Ho questo passato internazionale, da expat si direbbe oggi, di cui, un po' stupidamente, tendo ad essere fiera, anche se di merito ne ho ben poco.
Quando ero piccola, anzi, piccolissima, diciamo pure appena nata, la mia famiglia si trasferì per un paio d'anni in Tunisia: mio padre, giovane architetto di belle speranze, aveva trovato lavoro là, con la cooperazione internazionale. Niente di particolarmente romantico: giovane architetto neo-laureato, era stato chiamato, nell'ambito di un progetto del Ministero, a collaborare sulle problematiche urbanistiche di una regione tunisina. La faccenda si ripeté poco dopo, e infatti ho al mio attivo altri due anni da expat, questa volta in Algeria. Devo dire che mentre della Tunisia non ho alcun ricordo - ero davvero troppo piccola- dell'Algeria ne ho molti: le maestre dell'asilo, il mio fidanzatino, ma anche il mare, Algeri la bianca, il deserto, le oasi, la bontà della soup aux poissons, dei dolci dolcissimi al miele e del cous-cous ai legumi e verdure. Amavo meno l'onnipresente carne di montone, che pure adesso non è che mi entusiasmi, al ricordo.
Anche se della Tunisia non ricordo granché, ho tantissime foto, di un giardino pieno di piante lussureggianti fra le quali muoveva i suoi primi passi una bambina già allora parecchio cicciottella e molto divertita, di una bambola più grande di lei, di una giornata a Djerba durante la quale, almeno a giudicare dal reportage fotografico, devo essere stata parecchio uggiosa. Anche della mia amatissima nonna Carmela, in visita fra palme datteri e sabbia.
Ovviamente ci sono i tantissimi ricordi dei miei genitori, la malinconia di mia madre sola con una bambina piccola in un paese straniero dove parlavano una lingua per lei incomprensibile, mio padre sempre fuori per lavoro, le lunghe ore passate ad intrattenermi in giardino, cercando un po' di refrigerio dalla grande calura sotto gli alberi, o rintanate dentro casa. Una malinconia che pian piano si impossessò di lei fino a costringere il giovane fratello a venirle a fare un po' di compagnia.
I racconti però narrano anche di cibi, e soprattutto mio padre ha sempre decantato la meraviglia di un piatto che fu il primo a mangiare appena arrivato laggiù, un fagotto di pasta croccante fritta fumante che aperto rivelava il suo delizioso segreto, un uovo con il bianco appena rappreso e il tuorlo ancora fluido, ma caldo, il tutto accompagnato da verdure e profumi arabi: il brick à l'oeuf. Sento parlare di questo piatto, forse oggi lo chiameremmo street food, da cinquant'anni, e me ne sono innamorata per procura anch'io, pur senza averlo mai assaggiato. Mi era sempre parso molto difficile da fare in casa, e poi, la pasta brick, chi la trovava da noi?
Poi è arrivata la celiachia, la mia passione per la cucina mi ha sempre più consumato, o meglio sarebbe dire fatto lievitare, e questa pasta brick ricorreva nei miei pensieri. Riuscirò a farla? Come si farà? Mi sembrava un'impresa oltre le mie possibilità ma, si sa, niente è oltre le proprie possibilità, se si vuole veramente una cosa. Così mi sono ritrovata a cercare notizie sul web, a consultare libri e siti, e alla fine è venuta fuori, delicatissima e buonissima, e con lei il mio primo, ma certo non ultimo, brick à l'oeuf, che certo non ha tradito le aspettative. È veramente, nella sua semplicità, un piatto buonissimo.
Per il ripieno si può dare sfogo alla fantasia, ho letto che uno dei ripieni più classici è a base di tonno, capperi e patate, con ovviamente l'aggiunta dell'immancabile uovo.
Io ho preferito, come primo esperimento, provare la semplicissima ricetta di Ottolenghi, di cui mi fido ciecamente: occhieggiava da tempo su Jerusalem, e non mi ha tradito. Cipolla soffritta, prezzemolo e uovo. Rièn d'autre.
Ma facciamola finita, con queste memorie d'infanzia che non interessano a nessuno e via alla ricetta.
Brick à l'oeuf senza glutine
Ingredienti
(per 4 brick à l'oeuf)
8 o anche 12 fogli di pasta brick senza glutine (¶)
4 uovo
6 cucchiai di cipolla tritata (meglio se cipollotto, ma io l'ho fatto con la cipolla)
4 cucchiai di prezzemolo
sale
pepe
olio extravergine di oliva
250 ml di olio di arachidi
sale
pepe
olio extravergine di oliva
250 ml di olio di arachidi
Procedimento
In una padella mettete un cucchiaio di olio extravergine di oliva e fatevi soffriggere la cipolla almeno una decina di minuti, mescolando, finché appassisce senza dorare.
