile mangiarli il giorno dopo.... Vale dice che freddi sono buonissimissimi, ed io oggi metterò in pratica il suo suggerimento :-)

Ed ecco le fondatrici delle Rifatte:
E per il prossimo appuntamento, il 15 giugno, ci sposteremo a casa di Anna Lisa, di Senza glutine per tutti i gusti, ad assaggiare una freschissima cheese-cake al limone .

Eccola qua: golosa, vero?

venerdì 4 maggio 2012

Baci, baci, baci, baci (ma senza glutine)


È un po' che non scrivo, per il 1 maggio siamo stati via e quindi ho dovuto tralasciare il blog. Che poi ogni tanto fa pure bene, un po' di disintossicazione.
Ultimamente sto cercando di disintossicarmi dalla tecnologia, ho mollato Facebook e cerco di stare meno al computer. Sembra una banalità, ma alla fine ci si passa un sacco di tempo che invece si può utilizzare in modo meno solipsistico altrimenti, o almeno per me è così.
Però devo ammettere che non avere più Facebook comporta alcuni piccoli ma significativi cambiamenti.
Non ci si pensa, come a tutte le cose che fanno parte del quotidiano, ma è veramente diventato uno strumento di comunicazione veloce per tutti, che ti serve a sapere le ultime novità dell'amica lontana, a fissare per una cena e a parlare di tutto, dalle cose serie alle (moltissime) scempiaggini. Che poi non è che il cazzeggio sia per forza negativo, anzi!, solo che a volte porta via più tempo del dovuto. Insomma, mi sento un po' fuori dal mondo, ma anche questo è un buon esercizio.

È un po' come smettere di fumare (l'anno scorso) o mettersi a dieta (shhhhhhhhhhhhhh....), sono quelle cose che vanno fatte ma che costano una notevole fatica e soprattutto una ridefinizione delle proprie modalità di relazione e in fondo di vita. Lo so lo so che vi sembrerà eccessivo dire tutto questo per FB o per una sigaretta, ma nella realtà è così. Cambiare i piccoli gesti che si ripetono con continuità non dico che costa (sarebbe troppo) ma ci se ne accorge.

Adesso lo trovo però veramente necessario, con una figlia sulla soglia dell'adolescenza: come farò a dirle di darsi una regolata, se lei già adesso nota che noi adulti ci concediamo molto più tempo tecnologico di quanti ammettiamo per loro?
O non si dice che più della ramanzina, con i figli, poté l'esempio?

La ricetta che vi propongo oggi viene dalla Raravis, ma anche Stefania ne aveva fatta una splendida interpretazione. Mi ero anzi ripromessa di partecipare al Recipe-tionist di aprile, che aveva per protagonista Stefania, ma sono arrivata tardi. Vabbè, la ricetta ve la propongo lo stesso, sono squisiti, manco a dirlo la pargola buongustaia ne va matta, e quando li ho fatti per una cena in piedi hanno riscosso un successono, al punto che vorrei rifarli per la cena di fine elementari di mia figlia.


Baci di dama salati al pesto
(da una ricetta della Raravis, sglutinata da Stefania)

Ingredienti
(per una quarantina di baci di dama)
    • 100 g di burro freddo
    • 100 g di farina di mandorle nocciole (¶)
    • 100 g di farina di riso (¶)
    • 70 g di parmigiano reggiano
    • un tappo di brandy
    • un tappo di acqua minerale (perchè le farine senza glutine assorbono più liquidi, ma potete sostituirlo con un altro tappo di brandy)
    • una presa di sale
    Per la farcia
    •  250 g di formaggio spalmabile  (¶)
    • 2 o 3 cucchiai di pesto (¶)
    Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo(¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.

      Preparazione
      Per la ricetta lascio la parola a Stefania

      Mettere tutto nel mixer, fino a quando la pasta non forma delle briciole, poi trasferite sulla spianatoia e lavorate velocemente a mano, ma poco, perché è come la frolla, vuole poco calore umano.... 
      Quindi formate delle palline e adagiate su una placca da forno foderata con carta forno e mettete a riposare in frigo. 
      Dopo una mezz'ora potete metterlo a cuocere in forno a 150 gradi e fate cuocere per 15- 17 minuti max: dovete tirarli fuori quando sono appena appena compatti e non preoccupatevi se si sbriciolano, a toccarli. Al contatto con l'aria, si induriranno, senza per questo perdere nulla della loro fragranza.

      Quando si sono raffreddati, li ho farciti con una crema preparata con Philadelphia e pesto (meglio se hand-made, ma alla bisogna anche industriale) 
      La Raravis afferma che reggono bene anche da farciti: potete prepararli comodamente anche 3 o 4 ore prima di servirli, senza bisogno di tenerli in frigo. Confermo, per il buffet che avevo preparato ho fatto proprio così.  
      Ve li consiglio caldamente, sono veramente buoni 

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