Per ogni porzione stendete i fogli di pasta brick sovrapposti su una fondina. La ricetta parla di un foglio solo per porzione, ma la mia pasta brick è davvero sottile e delicata, e uno foglio solo non reggerebbe il ripieno. Ne ho usati due, ma anche tre ci starebbero bene.
Mettete un cucchiaio e mezzo di cipolla nel mezzo, un cucchiaio di prezzemolo tritato, e allargateli creando una specie di fontana. Rompete nel mezzo l'uovo, cercando di evitare che sbordi. Salate e pepate con generosità, e richiudete delicatamente la pasta brick come se fosse un pacchetto, verso il centro: prima il lato di destra, poi quello di sinistra, poi la parte in alto quindi quella in basso. Dice che non c'è bisogno di sigillare i bordi, se l'impacchettamento è fatto per bene reggerà, e in effetti così è stato.
Mettete l'olio di arachidi in una padella non tanto grande, dovrà avere circa 2 cm di profondità. Eventualmente aggiungetene altro fra la cottura di un brick e l'altro.
Accendete il fornello e fate scaldare l'olio. Dovrà essere caldo ma non caldissimo, altrimenti i brick brucerebbero troppo velocemente senza permettere all'uovo all'interno di rapprendersi.
Quando l'olio sarà caldo, aiutandovi con una paletta, e delicatamente, trasferite il primo brick nella padella, con la chiusura del pacchetto rivolta verso il basso. Fate cuocere circa 60-90 secondi per parte, quindi trasferite il brick sul piatto di servizio e cuocete il successivo.
Vanno ovviamente mangiati subito.
Mio babbo racconta che in Tunisia si mangiano con le mani, e viene messa a disposizione una bacinella piena d'acqua tiepida con dentro alcune petali di rosa e una salvietta pulita per ripulirsi le mani dopo essersi abbuffati e sporcati di tuorlo d'uovo.
È una delle tante ricette che potrete trovare sul mio libro Torte rustiche gluten free.
Con questa ricetta partecipo anche al 100% Gluten Free (fri)Day
una gran bella iniziativa di Gluten Free Travel & Living
bel racconto Gaia.sa di spezie e sabbia, di gioia e di tristezza.Io sono diventata expat da piccola.Giravo l'Europa con la valigia in mano e tanto magone a volte.L'Europa quella del Nord,quella glaciale.Quella lingua dura...incomprensibile. Finchè,mio cognato,tedesco tutto di un pezzo mi disse:fai tesoro di queste esperienze.I tuoi confini allargati saranno l'elastico della tua mente.Vero.Il non avere confini mi ha solo giovato.Mi ha teso al mente all'inverosimile,mi ha plasmato.Ed è quello che trovo in quello che hai scritto,anzi..tra le righe Gaia,nel limbo del non detto.Ora devo partire alla ricerca della pasta brick^_^
RispondiEliminaTi abbraccio
Monica
Ecco brava! Hai fatto bene a mettere questa ricetta perché ieri avevo visto la Brick ma non ho tempo di capire coem usarla. Almeno ora ho il pacchetto completo :D
RispondiEliminahai presente la fillo? ecco, la brick la puoi usare al posto della fillo. dove vuoi. è più sottile, più friabile, si scioglie in bocca.
Eliminaio ci ho fatto dei borek, questi e una spanakopita.
Sans oeuf, non sarà la stessa cosa ma già solo il ricordo mi ha dato un gran piacere. Confermo che si mangiano con le mani e che sono una cosa divina. Per quanto riguarda la fragilità dei fogli di brick, temo che l'unica soluzione sia continuare a spalmarli di burro fuso, oltre al fatto di non lasciarli mai all'aria a seccare. Però non parlo per esperienza diretta. Grazie per aver aperto la strada e per il racconto. Smack. Kat
RispondiEliminala fragilità anch'io la davo per assodata, la sottilineo perché se non ci si sta attenti a maneggiarta si rompe, però è anche il suo bello, perché così tutto si scioglie in bocca
RispondiEliminaGaia ma nascondi sempre qualcosa di interessante come la tua vita nel nord africa, addirittura in Tunisia a Djerba ci sono stata anche io a 18 anni.... e la pasta brick....
RispondiEliminae in più ottolenghi di cui siamo fans incondizionate ..insomma da rifare subito questa ricettina da leccarsi i baffi
Questa ricetta è meravigliosa e appena recupero un pò di voglia di cucinare (che per ora latita) la provo subito!!!!
RispondiEliminaBellissimo anche il tuo post.. non immaginavo avessi vissuto per tanti anni all'estero. Anche se eri piccola, tante emozioni son rimaste, da quello che ho letto!
Complimenti cara
che piatto meraviglioso! a me interessa leggere di te, è un post molto bello, bravissima per la ricetta!
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